WHAT WE DO IN THE SHADOWS – Mockumentary con vampiri demenziali

Taika Waititi e la sua famiglia disfunzionale zannuta.

di Alessandro Sivieri

La serie TV di Taika Waititi e Jemaine Clement è sulla bocca (zannuta) di tutti gli amanti dell’horror, ma alla base della sua nascita si trova un film datato 2015, sempre diretto dalla coppia neozelandese. What We Do in the Shadows, tradotto da noi come Vita da vampiro, unisce l’immediatezza di un mockumentary alla commedia nera, bombardandoci con un umorismo imprevedibile a base di stereotipi vampireschi. Abbandonando le famigerate streghe di Blair, la camera a mano si sposta nell’abitazione di un gruppo di succhiasangue per realizzare un documentario sulla loro quotidianità. Tra interviste e peregrinazioni notturne, il point of view da reality racconta le stravaganze dei quattro inquilini, tutti ben caratterizzati:

  • Viago (Waititi), il piacione che tenta di tenere a bada il gruppo.
  • Vladislav (Clement), il pervertito che si commisera tra un’orgia e l’altra.
  • Deacon (Jonathan Brugh), il ribelle che non lava i piatti da 5 anni.
  • Petyr (Ben Fransham), un Nosferatu di 8000 anni che vive in cantina.

Le sequenze scorrono agilmente tra litigi per l’economia domestica e dimostrazioni pratiche della way of life vampiresca. Curatissima la location, una tipica magione fatiscente, insieme al make-up e al vestiario dei protagonisti, determinati a sbandierare la reale epoca dalla quale provengono e a crearsi uno stile (indispensabile nel microcosmo relazionale della loro razza). Molte gag giocano sull’anacronismo e sulla goffaggine dei protagonisti nell’interagire con la tecnologia contemporanea. Le uscite mondane trasmettono un’indole da Jersey Shore e i vampiri si comportano come dei tamarri attempati, sostenendo a parole la necessità di segretezza sulla loro esistenza mentre fanno gli scemi davanti alle vetrine (ovviamente senza riflesso).

Ognuno dei comprimari è contraddistinto da insicurezze, che si traducono in battibecchi e difficoltà di coabitazione. Dopo i convenevoli fa il suo ingresso un ennesimo elemento di instabilità, cioè Nick (Cori Gonzalez-Macuer), studente universitario adescato in casa come vittima sacrificale e vampirizzato per errore. Divenuto un novello predatore della notte, prenderà troppo alla leggera il suo nuovo status, sbandierando la sua vampiricità ai quattro venti e rischiando di far cadere la copertura dei coinquilini. Ad accompagnare il gruppo c’è anche l’impassibile Stu (Stuart Rutherford), umano costantemente a disagio in mezzo a delle creature che lo vedono come uno spuntino ma al contempo vogliono farselo amico.

Le scorribande suburbane ci svelano un mondo oltre la villa, una società parallela in cui vivono tranquillamente icone folkloristiche come zombie, streghe e licantropi. Non mancano nemmeno i gran galà, utili per mettersi in mostra e incrociare i passi con amori del passato. Come nella miglior tradizione, i rapporto tra le razze non sono sempre all’acqua di rose, specie quando i vampiri sfottono un branco di lupi mannari che fanno terapia di gruppo, controllano orgogliosamente i loro istinti bestiali e si rifiutano di dire parolacce. Questo worldbuilding sovrannaturale proietta nel XXI secolo esseri che dormono veramente in una bara, si nutrono di sangue e usano la telecinesi, salvo poi non sapersi vestire come si deve per il mancato uso dello specchio. L’umorismo folgorante di Waititi si fa beffe di Anne Rice e della solennità di Dracula, giocando con la mitologia horror in modo intelligente.

Scenicamente devastante e un pelino sottosfruttato l’anziano Petyr, che sembra uscito da un film di Murnau ed è il meno civilizzato tra i comprimari, i quali lo proteggono e lo riveriscono. Tra Skype e Facebook, i vampiri impareranno a fare buon uso dei moderni mezzi di comunicazione e a integrarsi nei limiti del possibile, perché chi rinuncerebbe mai a un banchetto a base di emoglobina? I poteri di questa Modern Family dell’oltretomba vengono mostrati con l’ausilio di effetti speciali artigianali, limitando fortemente la CGI. Macabro, scanzonato ma mai volgare, questo gioiello vi garantisce risate fino all’ultimo morso.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. The Butcher ha detto:

    Questo è un film molto intelligente e ben fatto. Adoro come parlano dei vampiri in maniera comica ma che dimostra anche una grande conoscenza dei film sui vampiri, andando da Nosferatu fino a Intervista con il Vampiro e Bram Stoker’s Dracula. Un film molto intelligente.

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