MIDWAY – Un tributo ai dimenticati

Siamo stati all’anteprima di Midway, il nuovo film di Roland Emmerich che racconta dell’entrata in guerra degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.

di Manuel Bestetti

Dopo il (purtroppo) poco fortunato Independence Day: Rigenerazione, Roland Emmerich torna sul grande schermo con un War Movie che punta a raccontare i primi mesi del secondo conflitto mondiale per gli USA.

La storia parte nel dicembre 1941 con l’attacco di Pearl Harbour e continua per i sei mesi successivi, fino alla battaglia delle isole Midway, cruciale per il vantaggio degli Stati Uniti contro l’Impero Giapponese. Si intrecciano principalmente tre storie che mostrano tre diversi approcci: quello sul campo di entrambi gli schieramenti e quello tattico americano. La narrazione non sempre scorre fluida, risultando in un paio di momenti frettolosa o confusionaria, qualche volta anche a causa del montaggio. Particolarmente avvincenti sono, invece, le scene d’azione: nonostante il regista abbia voluto mantenere un sottofondo di tragedia, le battaglie sono in pieno stile Emmerich, con esplosioni e manovre al limite per aerei e corazzate. Gli effetti visivi sono di un livello molto alto, nonostante qualche incertezza qua e là.

Grande attenzione è stata data all’attrezzatura utilizzata: molti veicoli e armi sono stati ricreati scannerizzando i resti ora visibili in alcuni musei, cercando di risultare il più fedeli possibile agli originali. Messo a confronto con film quali Dunkirk o Salvate il soldato Ryan potrebbe perdere punti, ma se visto con l’occhio giusto l’atmosfera ricreata è sicuramente d’impatto e merita di essere goduta appieno.

Il cast, a una prima occhiata, è di tutto rispetto: il nome più in vista è sicuramente quello di Ed Skrein, l’Ajax di Deadpool, che interpreta il pilota Dick Best. L’intero focus della storia sembra incentrato su di lui, e lo vediamo compiere un’evoluzione tanto interessante quanto importante ai fini della battaglia. Se cercate un personaggio dinamico, questo è il vostro uomo. Sua è anche una caratteristica che ricorda molto i francesi di Godzilla del 1998: a ogni volo si mangia una chewing gum, forse perché (nelle parole di Jean Reno) “fa molto americano”. Altro nome importante è quello di Patrick Wilson, che dall’affrontare fantasmi in The Conjuring è passato a interpretare le informazioni criptate dell’Impero giapponese.

È lui che ha lo screen time più corposo dopo Skrein ed è lui che porta avanti la sottotrama dedicata alla sezione tattica del film. Accanto a loro, abbiamo nomi del calibro di Luke Evans e Woody Harrelson, i quali però risultano più comprimari d’eccezione che altro. Scelti per rendere riconoscibili i loro personaggi, svolgono il loro lavoro senza infamia e senza lode. Ultimo invece è Nick Jonas, presente in poche scene ma che lascia il segno grazie a un personaggio molto interessante. Nonostante il poco tempo sullo schermo, sicuramente vi ricorderete di lui dopo la fine del film.

In definitiva, Midway è un film di Roland Emmerich al 100%, pieno di effetti visivi e di linee narrative che si intersecano tra di loro. L’obiettivo del regista è chiaro: raccontare una storia che, di solito, viene messa nel dimenticatoio senza motivo. Grazie alla Battaglia di Midway, infatti, gli Stati Uniti riuscirono a ribaltare le sorti della guerra, e chiunque venga mostrato in questo film è uno degli eroi che (nel bene e nel male) hanno portato la Storia a essere scritta come la conosciamo oggi.

Personaggi storici come Dick Best, Edwin Layton e Jimmy Doolittle avranno un posto più prominente nelle menti delle persone, quindi l’obiettivo del regista è stato sicuramente raggiunto. Per quanto riguarda la qualità del film, consigliamo di guardarlo sullo schermo più grande possibile: le spettacolari battaglie compensano la confusione narrativa nella parte centrale, portando a un finale molto “americano” ma anche piuttosto imparziale. Nonostante qualche scena, infatti, i giapponesi non vengono mai demonizzati totalmente, ma vengono proposti come uomini che, molto probabilmente, avrebbero preferito essere da tutt’altra parte piuttosto che in mare a uccidersi a vicenda.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. The Butcher ha detto:

    Ero incuriosito da questo film appunto perché parlava di un argomento stranamente dimenticato troppo spesso. Ciò che spero è che Emmerich non esageri troppo come tende a fare negli ultimi anni.

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