Elenco di riferimenti e analogie che accomunano il Re dei Mostri al cinecomic di Zack Snyder.
di Matteo Berta
L’epicità del menare titanico ha invaso le sale di tutto il mondo con Godzilla II: King of the Monsters, ma durante la visione non vi è scattato qualche tarlo nel cervello? Non vi si è accesa nessuna lampadina cinecomica? Insomma, se il terzo capitolo del Monstervrse non vi ha ricordato Batman vs Superman, beh… sono qui per rimediare.
Inutile dire che questo articolo, oltre a riportare ragionamenti analogici su diversi franchise, utilizza numerosi riferimenti di entrambi film in questione, quindi brulica di SPOILER sia sull’intero Monsterverse che sul DC Universe, quindi, se non avete visto entrambi i gruppo di produzione Warner Bros, vi consiglio di tornare tra qualche tempo.
GHIDORAH FALSO DIO
King Ghidorah è il villain indiscusso del secondo capitolo di Godzilla, è l’Alpha da abbattere per poter calmare gli ormoni dei restanti Kaiju presenti sul pianeta. Nello svolgimento del secondo atto ci viene detto che, come la tradizione vuole, Ghidorah non è una bestia antica di origine terrestre, ma in qualche modo è arrivata sulla Terra molto tempo addietro e che la sua presenza sul nostro pianeta è totalmente ininfluente in termini di ri-equilibrio ecologico.

Lo scopo principale dello Smaug a tre teste, quindi non è altro che assoggettare tutti gli esseri viventi al proprio volere, rendendo la Terra come il suo impero, “terraformandola” per essere appetibile ai propri sporchi comodi. Per iniziare con i collegamenti tra saghe possiamo notare come l’obbiettivo di Ghidorah coincida con quello che era stato sbandierato da Zod e i suoi compari kryptoniani nel film Man of Steel. Infatti il generale interpretato da Michael Shannon aveva intenzione di ridare una nuova casa ai “compaesani” in esilio dopo il cedimento del nucleo di Krypton. Non sappiamo da che galassia o universo provenga Ghidoarh, ma quel che è certo è che il mostrone non è giunto per essere spettatore degli eventi e adattarsi ai nostri usi e costumi.

Ghidorah viene appellato durante il film come “falso Dio“, proprio come il dio dissacrato e privato della componente divina da Batman, che considera Superman proprio come il mostro a tre teste: un invasore alieno che ha portato la guerra in casa nostra e che va eliminato; va estirpato il capro espiatorio. Ghidorah per essere sconfitto nel film deve diventare il nemico comune e proprio come contro Superman, in Godzilla 2, lo sfidante principale dovrà mettere tutto se stesso, rischiando di sacrificarsi in toto per combattere la minaccia. Nonostante le premesse simili dei due film, l‘epilogo è differente, dal momento che in Godzilla 2 non sopraggiunge un ulteriore nemico, quindi non nasce la possibilità (anche se improbabile) di alleanza tra i due rivali verso una terza minaccia.

In Batman v Superman i due “gladiatori” venivano aizzati da Lex Luthor che si divertiva a essere un “Deus ex Machina” in grado di provocare lo scontro tra i due eroi. Analogamente nel film del Monsterverse abbiamo un nuovo fanatico calcolatore eco-terrorista che si fa responsabile della liberazione dei Titani dai siti di contenimento della Monarch, rendendo possibile lo scontro tra Godzilla e Ghidorah. Il suo nome è Alan Jonah e nemmeno dopo la fine del film sembra essersi calmato, dal momento che finisce per acquistare la testa del deceduto mostrone cattivo per chissà quali scopi.
Una cosa l’abbiamo imparata, giusto? I diavoli non vengono dall’inferno sotto di noi, no… no, vengono dal cielo. (Lex Luthor)
Mostri della Terra cava vs Ghidorah dei Cieli.
GIORNO CONTRO NOTTE / GODZILLA VS KONG / UOMO CONTRO MOSTRO
In attesa che il più grande scontro tra mostri grossi del cinema esca nelle sale (MONSTERVERSE – Tutte le informazioni sui film di GODZILLA e KONG), è inevitabile il paragone con lo scontro tra i più grandi gladiatori dei supereroi. Non è mia intenzione dilungarmi in presupposizioni su quanto Godzilla vs Kong potrebbe emulare lo sviluppo di Batman v Superman, ma è lapalissiano il paragone tra le due nascite dell’odio nei due film presi in esame in questo testo.

