Elenco di tutte le creature e gli ibridi presenti nella trilogia del dottor K e dei suoi remake.
di Matteo Berta
Nel 1957, sulla rivista di Playboy, appare un racconto intitolato The Fly. L’autore Georges Langelaan era un agente dei servizi segreti inglesi e i suoi testi trattavano sempre argomenti legati allo spionaggio, ma per la prima volta, in circostanze misteriose, fece uscire un racconto di fantascienza. La storia parlava di uno scienziato finito vittima di un suo stesso esperimento, mixando il proprio corpo con quello di una mosca, nel tentativo di completare la sua macchina del teletrasporto. Quel racconto dell’orrore ispirò diverse produzioni cinematografiche nei decenni successivi, in particolare due film che ebbero alcuni seguiti. In molti conoscono il primo film del 1958 con Vincent Price (L’esperimento del Dottor K), ma il più celebre rimane quello del 1986 di David Cronenberg, divenuto un cult del cinema sci-fi e una scuola per tutti gli aspiranti artisti di body horror.
L’immagine in evidenza di questo articolo è un’opera dell’artista Milton Arias. Di seguito potete trovare tutte le mostruosità apparse in questi film (non in ordine cronologico), vi avvertiamo che potrebbero urtare la vostra sensibilità e il vostro stomaco!
L’articolo contiene SPOILER su tutti i film della saga ed è VIETATO ai minori di 18 anni.
BRUNDLEFLY
L’ambiguo Sethaniel “Seth” Brundle è il protagonista principale del remake “The Fly” del 1986, nonché il principale antagonista dello stesso film di David Cronenberg. Jeff Goldblum interpreta Brundle, ed è perfetto nel ruolo, essendo già molto “insettoso” sul piano fisico (altissimo, magrissimo e con gli occhi sporgenti). Genio ribelle e scienziato eccentrico, Brundle decise di raccontare la propria invenzione straordinaria a una giornalista, che diverrà la sua amante. Durante una nottata di gelosia, si consolò tra i fumi dell’alcol, per poi testare su se stesso la propria scoperta… una pessima scelta. La sua invenzione tecnologica, in grado di smaterializzare la materia in una cella (telepod) e di materializzarla nuovamente in un’altra, si scoprì essere anche un’accentratrice di corpi. Brundle si chiuse in una delle due celle, con l’intenzione di teletrasportarsi, ma non si accorse che, in quella cabina, non era l’unico essere organico: ci si era infilata una mosca. I due organismi vennero così combinati, generando una orripilante aberrazione.
Una volta uscito dalla cella, Brundle, credette che l’esperimento fosse riuscito, ma con il passare del tempo cominciò a sentirsi differente. Inizialmente credette che il suo fisico fosse migliorato e che la smaterializzazione aiutasse in qualche modo la rigenerazione delle cellule, ma successivamente cominciò a perdere arti e a trasformarsi in un ibrido uomo-insetto. Vi sono diverse organizzazioni degli stadi di Brundle: c’è chi ne elenca quattro chi molti di più, qui daremo la nostra personale interpretazione delle fasi di ibridazione.
1° Stadio: Super-Seth
Seth esce dalla cabina e si sente rigenerato: i capelli gli crescono più velocemente, non ha bisogno di dormire, è sessualmente insaziabile e ha la costante necessità di assumere calorie (principalmente tramite lo zucchero). La rinascita fisica influisce sulla sua psiche in modo massiccio, portandolo a ragionare molto più velocemente e a subire diversi sbalzi di umore. Il passaggio tra il primo e il secondo stadio viene anticipato dalla comparsa di peli molto resistenti cresciuti alla base di alcune ferite.
2° Stadio: Lo Straccio Seth
Nel secondo stadio della trasformazione di Brundle nell’ibrido uomo-mosca, Seth perde tutto il vigore acquisito e fisicamente appare come un appestato. Comincia a perdere gli arti (che finiranno in quello che lui definisce come “il Museo di storia naturale di Brundle“) e non è più in grado di ingoiare cibi solidi, quindi è costretto a vomitare acidi in grado di sciogliere ogni pietanza, per poi bere il rimasuglio. Il passaggio al terzo stadio viene anticipato con la sostituzione di alcune parti umane con versioni insettoidi.
3° Stadio: Il Seth Deforme
Il terzo stadio porta Seth a perdere quasi del tutto i connotati fisici e psicologici: il computer dello scienziato non riconosce più la sua voce, le malformazioni del corpo non gli permettono più di indossare dei vestiti e comincia a divenire molto più simile a un animale aggressivo piuttosto che a un umano malato. Mantiene comunque un certo istinto di autoconservazione, sufficiente a farlo ragionare sulle possibilità di salvare quel poco di umanità che gli rimane.
