Le 10 Battaglie più Epiche dei Film

Alla scoperta degli scontri tra armate più esaltanti del Cinema.

di Alessandro Sivieri

William Wallace Thor Endgame

“Agonizzanti in un letto… fra molti anni da adesso… siete sicuri che non sarete padri di un figlio assassinato, per tornare qui sul campo, prima che sorga il sole, ad urlare ai nostri nemici… che odiamo la sabbia?! Feroci atti, sveglia!!”

Thor Decimo Wallace

This is Sparta, bitches. Quante volte siete usciti dal cinema così esaltati da afferrare il primo attrezzo agricolo a portata di mano e duellare con il vicino di casa? Quante volte avete improvvisato un muro di scudi con i vassoi della mensa? Quante volte siete saliti sul tavolo per incitare i presenti alla rivolta roteando l’ombrello? Quando un film epico è fatto bene, ti si drizza tutta la peluria del corpo e ti sale la voglia di indossare un elmo cornuto e unirti alla mischia. Le sequenze belliche memorabili, spesso improntate sull’arma bianca, vedono le sparute forze degli eroi contrapposte al numeroso esercito del bastardone dittatore di turno. I cavalli nitriscono, la tensione sale. Arriva il momento in cui il cazzuto protagonista si prodiga in un bel discorso motivazionale e argina ogni incertezza, dopodiché inizia il caos. Questa è l’andrenalina audiovisiva ed è meglio di qualunque sostanza psicotropa possiate acquistare dal losco tizio del parcheggio.

Battaglia supereroi Marvel

Vedere due armate pronte a darsela di santa ragione è il lascito del Panem et circenses, il desiderio di divertirsi, di osservare migliaia di guerrieri che si tirano badilate sui denti e versano ettolitri di sangue, pur sapendo che è tutto finto (certo, nelle antiche arene un po’ meno). Aggiungiamo poi il tifo per le forze del bene, la speranza di ribellarsi, di sconfiggere la tirannia alla vecchia maniera: poche chiacchiere e calci negli stinchi. In onore della spada di Aragorn, della lancia di Achille e del martello di Thor, abbiamo stilato per voi una lista guerrafondaia con le nostre battaglie campali preferite. Leggete senza pietà, perché non ne riceverete.


LA BATTAGLIA DI STIRLING

BRAVEHEART (1995)

Braveheart Mel Gibson battaglia

Mel Gibson cerca di non starnutire davanti ai nemici.

Il celebre Mad Max come regista e condottiero scozzese, musiche di James Horner, un sacco di comparse intente a sgozzarsi tra loro. Braveheart è una delle ultime pellicole epiche vecchio stile, senza l’utilizzo di invasivi effetti digitali. L’occhio di Mel Gibson è affinato quanto la sua espressività e ci regala un mirabile intreccio di nobili ideali, amori perduti, panorami mozzafiato e corpose battaglie. Ovunque ci sia Gibson, delle chiappe vengono prese a calci, e non si lesina certo sul sangue: basta vedere il successivo Apocalypto per rendersi conto del suo feticismo per le mutilazioni, senza rinunciare a una messa in scena ponderata.

Braveheart scozzesi Stirling

Lo scontro visivamente più riuscito è quello di Stirling, la prima reale prova della ribellione scozzese contro le armate del tiranno inglese Edoardo detto “il Plantageneto”. L’armata nemica è tre volte più numerosa e può contare su arcieri, cavalleria pesante e fanti corazzati come se piovessero. Gli scozzesi non si perdono d’animo, rispondono alla pioggia di frecce sollevando il kilt e partono alla carica per la vittoria, in mezzo al fango e alle urla. I libri di storia raccontano dinamiche belliche ben diverse, con tanto di un ponte sul quale venne bloccata l’armata inglese, ma la potenza delle immagini compensa le inesattezze. William Wallace incita i suoi con un inno all’autodeterminazione dei popoli e si lancia all’assalto, gridando come un elefante psicotico. Pronti? Uno, due, tre… LA LIBBBBERTAAAAAÀ!!


LA BATTAGLIA DI VINDOBONA

IL GLADIATORE (2000)

Gladiatore Schwarzenegger e Rambo

“Al mio segnale… scatenate l’inferno.”