Parliamo dei due prologhi: l’incipit di BvS ci mostrava gli effetti catastrofici del duello tra Superman e Zod dal punto di vista delle persone comuni e in particolare dalla visione di Bruce Wayne. Analogamente la famiglia Russell si trova a fare i conti con la perdita del figlio Andrew durante l’epico scontro finale del primo Godzilla. Entrambe le sequenze sono dei prologhi-prequel: ovvero riprendono entrambe le battaglie finali dei due capitoli precedenti e lo fanno per le stesse ragioni, entrambe cercano di mostrare allo spettatore come il suo divertimento nel vedere palazzi sfasciati e mazzate da orbi possa causare delle conseguenze. Nessuno di noi si preoccupa delle comparse dei disaster movie di Emmerich e Bay, ma queste due pellicole lo fanno, perché nello stesso modo, fanno diventare quelli che erano dei semplici figuranti sacrificabili dei film precedenti, dei protagonisti dei film successivi.

I personaggi di queste sequenze fondano la propria psicologia su dei dolori, delle perdite e soprattutto attraverso il senso di rivalsa. Analogamente questi umani addolorati utilizzeranno un mcguffin per prendere vantaggio contro il nemico oltre-umano. Nel caso di BvS abbiamo la Kryptonite, mentre per Godzilla viene utilizzata l’Orca. Da una parte abbiamo un pericoloso deterrente, dall’altra un metodo di controllo, un apparecchio in grado di comunicare e manipolare i Titani. Se per la kryptonite la connotazione era abbastanza immediata ed espressa in un rapporto di causa-effetto, l’orca metaforizza qualcosa di più complesso, perché essa (o esso) non viene utilizzata direttamente per distruggere il nemico ma per far si che il nemico distrugga altri nemici, che in quel caso sono gli uomini, divenuti malattia generata dal pianeta che va debellata per un ritorno a un auto-sostentamento naturale.
A Bertrand Zobrist piace questo elemento.
FOTOGRAFIA PORTAMI VIA
Le scelte autoriali visive di questo nuovo Godzilla ricordano diversi team creativi che accompagnano alcuni dei cineasti più conosciuti del cinema contemporaneo. Pensiamo alle atmosfere sottomarine claustrofobiche ed elettrizzanti di James Cameron, accostate al primo ingresso in scena di Godzilla, dove l’assenza di musica genera un silenzio irreale nella sala cinematografica che nello stesso tempo assomiglia all’apnea provata nell’incipit del prologo di Jurassic World 2. Se vogliamo parlare di Spielberg, è impossibile non pensare al cineasta di Cincinnati quando ci viene mostrata la questione bambino/a-mostro e quando in alcuni casi vengono proposte le Spielberg-face (carrellata lenta in avvicinamento mentre il personaggio inquadrato anticipa emozionato con lo sguardo fuori campo ciò che avviene al di fuori della nostra conoscenza visiva) e soprattutto, personalmente, ogniqualvolta qualcuno toccava un mostro subito mi immaginavo Sarah Harding in compagnia dello stegosauro.

Ma dal momento che questo articolo non si chiama “Ecco perché si tratta di Steven Spielberg“, tornerei sui nostri supereroi. Se in generale determinate scelte tecnico-artistiche ricordano una sfilza di autori, ce n’è uno in particolare che primeggia su tutti gli altri, ovvero Zack Snyder. In Man of Steel, Snyder si ripulì dai vezzi estetici più caricaturali dei film precedenti (come gli slow-motion o l’estrema necessità di creare shot da incorniciare in ogni fotogramma) ma mantenne la capacità di seguire l’azione sempre da un punto di vista intelligente e giustificato, commissionando il tutto con un’estetica molto riconoscibile che divenne ben preso un suo marchio di fabbrica. In Godzilla II: King of the Monsters possiamo trovare l’effetto Snyder quando si decide di caratterizzare cromaticamente determinate situazioni (pensiamo ai flashback di Superman accostati alla personalizzazione dei nuovi Kaiju di questo film) ma nello stesso tempo si standardizza il tutto con una “patina desaturizzante” che è in grado di rendere il tutto sempre più “freddo” nonostante, per esempio, ci troviamo sulle pendici di un vulcano in eruzione.

