GOOD OMENS 2 – Il vero inferno è arrivare alla fine

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Una serie di opinioni e qualche consiglio su come NON fare una serie sequel.

di Nicola Fasanini

good omens 2 protagonisti seconda stagione

Alla fine, anche abbastanza in sordina dal tuo punto di vista, è uscita la seconda stagione di Good Omens. Una brillante serie britannica tratta a sua volta dal libro che uno ha letto più e più volte nella sua vita. Scritto da quei due gran figoni di Neil Gaiman e Terry Pratchett, è stato veramente il libro che più ti ha fatto saltare le cervella nella tua vita. Quasi la consideri una Magnum Opus dei due scrittori, anche se Pratchett ha fatto decisamente di meglio (coff coff Mondo Disco) ma questa è un’opinione soggettiva. Prima che uscisse il Covid, uscì l’adattamento del libro. Una stagione, c’era tutto quello che ti aspettavi nei minimi dettagli (a parte il finale che si poteva fare di più, ma vabbè), eri felice, eri soddisfatto. Poi debbotto e assolutamente senza senso, annunciano la stagione 2. E lì dici “Mah… ok, l’accetto ma a chiappe strettissime”. Poi, magari sei stato anche tu che non hai guardato nei posti giusti dell’internet e dei social, ma non hai che hai visto sta gran pubblicità in merito.

good omens 2 scena casa

Paradossalmente (ed è una storia vera) hai scoperto dell’uscita grazie a un tuo amico dei giochi di ruolo (grazie di bestia, Ferri.) E infatti, dopo aver letto il post del Compagno Ferri, vai subito su Amazon Prime Video a guardartela. Che succede poi? Succede che ne resti tremendamente deluso. Capiamoci, vedere nuovamente le avventure del demone Crowley e dell’angelo Azraphel ti ha riportato in uno stato di comfort spirituale mai conosciuto. Non soltanto perché David Tennant e Michael Sheen insieme, hanno la capacità di bucare lo schermo e offrirti da bere e, perché no, proporti di fare nefandezze a Piamborno (BS) insieme. Ma anche per il concetto stesso dei personaggi. Che, attraverso una caratterizzazione ai limiti del maniacale riescono ad essere non solo l’accoppiata perfetta, ma anche quella vincente. Di fatto, è solo grazie a loro due se questa stagione non è da buttare nel cesso, ma è solo una stagione di merda.

good omens 2 azraphel crowley gabriele

Ma ora che abbiamo finito i convenevoli, vi va di analizzare di più il contesto? Sì, dai. Dunque, partiamo dalla differenza di trama e narrazione tra le due stagioni. Stagione 1: Crowley e Azraphel, rispettivamente demone e angelo, vivono sulla Terra dall’alba dei tempi, arriva l’Anticristo e quindi l’armageddon. Visto che loro non vogliono rinunciare a tutte le belle cosine e abitudini che hanno avuto sulla Terra, decidono di contrastare il tutto. Parallelamente abbiamo Anathema Device, una strega discendente di Agnes Nutter, a sua volta strega autrice de “Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter”, libro di profezie accuratissimissimo che sarà fondamentale per l’evoluzione delle storia. Poi altri personaggi importantissimi, ma si rischia di diventare prolissi. Lo scopo è: fermare l’apocalisse portata dall’Anticristo.

anathema device personaggio good omens 2

Fin qui ci siamo? Bene. Trama stagione 2: Crowley e Azraphel continuano la loro vita sulla Terra. All’improvviso arriva l’arcangelo Gabriele privo di memoria e nudo (ne consegue molta ilarità). Nel mentre devono aiutare una commessa di un negozio di dischi fallimentare e una commessa di una caffetteria a mettersi assieme. Punto. Notate una certa differenza? No? Beh allora lasciate che ve lo spieghi. Narrativamente parlando, qui abbiamo un grande problema di scrittura. Per due motivi, in realtà. 1, se in una prima stagione mi dai una trama che è WOW, nella seconda stagione mi devi dare un motivo equivalente o maggiore per poter dire WOW di nuovo. Invece qui di trama non ce n’è per niente, inoltre quasi ogni episodio (6 in tutto) hai dei flashback infiniti sul passato attraverso le epoche dei due protagonisti. Cosa peraltro già vista e molto meglio analizzata nella stagione 1 (se nessuno si ricorda la scena dell’acqua santa degli anni ’60 che è stata un capolavoro di scrittura ve meno, perdio). 2, il tipo di umorismo: nella prima stagione la tipologia di umorismo era purissimo Pratchett, che sa bene come trattare lo humor inglese e renderlo alla portata di tutti.