“Io sono un insetto che ha sognato di essere un uomo, ma ora il sogno è finito e l’insetto si è svegliato!”
4° Stadio: Il Brundlefly
L’ibrido uomo-mosca nel quarto stadio è completo, l’aspetto è quello di un insetto grande come un essere umano adulto. Nonostante la mostruosità raggiunta, Seth mantiene un briciolo di coscienza, che lo porterà a fare una richiesta disperata nell’atto finale. L’istinto di autoconservazione viene abbandonato del tutto, ormai Seth non esiste più, ma ciò che “vive” è un essere abominevole.
5° Stadio: Il Mecha Brundlefly
Durante la colluttazione finale del film di Cronenberg, Seth, ormai raggiunto il quarto stadio, tenta un disperato tentativo di salvataggio attraverso l’utilizzo della sua amante, inserita in una cella, e del suo corpo deforme nell’altra, per cercare di ripristinare in qualche modo la propria umanità. Una delle celle viene rotta e il risultato è un abominio senza eguali, un Brundlefly androide con inserti metallici.
Seth chiede e ottiene di essere ucciso.
LA PRIMA MOSCA
Brundlefly è sicuramente la versione più celebre di questo personaggio orrorifico, ma non tutti sanno che il film di Cronenberg non è altro che un remake di un film del 1958 ,intitolato anch’esso The Fly, ma arrivato in Italia con il nome “L’Esperimento del dottor K“. Ironico constatare come non ci sia nessun dottor K nel film, infatti il protagonista (e vittima del suo stesso esperimento) si chiama André Delambre e nessuno sa quale sia esattamente la ragione di quella traduzione. Alcuni indicano una forte analogia con “La Metamorfosi” di Kafka, una storia simile ma concettualmente diversa, e quindi quel K sarebbe un omaggio allo scrittore boemo.
I due film condividono principalmente la stessa storia, con la differenza che, in perfetto stile noir, il misfatto principale viene mostrato all’inizio, infatti il protagonista Delambre è già morto nel primo atto e durante la narrazione lo spettatore capirà come è avvenuto il decesso. In questo caso lo scienziato non subisce diversi stadi di trasformazione ma esce dal cabinato già “moschizzato”. Delambre appare come un semplice umano con la testa e il braccio destro sostituiti da delle versioni insettoidi. Per la maggior parte della narrazione la sua testa è coperta, un po’ come quella dell’uomo elefante in The Elephant Man.
LA MOSCA BIANCA
Il primo film dedicato alla figura de La Mosca termina con una rivelazione sconvolgente e un atto in sospeso. Abbiamo parlato della prima mosca come una versione del protagonista André con la testa e una zampa da mosca, ma il primo film mostrava anche un traumatico rovescio della medaglia. Se nel film del 1986 i corpi organici venivano fusi insieme, ne L’esperimento del dottor K i corpi commistionano il proprio materiale genetico pur rimanendo separati, generando quindi due esseri viventi abominevoli: da una parte un uomo mosca e dall’altra parte una mosca con la testa umana. Delambre credeva di poter ritornare alla normalità, facendo catturare la mosca ibrida e ri-effettuando il processo di teletrasporto-fusione, ma gli eventi spiacevoli della narrazione portarono a un finale del film dove il commissario della polizia, per evitare che quella storia incredibile si diffondesse, uccise con un grosso sasso quella mosca (prima che un ragnone la divorasse). Muore così l’ultima prova materiale dei test del dottor Delambre.
LA SECONDA MOSCA
Il sequel del film del 1958 porta sullo schermo una storia praticamente identica a quella del primo, con la differenza che variano un paio di plot twist, mentre il protagonista è il figlio del precedente Delambre, ovvero Philippe. Anche in questo caso viene mantenuta l’inspiegabile continuità del titolo e quindi ci troviamo di fronte a “La Vendetta del dottor K“. In questo caso c’è una vendetta, ma da parte dello stesso Delambre, che dopo essere stato in qualche modo “incastrato” e forzato a diventare un nuovo uomo-mosca, si vendica dei suoi aguzzini e riesce anche in una operazione che non era riuscita al padre, ovvero invertire il processo e tornare ad essere umano.
In questo caso la mosca si presenta con un layout simile a quello del primo con diverse proporzioni, infatti la testa è abnorme e il braccio mostrifero è molto più “tenaglioso”, e si rende artefice di numerosi orrori. Una mosca più forte, cattiva e vendicativa, non un semplice esperimento post-umano in sofferenza. Ovviamente anche in questo caso abbiamo la controparte animale, ovvero una mosca con testa e braccio umani.
