Campeggi infestati e alberghi maledetti che vi faranno rimpiangere il divano di casa.
di Federica Braghieri Ermini
Se per voi un capello nel piatto doccia o il receptionist in infradito sono fra le cose peggiori nel mondo dell’hotellerie, questa lista non fa voi.
Nella Storia del cinema sono state tante le pellicole che ci hanno portato alla scoperta di luoghi di villeggiatura solo apparentemente da sogno. Che si tratti di hotel stellati o campeggi organizzati, tutto fa brodo per un po’ di brivido. Viene così creato l’habitat perfetto per ogni antagonista, suggestione o delirio, lasciando lo spettatore in balìa di un ritmo serrato, oppure sfoderando all’ultimo plot twist degni di nota.
Noi, da brave guide mostrifere, abbiamo quindi deciso di elencarvi alcune fra le location meno raccomandate dove portare la vostra dolce metà per l’anniversario o avventurarvi con gli amici per una scampagnata. Quindi prendete nota: se uno dei quadri cerca di annegarvi, non sempre è un optional divertente come il mini-bar.
CAMPEGGI
Iniziamo questo viaggio dal giaciglio meno accomodante per eccellenza: il sacco a pelo in campeggio.
CAMP CRYSTAL LAKE
VENERDÌ 13
Si sa, nottata fra amici nel bosco fa rima con falò, cielo stellato e chitarra, ma complici gli ormoni spesso i piani non vanno esattamente come previsto. Ed è proprio quello che è successo a Jason Voorhees in Venerdì 13 (Friday the 13th –1980) presso il Camp Crystal Lake quando, per colpa di due focosi animatori troppo impegnati ad amoreggiare che a vigilare sui bambini, il nostro futuro assassino perde la vita annegato dai suoi stessi compagni.
A vendicare questa tragedia – e a terrorizzare centinaia di poveri campeggiatori – ci penserà prima la madre (Pamela Voorhes, interpretata da Betsy Palmer), killer nel film capostipite della saga diretto da Sean S. Cunningham, e successivamente Jason stesso, rinato dalle acque sotto forma di immortale montagna di muscoli dotata di machete. Ai primi venti prenotanti la direzione offre un tuffo nel lago e una confezione di profilattici che probabilmente nessuno avrà il tempo di aprire.
CAMP ADRENALINA
NON DORMIRE NEL BOSCO STANOTTE
E se dormire nei boschi non è sufficientemente pauroso per voi, proviamo a farlo nel XXI secolo senza alcun tipo di tecnologia. Questa volta ci troviamo al Camp Adrenalina/Offline di Non dormire nel bosco stanotte (W lesie dzis nie zasnie nikt – 2020). Nel primo slasher polacco della storia, a farla da padrone sono i Gemelli (un Michal Zbroja raddoppiato), mutati in deformi e sadici cannibali in seguito a una (discutibile) contaminazione aliena.
Gli sfortunati avventori del camping, fra i quali spicca l’astuta Zosia (Julia Wieniawa), guidati da un’inesperta Signorina Iza (Gabriela Muskala), si pentiranno presto di aver preso parte a questo esperimento sociale, finendo trucidati nei modi più improbabili durante le escursioni organizzate per disintossicare i giovani dai dispositivi elettronici.
CAMPEGGIO LUNA NERA
IL CAMPEGGIO DEGLI ORRORI
Terminiamo la nostra avventura fuori porta con una piccola perla. Fino ad ora abbiamo parlato di adolescenti, ma in campeggio il vero divertimento sembra spesso essere riservato ai più piccoli. Di tutt’altro avviso è però Billy Harlan, protagonista dell’adattamento cinematografico de Il campeggio degli orrori (Welcome to Camp Nightmare – 1993), nona storia della serie per ragazzi Piccoli Brividi. Una volta raggiunto il campo estivo Luna Nera, il ragazzo fa amicizia con gli altri piccoli partecipanti, ma alcuni di loro iniziano a sparire misteriosamente.