good omens 2 telefonata

Si parla di un tipo di umorismo davvero molto prolisso che in teatro rende perfettamente, ma in un prodotto audiovisivo con tutti i vari movimenti di macchina, o sei i Monty Python o non ce la fai a renderlo. E infatti non ce la fanno. Battute troppo ripetute e troppo scarne, con movimenti di macchina che seguono le battute e ti regalano dei fantastici momenti di epilessia totale. Passiamo ora a un secondo punto che è quello che ti ha fatto tirare un gigantesco MEH: l’interpretazione. Tennant e Sheen, divini come al solito. Nulla da dire. Tutto il resto invece è una cosa molto sciatta. Abbiamo le due co- protagoniste che sono quanto di più anonimo potesse esserci. La villain di turno di una stupidità non solo interpretativa ma anche narrativa, sai quale è il suo intento, ma il fatto che alla fine ottenga un “premio” malgrado delle stronzate indicibili è fuori da questo mondo. Jon Hamm (l’arcangelo Gabriele), allora, a Jon gli voglio un bene dell’anima, e mio fratello e ci andrei a un play party assieme.

good omens 2 jon hamm arcangelo gabriele

Appunto per questo mi incazzo. Perché non puoi limitare un attore con una bravura del genere a fare una parte comica che mi fa rimpiangere Natale in India, dove lui a una certa si mette a imitare con le guance i suoni delle seghe, no. Non è il giusto contesto ed è estremamente fuori luogo. Terzo punto: il fattore inclusività. Se siete dei Red-Pillati che non vedevano l’ora di sentire cose contro l’inclusività nella serie tipo come in Sandman, avete cannato di brutto. Il mio ragionamento è serio, perdonatemi se sono intelligente e considero i Red-Pill come il gradino più basso della scala sociale. Dunque, qualcuno deve davvero spiegare agli inglesi come fare dei personaggi/situazioni inclusive senza renderle delle macchiette comiche. Perché qui davvero si sta raschiando il fondo del barile. Non ho nulla contro a questo tema, ormai dovreste saperlo. Ma davvero, senza spoiler, renderle in questo modo sullo schermo è veramente offensivo per le categorie LGBTQ+. E mi fermo qua. Il grande succo del discorso qual è? Che questa (a quanto pare) doveva essere una stagione di transizione per la terza stagione. Ovvero la stagione ispirata all’idea di Gaiman e Pratchett su un ipotetico seguito.

beelzebub good omens 2

Il fatto è che come stagione di transizione, fa schifo. Per tutti i motivi qui elencati. Non c’è una trama, non c’è nulla di interessante e sono stati i 6 episodi più lunghi della mia vita. La terza stagione sarà bella o quanto meno accettabile? Visto le premesse esposte nell’ultima puntata, spero vivamente di sì. La grande verità è che spero vivamente che abbiano potuto constatare tutto ciò che NON devono fare nella terza stagione con questa seconda stagione. Che poi pensandoci, non fatelo tanto per il pubblico. Ma fatelo perlomeno per la buon’anima di Terry Pratchett. Uno scrittore di cui si sente davvero la mancanza, e che ha fatto della scrittura non solo il suo lavoro e la sua vita, ma ha forgiato intere generazioni. Quelle stesse generazioni che vogliono rivivere in modo nuovo tutto ciò che lui ha saputo darci con le sue opere, ma lo vorremmo come lui avrebbe voluto. Non come qualcuno supponga noi le vogliamo.

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