IL GABBUINO
In una delle sequenze tagliate de La Mosca del 1986, Seth, anche dopo il suo pasticcio di esperimento, continua nella sua attività immorale, inserendo nelle cabine di “teletrasporto” (ormai adibite alla fusione tra specie) un babbuino e un gatto. Ne fuoriesce una bestia immonda e sofferente, un composto organico dotato di diverse teste aggressive. L’animale attacca Brundle, che lo sopprime a bastonate.
Prima del Gabbuino ci fu un tentativo di teletrasportare un solo babbuino, senza nessun altro animale annesso, ancora quando la macchina non era calibrata al meglio e non riusciva a capire in che modo elaborare i tessuti organici. Il risultato fu un pasticcione organico vivo e sofferente. Questa sequenza è invece presente nel film.
IL BAMBINO FARFALLA
Un’altra scena tagliata poco conosciuta del film del 1986 riguarda un finale alternativo: la giornalista e amante di Seth, Veronica Quaife, avrebbe dovuto concludere il film con un sogno/incubo sul figlio di Brundle che portava dentro di sé. Solamente nel sequel del film scopriremo se la donna abbia portato avanti la sua gravidanza, ma nel finale del primo capitolo, ci sarebbe dovuto essere almeno un indizio sulle sorti dell’infante. La scena racconta di un bambino-farfalla che vola verso l’ignoto. In molti hanno interpretato questa sequenza “mai nata” come una metafora sull’aborto, con l’anima angelica dell’infante vola verso il paradiso. La sequenza non venne inserita nel final cut per via delle sembianze di questo bambino animatronico, ritenuto dalla produzione troppo inquietante per essere mostrato.
MARTINFLY
Nel 1989 uscì il sequel diretto del film di Cronenberg, intitolato La Mosca 2, diretto da Chris Walas. Il film inizia con il chiarimento sul dubbio del figlio di Veronica e Brundle: egli nasce all’interno di uno studio di ricerca appartenente ad un ricco impresario di nome Anton Bartok, estremamente interessato al caso Brundle, tanto da tentare di ricreare le capsule di Seth del primo film, per ottenere un lauto guadagno dal suo esperimento. Veronica muore durante il parto, dando alla luce un bozzolone raccapricciante. Da quel maggot esce Martin, il figlio apparentemente umano di Seth e Veronica. Così come il padre, il suo sviluppo mostrifero avviene per stadi.
1° Stadio: Il Super Martin
Il piccolo Martin si dimostra essere subito un bambino superdotato, tanto da prendersi gioco dei dottori che lo tengono chiuso in una stanza asettica. Il suo sviluppo fisico e psicologico è accelerato: all’età di cinque anni si trova a essere già un uomo adulto. Le sue capacità intellettuali lo portano a risolvere alcune problematiche lasciate in sospeso da suo padre, e riesce a completare il sistema di teletrasporto/fusione per il suo padre adottivo Anton Bartok. Improvvisamente la sua crescita umana si ferma e comincia a non stare bene.
2° Stadio: Il Martin Straccio
Il suo sviluppo fisico prende una sterzata e comincia a dirigersi verso l’idea dell’uomo insetto. Martin è a pezzi, si sente estremamente malato, ma nello stesso tempo acquisisce agilità sopra la norma. Il suo corpo gli volta le spalle prima di farlo rinascere. La crescita dei capelli si interrompe e appaiono diverse macchie sulla pelle. Il suo volto viene sfigurato da apparenti cicatrici e malformazioni.
3° Stadio: Il Martin Bozzolo
Le malformazioni del corpo di Martin sono talmente evidenti e grossolane che formano una sorta di corazza attorno a lui, fino a rinchiuderlo in un enorme nuovo bozzolo. All’interno di quella scatolona organica, la trasformazione di Martin in ibrido uomo-mosca si completa.
4° Stadio: Il Martinfly
Martin, non più umano ma “insetto che ha sognato di essere umano”, esce dal bozzolone come un completo insettone gigante. Il design di Martinfly appare molto più grosso, cattivo e minaccioso di quello della forma finale del Brundlefly, un po’ come la differenza tra i Gremlins e i Mogwai (Il Bestiario dei Gremlins). Oddio… entrambe le versioni sono orribili da vedere, ma la seconda versione appare molto più “mostruosamente evoluta”, mentre il Brundlefly sembrava solamente un composto organico informe con un paio di occhi. In questo caso invece c’è stato proprio un periodo di gestazione nel bozzolo che ha permesso questo ulteriore sviluppo.
