ASPETTANDO IT – LA CLOWNFOBIA DIVENTA VIRALE

di Alessandro Sivieri

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In questi giorni approderà in Italia l’adattamento della celebre opera di Stephen King, diretto da Andrés Muschietti, con il giovane Bill Skarsgård a ricoprire il ruolo del diabolico pagliaccio Pennywise, già interpretato magistralmente da Tim Curry nella miniserie degli anni ’90. A livello internazionale la pellicola ha fatto furore, diventando l’horror con più incassi di sempre e ottenendo il plauso della critica, che lo giudica fedele al romanzo e realizzato con maestria. Un colpo andato perfettamente a segno per un reboot ad alto tasso di rischio, grazie soprattutto alla presenza scenica di Skarsgård, truccato con dovizia di particolari per apparire diabolico. Pennywise 2.0 spopola in Rete ed è consistente la produzione giornaliera di meme sui social, che invero richiamano anche la versione di Tim Curry.

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Ma veniamo al punto: tra qualche giorno vi sapremo dire in prima persona quanto sia valido il film, ma è un dato di fatto che la sua campagna marketing ha trovato un clima favorevole per espandersi in modo capillare, beneficiando dei famigerati scherzi su YouTube (le cosiddette prank a tema horror) e dell’isteria collettiva dovuta a presunti episodi di aggressione da parte di pagliacci. In attesa della visione al cinema, abbiamo deciso di servirvi come antipasto un’analisi del fenomeno clownfobia.

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Innanzitutto, perché i clown fanno così paura? Il termine adatto per questa sensazione di disagio sarebbe Coulrofobia, e scaturisce dalla visione e/o interazione con una persona travestita da pagliaccio: colori sgargianti, nasi gonfi e paonazzi, sorrisi esagerati e corpo a volte sproporzionato. Dettagli che presi singolarmente sarebbero ininfluenti, mentre se concentrati in un individuo scatenano malessere, addirittura terrore. Tutto ciò ha a che fare con l’inconscio, nella sfera dell’irrazionale, e sembra avere radici psicologiche antiche, a partire da come il nostro cervello percepisce volti ed espressioni. Siamo altamente sensibili a come i nostri simili appaiono e si muovono, in quanto abbiamo bisogno di identificare atteggiamenti amichevoli o una possibile minaccia. Un clown è dotato di una morfologia innaturale, grottesca: un sorriso troppo grande per la faccia, occhi stralunati, colorito della pelle che rimanda a un pessimo stato di salute. Tutto ciò, unito ai movimenti goffi ed esagerati, ci destabilizza, perché non riusciamo a decodificare la persona e le sue intenzioni.

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I pagliacci per mestiere esulano dalle convenzioni sociali, interagiscono in modo ambiguo tra loro e con il pubblico, simulano situazioni di violenza e pericolo. Come nel caso di un tizio che urla troppo forte in mezzo alla strada, la nostra ansia sociale ci porta a temere gli individui fuori dalla norma. Quale incarnazione migliore per il malvagio mutaforma di It? King ha proprio fatto la scelta azzeccata, evocando uno spauracchio in grado di spaventare grandi e piccini. Bisogna anche riconoscere che il personaggio fumettistico del Joker ha fatto scuola in tal senso.

E ora veniamo all’astuto utilizzo della clownfobia per fare incetta di visualizzazioni su Internet: da qualche anno si registrano presunti attacchi di gente travestita da clown, spesso in piena notte e in luoghi isolati. Con una veloce ricerca sul browser vi accorgerete che sia le testate nostrane come La Repubblica che quelle straniere (come il Time e il Mirror), riportano le testimonianze delle vittime dei “clown assassini”. Con centinaia di avvistamenti all’attivo, sia negli Stati Uniti che in Europa, non si riesce a capire quanti siano gli scherzi innocenti e quante le aggressioni da parte di psicopatici, ma è noto che il pagliaccio di turno può benissimo finire in commissariato con tanto di denuncia.

La cosa ha origine dai video su YouTube realizzati dai prankster, gente che si diverte ad architettare e riprendere scherzi ai danni di vittime ignare, spesso a tema horror e con l’utilizzo di effetti speciali. Trattasi quindi di emulazione, di una moda che ha preso piede anche nel nostro paese grazie al canale DM Pranks Productions, ideato da alcuni ragazzi di Perugia. I loro clown assassini sono un punto di riferimento a livello mondiale per l’aspetto inquietante e la cura maniacale dei dettagli. Già non è bello ritrovarsi da soli, di notte, faccia a faccia con uno sconosciuto che potrebbe avere cattive intenzioni. Figurarsi se è un pagliaccio urlante armato di motosega! Un boccone succulento, quasi un regalo per la promozione del nuovo film di Muschietti, che esordisce nel periodo più clownofobo del secolo.

Ora che avete compreso la portata del fenomeno, non ci resta che darvi l’arrivederci fino all’incontro con Pennywise, che quando incrocia i vostri passi non ha certo voglia di scherzare. Lo volete un palloncino?

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