ARMY OF THE DEAD – Metti un po’ di cinema leggero perché ho voglia di niente

Recensione del nuovo Zombie Movie di Snyder presentato da Netflix.

di Carlo Neviani

zack snyder behind the scenes army of the dead

“Originale Netflix di Zack Snyder. C’è una tigre zombie.” Poteva bastare questo come slogan pubblicitario del film per rendere impliciti gli svariati elementi stuzzicanti per il pubblico pop. La pellicola si comporta bene nel rispettare le aspettative? Ni.

Le intenzioni e il contenuto di Army of the Dead sono riassunti subito all’inizio, nei titoli di testa. Si parte con le note di Viva Las Vegas, in omaggio alla città che vuole essere, senza riuscirci benissimo, tra i protagonisti della pellicola. È infatti nella città del peccato che ha luogo l’epidemia zombie, e proprio lì la banda di eroi dovrà compiere la sua missione: recuperare 200 milioni di dollari dai meandri di un casinò. L’originalità della storia in soldoni è questa, cioè mescolare il genere zombie con il genere heist, crime-action. In altre parole, è una missione di GTA con gli zombie, che strizza l’occhio a 1997: Fuga da New York e a migliaia di altre opere, compiendo un gioco di post-modernismo spensierato e divertito.

zombie morti army of the dead

Proprio l’aura di spensieratezza e il divertimento sono tra gli altri elementi chiave mostrati negli opening credits. Chiaramente Snyder sa che sta facendo un film ignorante (nel senso buono del termine) e un po’ tamarro. Sa che Army of the Dead è il suo b-movie, e rispettando la tradizione del cinema grindhouse, come fecero Tarantino e Rodriguez nel 2007, firma regia e fotografia insieme. Questa leggerezza a livello di intenti risulta però una lama a doppio taglio, perché proponendo una pellicola dove il tono trionfa nettamente sulla storia, non ci si può permettere di andare fuori tema. E Snyder lo fa spesso, nelle eccessive 2 ore e 28 minuti. Gli unici momenti drammatici e seri che funzionano sono portati avanti dall’ottima recitazione di Dave Bautista (è straziante vedere un bestione del genere piangere come un bambino), ma per il resto si presentano digressioni su personaggi e situazioni inutili. Aggiungiamoci il fatto che, soprattutto nel finale, ci siano leggeri buchi di trama, personaggi e motivazioni lasciate per strada e una regia confusa: a quale scopo mi hai fatto perdere tempo prima? Parte di queste incoerenze narrative sono già evidenti nei titoli di testa, quando la musica (sempre Viva Las Vegas) si fa più malinconica per mostrare il trauma famigliare del protagonista. Bellissima scena presa singolarmente, ma viene proposta a distanza di pochissimi secondi da una miriade di uccisioni tanto splatter quanto ironiche, con zombie che esplodono come palloncini pieni di salsa di pomodoro. Snyder… non ci puoi chiedere di cambiare mood in modo così drastico nello spazio di un ritornello.

Zack si conferma comunque un maestro dell’estetica. È questo sicuramente il più grande punto di forza di Army of the Dead: solo dai titoli si potrebbero estrapolare quattro o cinque idee vincenti per un video musicale. Dal punto di vista fotografico, Snyder riparte dalle ultime sequenze di Zack Snyder’s Justice League e prosegue con lo stesso stile. Camera a mano, ottiche Leitz M 0.8 e Canon Rangefinder, con diaframma apertissimo alla costante ricerca di un punto di messa a fuoco, flare e aberrazioni cromatiche costantemente visibili. Uno stile di ripresa funzionale a rendere realistico e cinematografico il massiccio utilizzo di compositing digitale. C’è pure un dead pixel (un visibile puntino bianco in mezzo all’immagine) lasciato lì come ulteriore sporcatura video. Mi piace pensare che non l’abbiano tolto perché un pixel morto in un film sui morti è simbolico.

E i mostri come sono? Siamo ben lontani dagli zombie lenti classici di Romero. Quelli di Army of the Dead sono un mix ben pensato di precedenti trasposizioni. Agili, come in 28 giorni dopo di Boyle, ma ancora più importante, sono dotati di un minimo di intelligenza. Creano infatti una sorta di gerarchia animale dove gli alfa sono comandanti d’esercito. E c’è anche una componente di romanticismo in questi zombie: l’alfa donna è infatti amata e protetta dall’alfa uomo. Questa dinamica famigliare è super interessante perché si lega ai traumi e agli scopi del protagonista. Ma l’occasione di diventare un buon rip-off di Aliens – Scontro finale viene praticamente sprecata. In ogni caso, questa gerarchia zombie non è poi così approfondita. Siamo lontani anni luce, ad esempio, dalle dinamiche sociali dei vampiri della saga Blade. La tigre non-morta però buca letteralmente lo schermo. Modellata in digitale su una vera tigre di Carole Baskin, facilmente la vedremo come candidata ai prossimi Monster Awards.

tigre zombie army of the dead

Non possiamo dimenticare una nota di contemporaneità fondamentale: Army of the Dead è il primo grande zombie movie degli anni della pandemia. E infatti già nei primi minuti sentiamo parlare di quarantene, libertà personali, diritti civili… c’è una sequenza dove un ispettore utilizza in modo arrogante un termoscanner a pistola, giudicando le persone e il loro stato di salute in base alla temperatura da non superare… AH, WOW! Quindi Snyder utilizza l’horror come metafora delle paure e dei disagi odierni? Non proprio. Quelle scene iniziali sembrano solo delle aggiunte tardive (ricordiamoci che il progetto è in sviluppo da anni) che nulla c’entrano con il resto della storia. Forse l’unica risposta alla pandemia che dà questo film è la stessa messa in musica da Colapesce e Dimartino, ovvero la voglia di niente in un silenzio assordante. Personalmente, ho più voglia di un horror che mi racconti il disagio piuttosto che del nulla. Nel frattempo canto a Snyder…

Metti un po’ di cinema leggero
Perché ho voglia di niente
Anzi leggerissimo
Sequenze senza mistero
Allegre, ma non troppo
Metti un po’ di cinema leggero
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. kasabake ha detto:

    Recensione stupenda!
    Una domanda assolutamente sincera e non tendenziosa: essendo un appassionato di cinema anche nei suoi rilievi tecnici, le notazioni presenti nel post riguardo il tipo di ottiche usato è basato su informazioni ufficiali o desunte? Lo chiedo perché forse la cosa che più mi a colpito delle scelte registiche di questo film è la continua messa a fuoco.
    Grazie in anticipo!

    1. Monster Movie ha detto:

      Grazie! I dettagli sul tipo di ottiche sono basati sulle informazioni ufficiali riportate su imdb.com. Per qualsiasi film, scorrendo alla voce “technical details”, trovi spesso le camera e lenti utilizzate dal DOP.

      1. kasabake ha detto:

        Grazie moltissimo, sia per avermi risposto, sia le la dritta: non avevo mai usato imdb per raccogliere questo tipo di informazioni ed ovviamente sono stato cieco!
        Comunque la recensione era davvero ottima!
        Grazie ancora

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