Una sfilata delle dive più belle che sono apparse al cinema in salsa mostruosa.
di Alessandro Sivieri
*ATTENZIONE: CONTENUTI INADATTI AI MINORI*
Se la patonza non salverà il mondo, siamo certi che lo renderà più tollerabile. Prendetevi qualche giorno di malattia, perché torniamo a farvi esplodere il termometro con la nostra rassegna delle femmine monster, a colpi di 5 attrici che hanno incarnato creature fantasiose dai risvolti piccanti. Dalla mitologia fino alla letteratura e ai cult movie, il mostruoso femminile si è dimostrato in grado di sedurre e spaventare la gente, divenendo metafora di una presa di coscienza liberatoria: la donna si appropria del suo potere innato (che può essere la bellezza esteriore ma anche la forza di volontà) e lo utilizza a piacimento. Sarete in grado di sostenerne lo sguardo?
Iniziamo con voi un tortuoso percorso che comprende personaggi di pellicole fantasy e sci-fi. Il nostro cordiale invito è di restare ben saldi alle vostre postazioni e prepararvi a un’ondata di ormoni mostriferi. Altre dive sono pronte a far parte del nostro già affollato calendario, già pieno di nomi del calibro di Scarlett Johansson ed Eva Green. Pronti? Via!
ANGELINA JOLIE – MALEFICENT (2014)
La ex di Brad Pitt è sempre stata una donna affascinante e talentuosa. Nella vita ha affrontato diverse prove, soprattutto fisiche e legate alla salute, ma è sempre riuscita a dare l’immagine della donna forte. Non per niente la ricordiamo in ruoli tosti, come quello di Lara Croft, che ha attraversato un reboot con Alicia Vikander. Il ruolo più classy e fascinoso della nostra Angelina è quello di Malefica nell’omonima opera Disney, una sorta di remake/spin-off de La bella addormentata nel bosco. Forte di un make up notevole e di un personaggio che le aderisce alla perfezione, la Jolie trasuda carisma (e zigomi) da ogni fotogramma.
La sua Malefica, dalla notevole presenza scenica, è malvagia perché tradita in gioventù dal solito arrivista. Privata delle sue ali e del vero amore, si è trasformata in una strega dai tratti mostruosi, consumata dalla vendetta. Se la pellicola è stata accolta in modo tiepido dalla critica, non si può non essere d’accordo sul fascino della Jolie, figura sentimentale e vendicativa.
Un punto focale è il ruolo di surrogato materno che Malefica assume nei confronti della giovane Aurora di Elle Fanning (ormai più gettonata della sorella Dakota). Nonostante l’età e i travagli personali, Angelina è ancora una bella donna. Un promemoria per i gentiluomini: fate quello che volete, giocate a squash, trovatevi un hobby, ma non seducete e abbandonate una strega cornuta.
SOFIA BOUTELLA – LA MUMMIA (2017)
L’episodio introduttivo del già defunto Dark Universe non ha convinto per nulla (ne parliamo qui), limitandosi a evocare uno spin-off di Mission Impossible con i mostri. Il riassunto? Due ore di Tom Cruise che corre come un centometrista dopato e Russell Crowe che ci regala un Mr. Hyde con la sbronza allegra. Ma non tutto è putrido. Sofia Boutella, algerina, ballerina e performer di tutto rispetto, risplende nelle vesti della principessa Ahmanet, nonostante il suo potenziale visivo e coreografico venga trascurato dagli autori. L’avevamo già vista in veste di creatura aliena in Star Trek: Beyond di Justin Lin, e non è difficile immaginare per lei un futuro da Zoe Saldana. Quest’ultima eccelle con i personaggi umanoidi e si destreggia abilmente tra make-up e motion capture.
Sofia ha dei tratti somatici peculiari, che non stonano affatto per una nobile egiziana. Ha un corpo da mangiare con gli occhi, irrobustito dalla danza. Data l’essenza PG-13 dell’opera di Alex Kurtzman possiamo godere solo in penombra delle sue generose forme, ma la sua aria seducente e l’indole spietata compensano alla grande, donandoci una femme fatale con le bende che avrebbe meritato più spazio. La sua gestualità in veste di salma decomposta è funzionale, e con una regia all’altezza sarebbe risultata più horror. Per via del prematuro naufragio del franchise, non rivedremo tanto presto Ahmanet. Ci consoliamo grazie ai suoi pomiciamenti con Charlize Theron in Atomica Bionda, e scusate se è poco.