Sembra esserci infatti una bestia feroce, chiamata Sabre, a caccia nei boschi. Qualcosa però non torna e, quando due ragazzine decidono di scappare, Al riunisce i ragazzi dotandoli di fucili per andarle a riprendere. Billy però si rifiuta di sparare alle amiche, svelando così la messinscena orchestrata dai suoi stessi genitori: il campeggio in realtà è un laboratorio governativo segreto dove il ragazzo è stato per spedito per preparasi a una missione verso un luogo estraneo e pericoloso… un pianeta chiamato “Terra”. E conoscendo l’indole dei terrestri, ai lettori converrebbe rimanere in tenda con il mostrone peloso.
HOTEL
Con un piccolo upgrade di budget potremmo finalmente dormire con un tetto sopra la testa, ma perché scomodarci se addirittura si offrissero di pagarci per soggiornare in un lussuoso hotel di montagna con tutta la famiglia?
OVERLOOK HOTEL
SHINING
La risposta a questa domanda è racchiusa nell’adattamento cinematografico del romanzo Shining, scritto da Stephen King e diretto da Stanley Kubrick (The Shining – 1980). La pellicola vede protagonisti lo scrittore Jack Torrance (Jack Nicholson), sua moglie Wendy (Shelley Duvall) e il piccolo Danny (Danny Lloyd), racchiusi nella cornice innevata dell’Overlook Hotel.
Qui, mentre Danny approfondisce la conoscenza con il suo amico immaginario Tony grazie al capo-cuoco Dick (Scatman Crothers), Jack viene portato sull’orlo della pazzia da terribili visioni di eventi passati accaduti proprio nell’hotel, innescando un istinto omicida rivolto verso la sua stessa famiglia. Il finale al cardiopalma vede Jack morire sepolto dalla neve nel labirinto esterno dopo essere stato seminato da Danny in fuga, nettamente diverso da quello descritto del romanzo, che invece prevede uno scontro padre-figlio che porterà Jack a rinsavire e a sacrificarsi per permettere alla sua famiglia di salvarsi. Se deciderete di soggiornare all’Overlook, il personale di servizio sarà più che lieto di offrirvi un’area gioco con gemelle fantasma, un rilassante bagno con un’anziana zombie e un giretto clandestino nella dispensa. Non dimenticate infine di visitare il lounge bar!
DOLPHIN HOTEL
1408
Mi dispiace ma non è ancora tempo di tornare, amici mostriferi, e per il momento dobbiamo accontentarci di continuare a viaggiare per lavoro. Rimaniamo in ambito letterario, ma questa volta con un tocco paranormale.
Come accennato all’inizio di questo articolo, non dovete mai sottovalutare gli optional di una camera, soprattutto se deciderete di alloggiare al Dolphin Hotel, stanza 1408 (Mikael Håfström – 2007). Potreste infatti ripetere l’esperienza del povero Mike Enslin (John Cusack), partito scettico scrittore deciso a smascherare le dicerie che vorrebbero quella stanza infestata, e arrivato stremato, in balìa di visioni di se stesso mentre si toglie la vita, vecchi ospiti suicidi e quadri che cercano di annegarlo. A nulla valgono le avvertenze del gestore, Sig. Olin (Samuel L. Jackson): la stanza fa di tutto per uccidere ogni ospite. Attenti a chiedere il servizio in camera… potrebbe costarvi caro.
BATES MOTEL
PSYCHO
Se anche questa sistemazione vi sembra poco confortevole, forse è il momento di tornare indietro. La strada verso casa è però ancora lunga, e potreste essere tentati di fermarvi in un alberghetto fuori mano per sgranchirvi le gambe.
Beh, vi sconsigliamo vivamente di pernottare al Bates Motel, dove vi accoglierebbe l’apparentemente timido e fragile Norman Bates (Anthony Perkins), protagonista indiscusso di Psycho (Alfred Hitchcock – 1960). A contrasto con l’accoglienza calorosa riservata alla Signorina Marion Crane (Janet Leigh), in fuga dopo aver rubato dei soldi, Norman discute spesso animatamente con l’invisibile madre, bisbetica ed egoista. La scomparsa improvvisa di Marion (indimenticabile la scena in doccia) permette di svelare l’inquietante verità: la madre di Norman è morta da anni, uccisa dallo stesso figlio che, sommando rimorso e complesso di Edipo, si ritrova con la personalità scissa in due, finendo con l’interpretare entrambi i ruoli fuori e dentro la sua testa. Un consiglio da amici: la doccia è meglio farla a casa vostra.
