DARKMAN: Perché è tutt’ora il personaggio di cui abbiamo terribilmente bisogno

Recensione del fanta-horror supereroistico di Sam Raimi uscito nel 1990.

di Nicola Fasanini

*ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER SUL FILM!*

Oramai sono passati 32 anni da quando quel matto fenomenale di Sam Raimi decise di dirigere un cinecomic tratto da nessun cinecomic.

darkman protagonista film cinecomic sam raimi

La storia posava le fondamenta su moltissimi revenge movie di quelle annate cinematografiche: uno scienziato, impegnato nella creazione di una pelle sintetica, riceve una visita da parte di una gang mafiosa che, dopo averlo strapazzato, lo fa saltare in aria assieme al suo laboratorio. Il protagonista Payton Westlake (Liam Neeson)  sopravvive “miracolosamente” con il 95% del corpo ricoperto da orribili ustioni e con il nervo recettore del dolore scollegato. Le ferite gli causano l’incapacità di provare dolore, scatti d’ira ferocissimi e un accumulo di adrenalina oltre il normale. Dopo essere fuggito dall’ospedale dove era in cura e aver preso coscienza della sua situazione, giura vendetta nei confronti dei suoi assassini, utilizzando la pelle sintetica che stava studiando per assumere le loro sembianze e metterli l’uno contro l’altro.

ted raimi film darkman

Ora, a prescindere dalla trama e dal cast stellare (Neeson, Frances McDormand e naturalmente Ted Raimi), qual è il motivo per cui Darkman è un personaggio fondamentale per l’evoluzione del Cinema? Semplice! Perché il protagonista, durante il film, non evolve ma al contrario involve. Payton passa tutta la pellicola a farsi mille paturnie mentali, definendosi un mostro, ma solamente per la percezione del suo aspetto fisico e non per le azioni atroci che andrà a commettere durante il film. Questa consapevolezza inizia a farsi viva soltanto dopo il suo secondo omicidio, quando appollaiato sopra un gargoyle pronuncia l’emblematica frase “Mio Dio, cosa sono diventato”. Consapevolezza che viene alternata all’illusione, nel momento in cui utilizza la sua pelle sintetica per riottenere il suo vecchio volto e ritornare dalla sua fidanzata.

darkman liam neeson protagonsita

Quando poi tutto sembra andare a gonfie vele con il suo nuovo (vecchio) volto e sembra riuscire a riprendersi la sua vita… BAM! Scatto d’ira ferocissimo di fronte alla sua compagna. Ed ecco il vero mostro che riemerge. Ecco la prova sia per il personaggio che per lo spettatore che il dr. Payton Westlake è morto all’inizio del film e che quello che abbiamo visto finora altro non è che un’ombra dell’uomo che era in passato. Un’ombra che desidera con tutta se stessa riavere indietro la sua vita e il suo amore, ma il tutto è soltanto una tristissima utopia, perché ora la sua parte dominante è una creatura orribilmente sfigurata, assetata di sangue e vendetta, e nutrita dalla sua stessa rabbia.

darkman liam neeson sfigurato

Proprio qui si palesa il punto focale del discorso: l’involuzione. Perché da questa perdita di controllo parte tutta la furiosa sequenza finale, che è il più classico dei classici: salvare la bella e uccidere il cattivo (più precisamente buttarlo giù dal 60esimo piano di un palazzo) e infine concentrarsi sul completamento del proprio percorso: l’accettazione. Alla fine Darkman accetta di essere quello che è, accetta che non potrà mai passare una vita serena con la donna che ama, poiché la metterebbe in pericolo con la sua rabbia.

darkman inquadratura liam neeson

Accetta di essere ciò che ormai è destinato a essere: niente di meno che un mostro. Condannato a vivere per il resto dei suoi giorni solo e nell’oscurità.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    non lo conoscevo! sembra molto interessante, dalle foto la grafica (o makeup, nn ho capito) mi piace molto^^

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