Avete sentito Russell Fucking Crowe? È il momento di far volare qualche testa. Ogni volta che il generale Massimo apre bocca, spunta la barba perfino ai ragazzini di 10 anni. ll Gladiatore di Ridley Scott è monumentale dal lato estetico e può contare su un protagonista che ha carisma da vendere. Non scordiamo il commento sonoro di Hans Zimmer e il subdolo villain di Joaquin Phoenix. L’incipit ci catapulta nel cuore delle terre germaniche, dove le armate della Roma imperiale sono alle prese con il popolo dei Marcomanni, tipi poco raccomandabili che decapitano gli ambasciatori. Massimo Decimo Meridio si mette quindi alla guida delle sue legioni per spazzare via i barbari.

Il Gladiatore Russell Crowe Arena

Lo scontro nelle foreste nebbiose ha un impatto emotivo da cento megatoni e ci fa apprezzare le tattiche militari romane, ricostruite con una certa attendibilità: il lancio dei dardi, le catapulte, gli schieramenti compatti e la cavalleria pesante. Il resto del film presenta sequenze altrettanto coinvolgenti, gli scontri con i gladiatori e con le belve feroci, per non parlare delle bighe rovesciate, eppure il pandemonio con i Marcomanni rimane una delle pugne introduttive meglio concepite di sempre. I costumi, i fatti storici e lo stesso layout di Roma sono pesantemente rielaborati, ma noi sfoderiamo il gladio e ce ne infischiamo altamente. Forza e onore.


IL FOSSO DI HELM

IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LE DUE TORRI (2002)

Theoden Fosso di Helm

“Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov’è il corno dal suono violento? Ma soprattutto, dove sono i lanciagranate quando servono?”

Tolkien è l’ABC del fantasy, così come Il Signore degli Anelli, trasposizione filmica a firma di Peter Jackson, è la più grande trilogia epica mai realizzata. Nonostante la bontà del materiale di partenza, non è stato facile far convergere in uno script l’atmosfera della Terra di Mezzo, le sue cronache, i suoi popoli e le sublimi quantità di orchi spappolati. I lettori sfegatati noteranno diverse omissioni e incongruenze, ma un adattamento può (e deve) prendersi la briga di non diventare una fotocopia. Dalla bravura degli interpreti alle musiche e agli effetti speciali pionieristici, l’opera jacksoniana ha incassato milioni di dollari senza rinunciare alla qualità produttiva. E poi, ragazzi, ci sono i cavalieri di Rohan, incazzati come dugonghi.

Fosso di Helm attacco

Le due torri, episodio centrale, introduce nuovi personaggi e ci regala un conflitto finale dai toni cupi. Théoden (Bernard Hill), re di Rohan, si ritira con le sue genti nel Fosso di Helm, una fortezza ritenuta inespugnabile. I nostri eroi hanno a disposizione due cavalieri in croce, uno sparuto manipolo di popolani e qualche elfo mosso a pietà dalla situazione. All’orizzonte spuntano i diecimila Uruk-hai di Saruman (Christopher Lee), pesantemente armati e pronti a fare indigestione di carne umana. La strenua resistenza genera vittime e regala attimi sopra le righe. Un esempio? Orlando Bloom che usa uno scudo come skateboard merita da solo l’acquisto di tutte le edizioni home video. Ridotti allo stremo, Théoden e i combattenti rimasti si lanciano in una carica suicida, ma arriva Gandalf (Ian McKellen) a salvare la giornata, in veste di deus ex machina. E voi? Fate suonare il Trombatorrione e afferrate una picca, branco di fancazzisti!


I CAMPI DEL PELENNOR

IL SIGNORE DEGLI ANELLI: IL RITORNO DEL RE (2003)

Minas Tirith Campi Pelennor

Altra epopea jacksoniana, altro massacro. Le armate di Sauron cingono d’assedio la città di Minas Tirith, prendendo a calci nelle palle il demotivato esercito di Gondor. Nello sconforto generale, il reggente Denethor pensa a darsi fuoco, mentre Gandalf prende in mano la situazione e arringa i soldati. Incita alla guerra, sussurrando qua e là frasi oscure e allusive, che manco l’Oracolo di Matrix. La capitale sembra perduta, ma gli orchi puzzolenti non hanno fatto i conti con gli uomini di Rohan e soprattutto con Aragorn (Viggo Mortensen), che piomba sul campo insieme ai mortacci suoi.

