Romanzi, volumi illustrati e opere di divulgazione sui “pesi massimi” dei nostri oceani!
di Alessandro Sivieri
Avete presente il personaggio del nostro logo? È un capodoglio malmostoso. Questo può già darvi un’idea di quanto il team di Monster Movie sia affezionati ai grossi mammiferi marini, creature che nella loro eleganza e imponenza rivestono un ruolo speciale non solo nella folklore ma anche nell’élite degli archetipi mostruosi cinematografici. Le radici di questa attribuzione simbolica hanno una natura biblica: l’Antico Testamento parla del Leviatano, una bestia marina dalla forza poderosa, descritta nel dettaglio dal Libro di Giobbe. Trattasi di un essere privo di paura, in grado di sottomettere anche i più temerari, che non ha eguali sulla Terra e che può uccidere anche solo con la sua apparenza spaventosa.
Non si contano gli studiosi che hanno accostato il Leviatano a figure mitiche come un drago o un serpente marino. La tradizione del giudaismo lo colloca nel profondo degli oceani, descrivendolo come un’entità femminile e contrapponendolo al Behemoth, mostro terrestre maschile che dimora nel deserto. Con l’avvento del Messia, le loro carni verranno servite ai giusti durante un sontuoso banchetto. Ma le balene quando arrivano? Ecco, ci pensa Herman Melville con il suo Moby Dick, zeppo di rimandi tragici shakespeariani e di digressioni bibliche: il Leviatano è uno dei tanti modi di apostrofare la balena bianca che popola gli incubi del capitano Achab.
Questo libro, punto cardine della letteratura mondiale, non si limita al racconto della caccia a una bestia imprendibile; è piuttosto la messa in scena della tendenza umana all’autodistruzione, del sentimento di vendetta che consuma l’animo e delle forze della natura, sulle quali non si può trionfare. Le gesta del Pequod e del suo equipaggio sono approdate più volte al cinema; in cima a tutti gli adattamenti rimane la pellicola di John Huston con Gregory Peck, marcato stretto da In the Heart of the Sea di Ron Howard. Quest’ultimo nasce come un prequel “apocrifo” che si concentra sul naufragio dell’Essex, vicenda che ispirò un giovane Melville per la stesura del romanzo.
Ora è più chiara l’ascesa dei grandi cetacei al ruolo di mostri marini inafferrabili, un tipo di preda che in realtà non si comporta mai come tale, poiché la sua indole è così selvaggia da rendere vano ogni tentativo di cattura. L’ambizioso cacciatore va perciò incontro alla follia e all’annientamento totale (suo, della sua nave e del suo equipaggio), mentre l’ossessione nei confronti della preda si tramuta in terrore e senso di impotenza. Messa così sembra davvero che le balene siano grosse e cattive, eppure dalla parabola di Melville non emerge l’aspetto meramente demoniaco della creatura: Moby Dick è una forza arcana e insondabile, è un sapere assoluto che l’uomo è destinato a rincorrere in eterno senza poterlo afferrare. Un concetto che riflette la nostra fascinazione per questi animali, lenti ed enigmatici nelle loro peregrinazioni abissali.
Sotto il profilo divulgativo, i cetacei sono inoltre dei recordisti mondiali: la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) è l’animale vivente più grande del pianeta, arrivando a misurare oltre 30 metri per 180 tonnellate. Basti pensare che la sua lingua, da sola, pesa più di un elefante. Se le dimensioni non fossero sufficienti a destare attenzione, ci pensa il suo richiamo, udibile fino a 1.600 km di distanza e calcolabile a con un’intensità fino ai 188 decibel, più di un colpo di fucile o del motore di un jet! Sono ancora diversi i misteri che circondano queste creature, dovuti in buona parte al ridotto numero di esemplari: la caccia diretta da parte dell’uomo, la pesca intensiva e l’inquinamento dei mari stanno portando la balenottera e diverse sue “cugine” sull’orlo dell’estinzione. Fortunatamente i mammiferoni acquatici sono ancora in circolazione, come può testimoniare chi ha avuto la fortuna di avvistarli e scattargli una foto.