Seconda dimostrazione forte dello stile di Zack Snyder è l’utilizzo appropriato degli Zoom a schiaffo (innaturale movimento veloce di camera in avvicinamento o in allontanamento). Snyder li usò spesso per simulare un punto di vista “sintetico”, pensiamo a quello del drone nel prologo di Man of Steel, o per caricare emotivamente una determinata sequenza, proprio come avviene in questo Godzilla, dove la più celebre zoomata la troviamo sul musone del re dei mostri durante la “rinascita“. Ci sono numerose altre analogie visive tra i due film presi in esame in questo articolo, si pensi per esempio alle panoramiche sulle scariche elettriche di Ghidorah paragonate a quelle generate da Doomsday o alle dinamiche di colluttazione dei due scontri finali.
BOMBE E SACRIFICI
Sto ancora singhiozzando a causa del nobile sacrificio di Serizawa, proprio per questo ho lasciato il paragrafo dedicato a lui alla fine, nella speranza di guadagnare tempo per metabolizzare il lutto. Operazione non del tutto riuscita. Sentimentalismi a parte, la nobile fine del dottor “Let Them Fight” è emblematica del sottotesto metaforico delle dinamiche uomo-mostro del sequel di Godzilla. In BvS troviamo la morte di Superman che sembra mostrarsi nelle stesse condizioni motivazionali del consulente della Monarch. Infatti Superman decide di sacrificare se stesso per salvare il pianeta che l’ha adottato e casa della donna che ama, verbalizzando queste due spinte motivazionali nella frase “Tu sei il mio mondo” (rivolto a Lois Lane). Serizawa, ridando “nuclearmente” vita a Godzilla, si sacrifica analogamente, congedandosi con il suo grande “affetto” rivolgendosi a lui come un “amico“.

And where are all the gods?”
Per la serie “Gli eroi che non ci meritiamo”, troviamo un’ulteriore sequenza molto simile dal punto di vista strutturale. Durante lo svolgimento di BvS a un certo punto assistiamo a un processo a Superman per dei fatti bellicosi comprendenti il primo film e l’incipit del secondo. Egli si presenta e ancor prima possa iniziare la sua testimonianza, il tribunale viene fatto saltare in aria nel tentativo di annientare il kryptoniano. L’attacco terroristico nei confronti di Superman si presenta molto simile all’utilizzo dell’Oxygen Destroyer, sfruttato per annientare i due piccioni (Godzilla e Ghidorah), che successivamente causerà un pasticcio, dove l’unico a risentire dell’attacco sarà il cavaliere oscuro Godzilla, mentre la minaccia principale rimarrà illesa.
Vi sono numerosi altri riferimenti che accomunano le due pellicole, come per esempio la presentazione dei metaumani in BvS attraverso un file decriptato da Luthor e riprodotto da Wayne e Wonder Woman, che sembra proprio la riproduzione digitale dei nuovi Titani (Il Bestiario del MONSTERVERSE) mostrati sui monitor della Monarch: prima come dei puntini sulla mappa del mondo e poi rivelati nel loro risveglio nelle varie città. Tuttavia sono convinto che quelle che ho riportato in questo articolo siano le analogie più significative e più interessanti.
Il regista Michael Dougherty (Godzilla 2), che è anche co-sceneggiatore del prossimo film, ha dichiarato che lo scontro tra il re dei mostri e Kong sarà come l’incontro tra Rocky e Ivan Drago in Rocky 4. Mi pare ancora presto per impostare un nuovo articolo di comparazione ma in fin dei conti… neanche troppo.
Let them fight.

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