Theoden Signore degli Anelli Pelennor

L’arrivo dei 6000 cavalieri di Rohan, il proclama del loro re e la conseguente carica sono con tutta probabilità la sequenza più epica mai vista al cinema. Panoramiche solenni che mostrano l’entità delle forze presenti, la colonna sonora poderosa di Howard Shore, l’interpretazione di Bernard Hill. Solo una carcassa in avanzato stato di decomposizione rimarrebbe indifferente. I salvifici rinforzi partono all’attacco, mentre gli orchi puntano le lance e scoccano tonnellate di frecce, che però servono a ben poco. Théoden, come un pazzo nazistoide inviperito, grida “Morte! Morte!!”… verrà accontentato. Anche la battaglia finale ai cancelli di Mordor, inclusiva del “Per Frodo!” di Aragorn, è un piatto prelibato, ma i campi del Pelennor sono su un altro pianeta.

Per nutrire la vostra incontenibile gioia, riportiamo una versione alternativa con migliaia di polli affamati al posto dei Signori dei Cavalli.


LO SCONTRO FINALE CON THANOS

AVENGERS: ENDGAME (2019)

Thanos finale Endgame

“Avengers… assemble!”

Il culmine dell’Universo cinematografico della Marvel è una resa dei conti all’ultimo sangue con il tiranno Thanos. Annullati gli effetti del tragico epilogo di Infinity War, i nostri eroi riportano in vita i loro compagni, insieme a metà della popolazione terrestre. È proprio all’apice della disperazione che giungono i rinforzi, quindi l’antipasto consiste in un succoso scontro tra il nucleo di Avengers principali (Captain America, Thor e Iron-Man) e il suddetto villain, incazzato come un normanno per l’ingratitudine generale verso il suo sacrificio. Anche senza le Gemme dell’Infinito, Thanos si rivela pericolosissimo e tira schiaffoni ai protagonisti fino a tramortirli. Rimane in piedi Steve Rogers (Chris Evans), come sempre, per fronteggiare una intera legione aliena con il suo scudo mezzo andato.

Ecco che i portali si aprono ed escono gli amici perduti: Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), Black Panther (Chadwick Boseman) e tutti gli altri, uniti per prendersi la rivincita. Una sequenza eccitante che mette in campo tutte le proprietà intellettuali della Disney e che richiama platealmente gli stilemi visivi de Il Signore degli Anelli. Questa volta, per il Titano pazzo non c’è davvero scampo. Dubitiamo che in futuro i Vendicatori metteranno in piedi uno spettacolo altrettanto valido. Vi offriamo una versione allungata della scena, che include… tutti gli eroi che possano venirvi in mente. Caro Thanos, quando ti ritrovi a fronteggiare Chuck Norris, John Wick e un tris di Batman, capisci di aver rotto le gemme al pianeta sbagliato.


LA BATTAGLIA DELLE TERMOPILI

300 (2007)

Leonida Scarface 300 poster

“Stasera ceneremo nell’Ade!!”

Va bene, gli Spartani combattevano in armatura, Serse non era un gigante glamour al comando di mostri e alle Termopili c’erano molti più Greci. Ma l’opera di Zack Snyder, una bomba testosteronica, pesca a piene mani dalla graphic novel creata da Frank Miller, aggiungendo tonnellate di slow motion e coreografie notevoli. 300 rimarrà negli annali per la sua irresistibile ignoranza: guerrieri di Sparta mezzi nudi con gli addominali coriacei, immersi in una fotografia color seppia e con l’immane voglia di uccidere. Il ruolo della vita per Gerald Butler, che incarna un Leonida saggio, coraggioso e ispiratore.