DAKOTA FANNING – THE TWILIGHT SAGA: NEW MOON (2009)
Doverosa premessa: la saga letteraria di Stephenie Meyer è un prodotto per adolescenti, con tutti limiti del caso. Gli ultimi due episodi filmici vedono alla regia Bill Condon, solito yes man che ha diretto il live action de La bella e la bestia. Il modello del franchise è la storiella per ragazzine arrapate che però non devono bagnarsi troppo, tra vampiri etici e sesso dopo il matrimonio, in perfetta linea con l’imperante puritanesimo statunitense. Uno dei mostri più celebri di sempre viene ridotto a una macchietta che brilla al sole come uno swarovski, e non è certo colpa di Robert Pattinson, che negli anni si è dimostrato un attore più che capace (The Lighthouse convincerà gli scettici). Fortunatamente ci sono dei pregi, come la Jane di Dakota Fanning, che è uscita fuori dai radar delle grandi produzioni, mentre la sorella Elle (preferita dal sottoscritto) è sulla cresta dell’onda.
In Twilight la Fanning è una vampira teen dai poteri temibili, membro dell’antica famiglia dei Volturi. Una rampolla dai toni composti e dall’umorismo malato, in conformità alla migliore tradizione vampiresca. Jane ha il potere di infliggere atroci dolori con la forza del pensiero. Una facoltà in armonia con la fisionomia algida di Dakota, che si presenta con occhi rossi e pelle color porcellana. L’attrice è cresciuta bene, discostandosi dalla figlioletta urlante di Tom Cruise. Le torture sono per Jane un gioco perverso, l’accoppiata impossibile tra innocenza e sadismo. Se volete vederla più hot recuperatevi Very Good Girls, dove fa il bagno al naturale con quell’altra bella signorina di Elizabeth Olsen. Ma vi avverto, si vede ben poco. Ahimè.
NATALIA VODIANOVA – SCONTRO TRA TITANI (2010)
Il dittico Scontro tra titani e La furia dei titani rappresenta al meglio quel filone hollywoodiano del “sandali & sabbia”, quei peplum senza cervello dove la mitologia ellenica viene riletta in modo flessibile per mettere in campo dèi, semidei e orde di creature mostruose. Un percorso affine è quello di Immortals del regista Tarsem Singh, tutto stile e contenuto al minimo sindacale (ma almeno c’era Freida Pinto). Nella saga dei Titani ci sorbiamo un inebetito Sam Worthington negli eroici panni di Perseo, impegnato a fare a cazzotti con divinità e besti feroci per salvare la civiltà. Nel suo cammino incontra Medusa, che ha il volto della modella russa Natalia Vodianova.
C’è solo una cosa migliore di una modella, ed è una modella con tratti mostruosi (la malvagia Incantatrice di Cara Delevingne è scolpita nei nostri cuori). La Medusa della Vodianova compare per pochi minuti ed è costruita con una CGI mediocre, ma nemmeno questo può guastardne la bellezza. La creatura, un misto di ferocia e sensualità, viene presentata con coda e capelli serpentini, sguardo pietrificante e arco in dotazione. L’anatomia e il bel visino spingerebbero il più impassibile dei guerrieri a un passo falso. Peccato che Medusa faccia una brutta fine in tempo record. Dispiace anche che Natalia non compaia spesso in altre produzioni hollywoodiane.
ALICE KRIGE – STAR TREK: PRIMO CONTATTO (1996)
Nelle lande di Monster Movie siamo tipi più da Star Wars che da Star Trek, preferendo il racconto galattico di cappa e spada (laser) alla diplomazia e filosofia. Conosciamo comunque la serie classica, The Next Generation e qualcosina di Deep Space Nine, oltre ai vari lungometraggi, apprezzando anche la nuova timeline di J. J. Abrams. Primo Contatto, che prosegue le avventure del capitano Picard (Patrick Stewart) e compagnia, è forse uno migliori film dedicati al franchise. Il viaggio nel passato, un cast solido e dei cattivi intimidatori come i Borg hanno fornito a questo episodio le carte vincenti. E poi c’è Alice Krige, attrice veterana, nelle vesti della Regina Borg, cattivona inquietante e affine all’immaginario cyberpunk.
La Regina Borg è il fulcro della mente collettiva che guida gli individui di questa razza, proprio come in un alveare. Nonostante la sua natura cibernetica, la Regina sfrutta come arma la sensualità per portare l’androide Data (Brent Spiner) dalla sua parte. Oltre a mettere in scena elementi affini alla poetica di Cronenberg, cioè la fusione (talvolta erotica) tra uomo e macchina, questo film evoca un torbido rapporto tra esseri umanoidi: i Borg sono privi di emozioni e carnalità, eppure la loro comandante suprema ricorre ancora alle pulsioni più primitive dell’essere umano, che a quanto pare risultano programmabili nei sintetici, al pari di una lingua straniera o di un ricordo artificiale. Resistere è inutile, verrete assimilati.
“Sei proprio una gran borga!”
Il quarto capitolo si chiude qui per farvi respirare. Si spera che i paragrafi siano finiti prima delle vostre aspirine. Non temete, in un futuro prossimo si affacciano ulteriori creature bonazze pronte a rimescolarvi tutte le ossa del corpo.
Qui potete recuperare gli altri episodi:
LE 5 DONNE MOSTRUOSE – Tutti i capitoli
Link alla rubrica spin-off sulle scene erotiche con mostri:
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