ISOLE
Se siete sopravvissuti fino ad ora: complimenti! Vi siete meritati un viaggio speciale, un invito al quale non potrete dire di no, un’offerta che non potrete rifiutare. Preparate i sandali e la crema solare, anche se il pericolo più grande non è certo una scottatura.
NIGGER ISLAND
DIECI PICCOLI INDIANI
Quando una brandina non basta più e un intero albergo non è sufficiente, il passo successivo è ovvio: un’intera porzione di terraferma tutta per noi. Anche su invito va bene, però è sempre meglio mettere in chiaro le cose: se arrivando a destinazione ci sono nove sconosciuti ad attenderci, forse qualcosa non quadra.
Benvenuti a Nigger Island. Tratto dall’omonimo romanzo di Agatha Christie Dieci Piccoli Indiani (And Then There Were None – 1945), il film diretto da René Clair racconta di come dieci personaggi che non si conoscono minimamente vengano invitati da un certo U. N. Owen su un’isola sperduta, e successivamente uccisi da una presenza con le stesse modalità dei piccoli indiani protagonisti di una poesia per bambini rinvenuta nel loro alloggio. Il finale a sorpresa svela l’inganno: l’enigmatico padrone di casa, nonché assassino, altri non è che uno dei presenti: il Giudice (Barry Fitzgerald). Prima di morire per una malattia in stadio terminale, l’uomo decide di invitare assassini scampati alla propria pena per punirli definitivamente, prima di suicidarsi. In confronto il crudele Jigsaw è un dilettante.
FANTASY ISLAND
Bene, dopo aver messo una croce sugli inviti anonimi (ma dai?) forse è il caso di provare a rilassarsi e a tentare fortuna altrove, magari con un bel concorso a premi.
La vincita ci porta su una bella isola dove tutto sembra possibile: Mr. Roarke (Michael Peña) ci accoglie a Fantasy Island (Jeff Wadlow – 2020). Le quattro persone selezionate per vivere questa esperienza devono infatti decidere quale loro fantasia far diventare realtà. Quando però realizzano cosa veramente unisce gli uni agli altri, capiscono di essere stati tutti radunati con l’inganno da Melanie (Lucy Hale) che, per vendicare la morte di Nick (Evan Evagora), nella quale sono tutti indirettamente implicati, vuole bloccarli sull’isola in un incubo senza fine. Solo unendo le forze troveranno la fonte d’acqua magica che tiene viva Fantasy Island, riuscendo così a sfuggire alla perversa fantasia della ragazza.
SPIAGGIA TEMPORALE
OLD
Ecco, insomma, arrivati al capolinea della nostra avventura direi di prenotare di persona. Un bel resort extra-lusso con spiaggia privata può interessarvi?
Chi ci introduce a questa meta apparentemente paradisiaca è la famiglia Cappa, composta da Guy e Prisca (rispettivamente Gael Garcìa Bernal e Vicky Krieps), intenzionati a trascorrere un’ultima vacanza insieme ai due figli, prima di divorziare. Un volta giunti alla spiaggia incontaminata di Old (M. Night Shyamalan – 2021), dove trovano ad attenderli altri avventori del resort, si accorgeranno che il tempo in famiglia… vola. Trenta minuti sull’isola, infatti, equivalgono a un anno di vita. Fra crescite accelerate, invecchiamento precoce e decessi dovuti alla ricerca di una via d’uscita, gli unici superstiti scopriranno di aver fatto involontariamente da cavie per un gruppo di ricerca che, sfruttando il ritmo temporale della spiaggia, cerca una cura a molteplici malattie inguaribili. Se restate troppo ad abbronzarvi, potreste diventare dei baby pensionati entro sera!
Come promesso all’inizio di questo viaggio all’insegna del terrore vacanziero, abbiamo cercato di elencarvi quelle tappe che sarebbe meglio evitare se volete portare a casa la pelle (la vostra, ovviamente). Se avete gusti così particolari in fatto di arredamento, forse è il caso che vi trasferiate nell’altro articolo sui Serial Killer.
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