300 Spartani Leonida scena guerra

Se già il trailer del film sapeva caricare le aspettative, la scena del primo confronto con gli invasori Persiani farebbe ingrifare perfino un bonzo tibetano. Gli Spartani rifiutano sfrontatamente ogni negoziato con il nemico e si dispongono nello stretto passo delle Termopili, utilizzando la loro micidiale falange. Un muro di scudi e lance accoglie le poco prestanti truppe avversarie, che vengono massacrate. Un oceano di grida, membra infilzate e mosse al limite del sovrumano ci ricordano gli Spartani discendevano da Eracle ed erano i migliori soldati mai visti. L’epilogo del film sottolinea che arrendersi non è una opzione accettabile per Leonida. Ecco a voi uno spezzone ad alto contenuto ormonale: attenzione, c’è il rischio di crescita incontrollata di peli sul petto.


LA BATTAGLIA SU PLANET DOOM

READY PLAYER ONE (2018)

Ready Player One film poster

Steven Spielberg torna in carreggiata con una pellicola ambientata in un futuro prossimo, dove la realtà virtuale è al centro della vita quotidiana e sociale. Un immenso mondo simulato, chiamato Oasis, è diventato da anni l’occupazione principale degli umani, oltre che una fonte di reddito. La vita reale ha perso il proprio sapore in confronto a un videogame dove tutto (o quasi) è possibile. Peccato che lo spietato Nolan Sorrento (Ben Mendelsohn) e la sua azienda vogliano prendere il controllo di Oasis, in seguito alla morte del creatore originale James Halliday (Mark Rylance). Spetterà al prode Parzival (Tye Sheridan) e ai suoi amici il compito di fermare Sorrento e trovare un easter egg supremo all’interno del gioco.

Ready Player One battaglia finale

Oltre a sfoderare una gran potenza visiva, l’opera di Spielberg funziona per il fascino di Oasis, una dimensione con regole tutte sue, e per come viene mostrata la fratellanza tra i gamer. Quando si avvicina lo scontro finale con gli scagnozzi di Sorrento, Parzival evoca tutti i giocatori liberi per difendere ciò che hanno sempre amato. La battaglia virtuale è un’occasione per mettere in campo infinite citazioni pop (non che il resto del film ne sia sprovvisto): avete mai sognato di rivedere l’amato Gigante di Ferro o di assistere a un duello tra un Gundam e Mechagodzilla? Bene, staccate il cervello e connettetevi a Internet.


LA GUERRA DI TROIA

TROY (2004)

Troy Ettore Achille film poster

Per questo peplum hollywoodiano la celeberrima Iliade viene presa e rimaneggiata secondo le necessità dello script. Nonostante la scarsa attinenza al poema omerico, non ci sentiamo di dire che quello di Wolfgang Petersen sia un brutto film. Un certo impatto scenico e una score musicale di pregio si legano a un nucleo centrale di protagonisti che funziona. Buona parte del minutaggio si posa sulle spalle di Achille, biondone sfrontato di Brad Pitt, e di Ettore, principe badass di Eric Bana. I due eroi contrapposti hanno le loro motivazioni e il loro scontro decisivo è tutto ciò che dovrebbe essere un duello: teso, spietato, ben coreografato. La forma mentis dei rivali si rispecchia nei rispettivi stili di combattimento. Ora spostiamoci sul primo assedio alle mura esterne, dove gli Achei incazzatissimi si preparano a mettere sotto scacco una città ritenuta inespugnabile.

Troy film schieramento battaglia

Precisazioni di rito: la Guerra di Troia, secondo Omero, durò in realtà 10 anni. Vi fu l’intervento degli dèi a favore di entrambe le parti. Agamennone era ben più di un vecchio lascivo ed Ettore non fa fuori Aiace Telamonio. Ma davvero volete fare a meno di Menelao imbufalito che pesta il Paride di Orlando Bloom? Lo scontro per Elena (Diane Kruger) non sembra volgere a favore del principe troiano, troppo inesperto e fisicamente inferiore. Paride si attacca perciò alle sottane di Ettore, che cerca di far ragionare Menelao. Quest’ultimo non ne vuole sapere ed Ettore provvede a farne uno spiedino. Agamennone, che se la rideva fino a un attimo prima, perde la testa e ordina l’attacco. Ha inizio una battaglia senza esclusione di colpi: spadate di bronzo, lance nel costato, schiaffoni e testate atomiche. Achille intanto è a farsi la manicure.


