TRILOGIA DEL TERRORE: Amelia e lo Spirito del Cacciatore

Recensione dell’episodio “Amelia”, adattato da Richard Matheson per la Trilogia del Terrore.

di Matteo Berta

Trilogy of Terror è un film antologico per la televisione, un prodotto divenuto cult tra gli appassionati del genere horror. In Italia arrivò sulla RAI all’interno del contenitore Sette storie per non dormire, nel 1978. I tre episodi sono tratti dalle storie scritte da Richard Mathenson, ma solamente il terzo è stato adattato direttamente dallo scrittore. La protagonista dell’intero progetto è l’attrice Karen Black, che in questo film interpreta ben quattro ruoli. Oggi ci concentriamo sull’episodio di Amelia.

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Amelia è una donna che vive da sola nel proprio appartamento. Un giorno decide di comprare un regalo molto particolare per il compleanno del fidanzato. Amelia ha scelto in un negozio sulla 3° Avenue una statuetta africana di legno, ovvero un autentico feticcio Zuñi, correlato di una pergamena esplicativa che narra di uno spirito di un cacciatore imprigionato all’interno di quel pupazzo, tenuto a bada dal talismano che porta al collo. Amelia libera accidentalmente lo spirito dopo aver sbattuto la statuetta in un momento di frustrazione, al termine di una conversazione telefonica con la madre. La statuetta si anima e comincia a dare la caccia alla donna, in particolare tramite l’ausilio di un coltellaccio da cucina. Amelia riesce a sconfiggere il feticcio solamente con il fuoco, ma lo spirito passa dall’oggetto al suo corpo, mostrando infine una versione della donna malefica.

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Nonostante la realizzazione non lasci pensare a un prodotto di altissimo livello, la scrittura che sta alla base dell’episodio risulta essere altamente funzionale al fine del racconto. L’appartamento che inizialmente rappresentava il simbolo dell’emancipazione della donna, pian piano diviene sempre più la sua prigione: in primis quando si rivela il rapporto tossico che Amelia ha con la madre e successivamente con la fuga per la sopravvivenza dal feticcio. Lo Zuni è il fulcro del racconto e oltre a essere un semplice elemento esoterico, l’oggetto acquisisce un valore fortemente simbolico all’interno della storia, infatti l’inseguimento ansiogeno potrebbe rappresentare il rapporto problematico tra Amelia e sua madre, un sentimento possessivo che viene in qualche modo esorcizzato e affrontato dal regalo per il “rivale in amore” insediato tra la madre e la figlia. Quella statuetta è stata citata intelligentemente anche nella serie televisiva de “Le Terrificanti avventure di Sabrina” (Qui il Bestiario), quando il “fidanzato” di Lilith regala a quella che crede essere la sua signora, una statua feticcia molto simile a quella di Amelia. La statua, come nell’episodio della trilogia, farà la medesima fine.

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Nel 1996, il regista Dan Curtis, fece un sequel de La Trilogia del Terrore e non perse l’occasione di reinserire la statuetta nel film. Hollywood Collectibles realizzò nel 2016 una fedele replica ufficiale della statuetta Zuni corredata di tutti i suoi accessori, in particolare con la lancia, la gonna di stoffa, i capelli sintetici e la catenella al collo con il talismano protettore dello spirito. La statuetta, realizzata in polystone, misura 38 cm in altezza ed esiste in tiratura limitata di 500 pezzi. Questo prodotto è andato sold out in poco tempo e chiunque ne sia in possesso in questo momento può decisamente considerarsi fortunato.

                                                                     

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