La sopravvivenza precaria ha elevato ulteriormente lo status mediatico delle balene e dei capodogli, visti come una delle espressioni più nobili del regno animale, che percorrono i mari nonostante la distruzione dell’ecosistema da parte dell’Homo sapiens. La produzione letteraria contemporanea, sempre in cerca di nuovi spunti, ha abbracciato il potenziale simbolico dei cetacei e gli ha dedicato copertine fantastiche, saggi accorati ed epopee introspettive. I libri per l’infanzia, poi, sono una categoria che si distingue per la portata artistica e per lo spazio riservato alle balene, in particolare al legame che queste sono in grado di stringere con i più piccoli tra gli esseri umani. Forti della nostra esperienza in bibliofilia mostruosa, vi offriamo una lista di titoli cartacei che vale davvero la pena possedere, sempre che non abbiate già un cucciolo di capodoglio a cui badare nella piscina di famiglia. Pronti a salpare? Mettete dei libri sui vostri ramponi!
ALBERT E LA BALENA
Il Saggiatore Edizioni
Quello che si potrebbe considerare il viaggio di una vita parte dalla figura realmente esistita di Albrecht Dürer, considerato il massimo esponente della pittura rinascimentale tedesca, oltre che un infaticabile esploratore e ricercatore scientifico. Siamo nel 1520, quando un Dürer ormai cinquantenne viene a sapere di una immensa balena arenatasi su una spiaggia olandese. Ammaliato dalla possibilità di ritrarre un animale così imponente, il pittore si imbarca in una folle spedizione, arrivando in leggero ritardo: il cetaceo è scomparso per cause misteriose. Philip Hoare, già autore di Leviatano per Einaudi (medesimo titolo del classico di Thomas Hobbes), riprende quel patrimonio immaginifico tracciato da Melville, quello della balena come ossessione che pervade lo spirito e come conoscenza irraggiungibile. Forse l’importante non è ritrovare la carcassa di una creatura marina, ma le esperienze e gli incontri che si possono fare durante l’impresa.
PICCOLA BALENA
Orecchio Acerbo Editore
I cuccioli del regno animale hanno una vita meno facile di piccoli umani, serviti e riveriti fin dalla nascita. In natura i “figli” devono imparare molto presto a camminare con le proprie gambe e a guardarsi le spalle. Grazie a tavole mozzafiato, accompagnate da stringati elementi di testo, Jo Weaver ci racconta una migrazione che ha il sapore di un rito di passaggio all’età adulta: le Balene grigie fanno nascere la prole nelle acque del Pacifico e, dopo l’allattamento, compiono un viaggio di circa 12.400 miglia verso le regioni del Nord. La piccola balena segue la madre e le fa mille domande su un mondo che le pare sempre più vasto, ottenendo risposte enigmatiche. A volte sente la stanchezza e sperimenta la paura di fronte a un gruppo di orche, ma la mamma è sempre lì con lei, spronandola a non arrendersi. La qualità delle illustrazioni, e in particolar modo dei fondali, rende quest’opera adatta anche a chi ha superato l’infanzia da… parecchie miglia.
MOBY DICK
Lo Scarabeo Edizioni
Dato che parliamo di cetacei leggendari, non poteva affatto mancare una iterazione del capolavoro di Melville. Questa volta si tratta di un fumetto, le cui tavole sono firmate dal maestro veneziano Dino Battaglia. Questa graphic novel venne pubblicata originariamente sulla rivista Sgt. Kirk di Florenzo Ivaldi, celebre per aver lanciato il personaggio di Corto Maltese. Consapevole di trovarsi di fronte a un’opera monumentale, Battaglia riduce il racconto all’essenziale, disegnando 31 tavole dove i dialoghi sono ridotti all’osso e il focus è posto sull’orizzonte minaccioso dell’oceano e sui volti tormentati dei marinai. In particolare emerge il conflitto interiore del capitano Achab, disposto a sacrificare qualunque cosa pur di abbattere la mitica balena. Da comprare, sia per godere dell’abilità grafica di Battaglia che per disporre di un fantastico storyboard di Moby Dick nel caso abbiate l’intenzione di girare un bel film.
LA BALENA DELLA TEMPESTA
EDT Giralangolo
Una storia potente e delicata che attinge al vasto immaginario dei rapporti d’amicizia tra bambino e animale, un tipo di legame che diventa non convenzionale quando siamo in presenza di bestie selvatiche o di creature mostruose. Essendo privo dei pregiudizi inculcati dalla società, il bambino accetta da subito l’apparenza del mostro e le sue bizzarre qualità come parte della sua essenza, trovando spesso e volentieri dei modi creativi per giocare con il suo buffo “amico” e vivere delle avventure che non sarebbero realizzabili con un genitore o un compagno di scuola.