A differenza del padre, Martin riesce a salvarsi e a tornare al 100% umano entrando nella macchina di teletrasporto (o potremmo dire fusione) assieme alla presenza “non consenziente” del suo padre adottivo. Martin era riuscito a programmare la macchina in modo che selezionasse il genoma da insetto dentro di lui e fosse in grado di estrapolarlo, per poi attribuirlo a un altro essere umano.
BARTOK MOSTRO
Nel corso della vicenda, il padre adottivo Anton Bartok di Martin si rivela il villain della situazione, colui che aveva nascosto l’ineluttabile avvenire mostrifero a Martin e colui che aveva mentito sul destino di un cagnone mutato a cui Martin era veramente affezionato. Le bugie del suo nuovo padre portano Martin a fuggire dai laboratori della Bartok Industries per poi farvi ritorno da bozzolone, e vendicarsi durante il suo stadio finale. Bartok serve a Martin per tornare normale, infatti viene inserito a forza nelle macchine di teletrasporto. Martin si salva ed esce da un nuovo bozzolo in versione completamente umana, mentre Anton ne fuoriesce come un composto organico totalmente deforme e sofferente. Martin, per completare la sua vendetta, porterà Bartok nelle gabbie dove inizialmente era presente il suo cane preferito, che lo stesso padre adottivo aveva utilizzato come cavia.
IL CANE DI MARTIN
Durante i primi anni di “prigionia” inconsapevole di Martin nei laboratori di Bartok, in una delle sue uscite nascoste, il piccolo superdotato era finito nella stanza delle cavie, dove aveva fatto la conoscenza di un bel cagnone, che ben presto era diventato il suo unico amico. Dopo qualche tempo, Martin si trovò ad assistere a una scena traumatizzante: il suo amico a quattro zampe fu utilizzato come cavia per il teletrasporto e uscì dalla seconda cabina di ricomposizione come un composto organico sofferente. Martin se la prese molto con il suo padre adottivo per aver fatto quella cosa orribile al suo cane, ma Bartok lo tranquillizzò. dicendogli che le sofferenze dell’animale erano finite. Si trattava di una bugia perché il Martin adulto scoprì che tenevano forzatamente in vita il cane deformato in una becera stanza.
Fu lo stesso Martin a porre fine alle sofferenze del cane.
GLI ESPERIMENTI DEL DOTTOR K
Nel 1965 uscì il terzo capitolo della prima saga de La Mosca e, per la prima volta, si ebbe una traduzione corretta e letterale del titolo: Curse of the Fly divenne “La Maledizione della Mosca“. Siccome cominciavo a sentire la mancanza del dottor K, ho deciso di intitolare questo capitolo del Bestiario “Gli esperimenti del Dottor K“, in riferimento a tutte quelle creature un po’ malformate ma di per sé non mostrifere, apparse in questa pellicola. Anche in questo caso parliamo di una storia generazionale, perché abbiamo come protagonista Henri, fratello di Philippe e figlio di Andrè. Questo membro della casata “maledetta” dei Delambre, con i figli Martin e Albert, porta avanti gli esperimenti di famiglia.
In questo film non vi sono creature mostruose, ci sono solamente esseri umani leggermente malformati dalla macchina di teletrasporto. Gli stessi componenti della famiglia Delambre sono affetti da questa malattia, che li porta ad assumere costantemente dei sieri per non far sì che l’organismo venga compromesso in via definitiva. L’unico “pasticcio genetico” memorabile della pellicola è un composto organico creato da uno dei due figli per liberarsi di alcuni corpi. Ma ciò che destabilizza un po’ è la mancanza della componente insettosa nel film, che porta a spersonalizzare di molto il concetto cardine di questa saga.
Termina qui il bestiario dedicato ai film de La Mosca. Da diversi anni si parla di un possibile reboot con il coinvolgimento di Jeff Goldblum, che si è dimostrato entusiasta e disponibile di tornare a vestire i panni di Martinfly. Non c’è ancora nulla di ufficiale, l’unica cosa sicura è che se mai dovesse accadere, questo Bestiario verrà aggiornato a dovere!

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Che bel lavoro! Hai parlato molto bene di tutte le forme assunte dai protagonisti e non nelle varie opere dedicate a La Mosca. Mi ha colpito molto.
Ti ringrazio molto, è stato un difficile lavoro di ricerca con blu ray in una mano e taccuino nell’altra 😀
– Matteo