LA BATTAGLIA DI SHIROYAMA

L’ULTIMO SAMURAI (2003)

Ultimo Samurai Tom Cruise a cavallo

Epica in salsa orientale, ma che mantiene le logiche del cinema di massa all’occidentale. Il film di Edward Zwick si fa apprezzare e introduce i profani alla filosofia del Bushido, il codice d’onore dei Samurai, qui impegnati in una accorata ribellione contro l’Impero, ormai sottomesso al volere (e alle tendenze ecpnomiche) delle corporazioni statunitensi. Formidabile l’alchimia tra il sapiente Katsumoto (Ken Watanabe) e il capitano Algren di Tom Cruise, un veterano alcolizzato e privo di una ragione per vivere. Le loro conversazioni trasudano insegnamenti di vita e ci accompagnano lungo il percorso di redenzione del protagonista, che si schiererà a favore dei ribelli.

Ultimo Samurai scena finale battaglia

Arriva il momento in cui i Samurai, vestiti con le loro armature tradizionali, devono fronteggiare in pianura il rinnovato esercito giapponese, ora dotato di armi moderne, tra le quali spiccano le mitragliatrici. Afferrata la katana, Algren e Katsumoto uniscono la loro esperienza per creare una tattica vincente. Lo scontro è valoroso, ma la forza dei Samurai non basta a contenere le perdite. Nella commozione finale, Algren aiuta Katsumoto a togliersi la vita per evitare la prigionia e andarsene con onore. A una sconfitta sul campo si contrappone una vittoria morale. L’immancabile Hans Zimmer sorregge musicalmente il tutto. Che altro dire?

“SAKEEEEEEEEEEÈ!!”


LA BATTAGLIA DI GEONOSIS

STAR WARS EPISODIO II: L’ATTACCO DEI CLONI

Star Wars Episodio 2 attacco dei cloni arena

Accendete la spada laser e attenti a non bruciarvi! Lo scontro su Geonosis è senza dubbio una sequenza molto figa in quello che risulta (parere soggettivo) l’episodio più debole della saga di Star Wars. Il trio di protagonisti è circondato dai droidi nell’arena, quando a difenderli si fanno avanti Mace Windu (Samuel L. Jackson) e un sacco di altri membri del Consiglio Jedi. È la prima volta che vediamo così tanti utilizzatori della Forza tutti insieme, pronti a macellare i robotici nemici alla faccia dei Separatisti. L’innovazione tecnologica e la qualità formale erano più evidenti nella Battaglia di Hoth (L’impero colpisce ancora), ma su Geonosis non si gioca di certo a briscola.

Battaglia di Geonosis scena

Vediamo impiegati in tutta la loro potenza i cloni kaminoani, che a livello estetico sono un prototipo di ciò che diventerà l’Impero Galattico nella trilogia originale. I Jedi si mettono al comando dei plotoni e spaccano allegramente culi. Dall’altra parte troviamo le truppe dei robot, con veicoli dal design interessante. Lo scontro si fa personale quando Anakin (Hayden Christensen) e Obi-Wan (Ewan McGregor) partono all’inseguimento del Conte Dooku (Christopher Lee). Nel duello contro il Conte (che sfrutta il Makashi, antico stile di combattimento) i due protagonisti hanno la peggio, ma sopraggiunge Yoda. La stazza e l’età non gli impediscono di compiere acrobazie mirabolanti e mettere in fuga Dooku. Insomma, ne L’attacco dei cloni l’esercito di cloni su ordinazione attacca per davvero, e rappresenta un piatto cucinato a puntino.


Urlando come dei vichinghi indemoniati, abbiamo frantumato armature e marciato vittoriosi sulle forze nemiche. Dov’era Gondor quando i nostri villaggi indifesi cadevano? Dov’era Gondor quando ci è esplosa la lavatrice? Dov’era Gondor quando venivano escluse battaglie come quella di Avatar, quella de La mummia – Il ritorno e un’altra dose di Mel Gibson ne Il patriota? Purtroppo ogni grande impresa ha i suoi martiri, quindi siate clementi con i selezionatori.

PS: qualcuno ricordi ad Achille che con la promozione di Iliad ha i Greci illimitati verso Troia.

Spartani alla carica

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