L’esperienza di questo “incontro ravvicinato” rappresenta una gioiosa scoperta per l’infante e un arricchimento culturale per gli adulti (vedasi il caso di E.T.). Nel caso de La balena della tempesta, abbiamo il piccolo Nico che dà lezioni di empatia, soccorrendo di nascosto di un cucciolo di balena abbandonato sulla spiaggia. All’insaputa del papà pescatore, Nico tiene l’animale in vasca da bagno e se ne occupa come può. I due imparano a comprendersi e da questa relazione simbiotica emerge il senso di solitudine del bambino, orfano di madre. L’ospite segreto non può rimanere per sempre, ma ciò non deve tradursi per forza in un addio.
Il seguito, La balena della tempesta in inverno, espande il mondo in cui si muove Nico e conferma la funzionalità narrativa della giovane balena, utile alla riscoperta del legame genitoriale: il papà di Nico era troppo occupato con il lavoro per accorgersi della solitudine del figlio e non si arrabbia per l’inquilino abusivo in vasca da bagno! I due ritrovano la serenità e navigano insieme nell’oceano, dove l’intervento della balena e dei suoi amici sarà vitale per salvarsi dal maltempo. La saga di Benji Davies trabocca di buoni sentimenti che non ci vengono sbattuti in faccia con piglio didascalico, creando un contesto che dà il giusto peso ai vuoti esistenziali, affrontati dai personaggi in modo propositivo. Le illustrazioni giocano sui contrasti, sulle forme morbide e su fondali in apparenza semplici che, all’occhio più attento, rivelano dettagli sulla trama e sulla vita quotidiana di Nico.
BALENOLOGIA
Il Compleanno delle Balene Editore
Ancora il classico di Melville si pone come base per il lavoro di un piccolo editore chiamato Il Compleanno delle Balene, che ama dichiarare sfacciatamente la propria devozione a Moby Dick. Quest’opera nasce da un progetto che unisce l’esegesi letteraria e la divulgazione scientifica, partendo dall’epoca in cui i naturalisti iniziavano a catalogare le specie animali, mentre la gente come Achab preferiva cacciarle senza pietà e forniva l’esempio calzante della lotta tra l’ambizioso essere umano e un ecosistema che non saremo mai in grado di dominare. Il bestiario incontra il mito, con l’apporto di una postfazione della Sea Sheperd, che invita la cittadinanza alla tutela dei mari.
DOVE IL MARE INCONTRA IL CIELO
Gallucci Editore
I Fan Brothers non sono nuovi a libri illustrati dal forte impatto scenico e dai risvolti favoleschi, come dimostrano La nave cervo e Il giardiniere notturno (sempre pubblicati con Gallucci). Con questo titolo ad alto tasso di cetacei, i due fratelli e illustratori canadesi ci trasportano nella fantasia di Finn, un ragazzo che ascolta i racconti del nonno a proposito di un luogo lontano, ci verrebbe da dire metafisico, dove il mare incontra il cielo. Finn allora costruisce una barca e decide di recarsi in quel posto magico. Le tavole sono una gioia per gli occhi e traboccano di vascelli e creature marine che nuotano nella volta celeste. Per certi versi ci ha ricordato un episodio di Love, Death & Robots, ovvero La notte dei pesci. Perché non l’avete ancora ordinato?
IL GRANDE LIBRO DELLE FAVOLE
Guanda Editore
Non servono molte presentazioni per Luis Sepúlveda, scrittore e attivista cileno che si contrappose al regime di Augusto Pinochet e che rimane tutt’oggi un protagonista della letteratura per ragazzi grazie al suo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, dal quale è stato tratto perfino un film animato. Il grande libro delle favole riunisce cinque opere dell’autore, i cui protagonisti capeggiano in copertina. Il racconto che più ci interessa, in questo caso, è Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, incentrato sul rapporto tra un enorme capodoglio color della luna e la Gente del Mare. Il compito del grosso cetaceo è difendere un’isola sacra – e tutto l’oceano, naturalmente – dalle ruberie di chi se ne approfitta con egoismo. Abbandoniamo perciò il punto di vista antropocentrico per lasciare che una balena ci racconti la sua versione dei fatti!
LE REGINE DELL’ABISSO
Aboca Edizioni
Si torna alla saggistica con un volume di Aboca Edizioni, il cui mercato comprende, oltre ai libri, gli integratori alimentari e i prodotti per la cura del corpo a basso impatto ambientale. L’ecologia è il fulcro dell’operato di Aboca, che qui ci offre un assaggio delle creature marine e del loro percorso per sopravvivere alla progressiva antropizzazione del pianeta. Le regine dell’abisso di Rebecca Giggs parte da una megattera spiaggiata sul lungomare australiano per interrogarsi sul significato filosofico di questi animali, oltre che della loro importanza nel ciclo della vita: alcune balene hanno contribuito a modificare la composizione chimica della nostra atmosfera, mentre altre sono così rare da non essere ancora state classificate. Si può avere nostalgia dell’ignoto? In questo caso, risposta positiva.
LA BALENA ALLA FINE DEL MONGO
Bollati Boringhieri
Nonostante un catalogo fortemente orientato alla saggistica, Bollati Boringhieri è capace di risalire il lungo torrente delle pubblicazioni letterarie fino a scovare romanzi degni di nota. L’opera di John Ironmonger arriva alla fine del mondo per incontrare… una balena, naturalmente. Una giovane promessa della finanza vede svanire i propri sogni di gloria e decide di gettarsi in mare, sulle coste della Cornovaglia. Il ragazzo verrà salvato da un cetaceo che lui stesso provvederà a soccorrere il giorno dopo. Una vicenda umana e animale che innesca una successione di eventi così stupefacenti che nemmeno il più sofisticato algoritmo di borsa riuscirebbe a stare al passo. Se dovessimo trovargli un genere, parleremmo di una fiaba futuribile che non manca di omaggiare il Leviatano di Hobbes e la figura profetica di Giona. Vi serve altro o siete pronti per nuotare nelle acque di St. Pirain?
IL CANTO DELLA BALENA
Sinnos Editrice
Nel profondo Nord, una ragazzina e suo padre vivono in un faro, sebbene lui sia spesso in viaggio. La piccola Lilja resta spesso sola mentre il padre esplora i fondali, ma è anche molto empatica e capisce che l’uomo difficilmente si trova a suo agio tra quattro mura. Le conchiglie che il papà regala a Lilja sono speciali e permettono alla bambina di restare in contatto con lui, anche se un dono degli abissi non sostituisce di certo la compagnia di un genitore. In seguito a una delle sue gite sottomarine, il genitore racconta alla figlia di misteriosi fenomeni come i canti a 52 hertz di una gigantesca balena che, a quanto pare, è invisibile.
Lilja inizia a sognare la fantomatica balena (nome in codice “baleno 52”), con la quale scopre di avere parecchio in comune. Le due si parlano, giocano e si scambiano pensieri sulla solitudine, portando il lettore a concepirle come entità speculari: invisibili e sole, perché nessuno le cerca veramente. Ancora una volta l’incontro con un cetaceo diventa mezzo di analisi di una situazione familiare difficile, mostrandoci quante sfumature emotive sia in grado di sviluppare la mente infantile. Tavole oniriche per un messaggio importante.
Una volta tornati sulla terraferma, avrete una bella manciata di storie da raccontare… balene che giocano in spiaggia, megattere volanti, capodogli che dispensano perle di saggezza. Insieme alle meraviglie, però, giunge un messaggio quanto mai attuale: l’estate sta volgendo al termine, è vero, ma i problemi del pianeta rimangono, inclusi quelli che minacciano l’esistenza dei mammiferi marini. C’è bisogno di noi per mettere le cose a posto, e non azzardatevi ad accampare scuse tipo la differenza di stazza! Per quanto una creatura sia grande, a volte solo qualcuno di più piccolo può difenderla… in questo caso, i mostrofili e i lettori coscienziosi. Chiudiamo il caffè letterario con questo appello green e con un invito a dare un’occhiata, nel caso non l’abbiate già fatto, alla nostra lista di letture mostruose! Vi ricordiamo, infine, alcuni articoli della redazione sull’argomento (qui, qui e qui).
Per chi vuole saperne di più sui cetacei preistorici c’è anche questa collaborazione social con gli amici paleonerdisti: