SI SCRIVE ALLA SCRIVANIA: Il Nostro Ricordo del maestro Ennio Morricone

Il più celebre compositore di colonne sonore italiano, responsabile di composizioni memorabili come Nuovo Cinema Paradiso e The Mission, è scomparso questa notte. Di seguito il ricordo di alcuni dei membri della redazione di Monster Movie.

Ennio morricone scrivania


Ennio ed Io

di Francesco Berta

Si è spento questa notte il maestro Ennio Morricone, a Roma. Figura leggendaria per tutti gli italiani e considerato il più importante compositore italiano di musica da film, io Morricone non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. L’ho conosciuto attraverso i suoi dischi, e inizialmente è stato amore e odio. Mi ricordo bene di come, agli inizi della mia passione di collezionista di colonne sonore, non riuscivo a capacitarmi di come fosse apprezzato e stimato da chiunque. Mi ero limitato ad ascoltare i temi più famosi e non mi ero ancora tuffato nella mole di lavoro per il cinema scritto da Ennio, ma non riuscivo a trovare un legame emotivo con la sua musica.

C’è voluto tempo, prima che la sua arte mi entrasse veramente dentro.

E appunto con il tempo, è svanito tutto ciò che non importava (la sua personalità, le dichiarazioni molto “dure”, il suo amore e il suo mettere in primo piano la musica “assoluta”). E per noi amanti del cinema, Ennio lascia al mondo un’eredità incredibile di capolavori assoluti della musica da film, da prendere, ascoltare e riascoltare all’infinito per apprezzarne le sfumature più sottili. Ci lascia centinaia di melodie memorabili, la maggior parte riconoscibili in un soffio, e centinaia di lavori meno famosi, inesplorati, che solo i collezionisti più sfegatati conoscono.

Ennio-Morricone tromba

E quando ho deciso di leggere i suoi libri e le sue interviste, proprio lì ho trovato l’insegnamento più grande, che applico ogni giorno: Ennio mi ha insegnato che un compositore e artista che si rispetti deve fare i conti e far coesistere due approcci fondamentali: da un lato la sperimentazione, dall’altro la scrittura melodica. La prima, per esplorare possibilità moderne non ancora scoperte del mondo della musica, e il secondo per rendere le opere che scriviamo fruibili, melodiche, condivisibili ed emozionanti. E la sua dedizione al lavoro, costanza e notevole mole di output creativo sono ispirazione costante, soprattutto nei momenti di difficoltà.

“Come affrontare un momento di crisi?” gli viene chiesto in un’intervista.
“Ennio ce la fai ancora?” Mi domando a volte. Poi mi ribocco le maniche e torno a lavorare”.


Un lavoratore italiano

di Matteo Berta

Ennio era un lavoratore, un lavoratore italiano, di quelli che si riconoscono per la grande qualità e dedizione nel mestiere. Non era il mio compositore preferito, forse nemmeno presente nella mia top ten, ma sicuramente occupava un posto speciale nel mio cuore. Nonostante l’apparente mancanza di umiltà che poteva far trasparire nelle interviste, uno degli aspetti del suo carattere che più ho apprezzato è stato quello relativo alle sue scelte.

morricone williams

Morricone, ormai celebre in tutto il mondo e osannato da i più importanti cineasti, in primis Tarantino, poteva scrivere per chiunque, avrebbe potuto selezionare i suoi progetti con molta più “superficialità”, mentre ha sempre dedicato molta attenzione anche ai lavori “minori”. Morricone ha scritto per centinaia di film, molti dei quali sono serial televisivi della Rai o film considerabili di serie B. Ricordiamo al gentile lettore mostrifero che Morricone ha scritto la colonna sonora de L’ORCA: Non è Jaws, non è Lupo, sa soltanto quello che non è!, ovvero un tentativo di emulazione de lo Squalo da parte di produzioni italiane. In quel caso Ennio si trovò a scrivere la musica basandosi sul lavoro del suo amico John Williams. Morricone è stato, in sintesi, un grande musicista, un grande musicista italiano.


Il nome sopra ogni cosa

di Manuel Bestetti

Quando un pezzo di storia così grande del cinema mondiale ci lascia è sempre difficile parlarne, soprattutto se gran parte delle sue colonne sonore che conosci sono solo le più famose. Poi inizi a fare ricerche, e ti rendi conto che Morricone ha musicato film di tutti i tipi. Ecco quindi che dai un nome al compositore di Holocaust 2000, film con Kirk Douglas che ricordi vagamente ma che ora non puoi fare a meno di rivedere. Fai ricerche e ti rendi conto che quella volta che Jack Nicholson si è trasformato in un lupo mannaro in Wolf – La Belva è Fuori le note che passavano in sottofondo erano le sue.

Morricone e Tarantino

Poi ripensi ai grandi film Western che non hai mai visto, ma che conosci soprattutto per le loro musiche e i loro incredibili momenti finali (Ehi Biondo!), a un particolare film Western moderno e ricordi che anche quello, ovviamente, è musicato da lui. Ti rendi conto che, volente o nolente, senza mai andare alla ricerca dei suoi maggiori lavori, hai costantemente incrociato la vita con le note scritte da Ennio Morricone. E solo in quel momento capisci che, come con molti altri registi e attori più o meno famosi, nonostante tu non ti sia mai definito un suo fan, ti ritrovi a sentire un vuoto creatosi dopo la sua morte. Perché, nonostante tutto, il nome di Ennio Morricone è finito sulle colonne sonore di talmente tanti film che chiunque, anche senza saperlo, lo ha incontrato nella sua vita e questo è un indizio di quanto lui, per il cinema, sia stato importante.


Un fuoriclasse di mestiere

di Alessandro Sivieri

Fortunato è chi riesce a fare la differenza in un ambito comportandosi in modo naturale. Dividendosi tra kolossal e opere di nicchia, Morricone è sempre riuscito a metterci del suo, a impreziosire il racconto audiovisivo senza soverchiarlo. Certo, è difficile pensare alla Trilogia del Dollaro o a La leggenda del pianista sull’oceano senza i suoi temi, ma questo è dovuto alla sua capacità di rendersi sempre riconoscibile, soprattutto per chi ascolta le colonne sonore in modo autonomo. Chiudendo un attimo gli occhi e lasciandosi galleggiare in un flusso slegato dalle immagini, si assottiglia la distanza tra le note e le parole. Senza pregiudizi sul genere o sull’autore, Ennio rielaborava stili, inventava, faceva in modo che ogni cosa suonasse familiare, come un ritorno a casa.

 

L’umiltà e la dedizione al pubblico erano tipiche del fuoriclasse che non si rende conto del suo essere speciale, ma quando vieni corteggiato e omaggiato dalle produzioni di mezzo mondo, speciale lo sei senza dubbio. Forse, dopo anni di studi e impegno per primeggiare tra i grandi, a Ennio conveniva così: ignorare la celebrità e far finta di dilettarsi con gli strumenti di routine, una passeggiata nel parco con qualche orchestra di mezzo. In questo modo l’incanto non si sarebbe spezzato, alla stregua di un miraggio che svanisce quando lo osservi con troppa insistenza. Dal canto mio, ho potuto ascoltarlo dal vivo l’anno scorso, a Lucca. All’estasi dell’oro provata durante il concerto si sovrappone la gratitudine per un’esperienza che, ora più che mai, è irripetibile.


Musica al servizio dell’emozione

di Carlo Neviani

Credo ci sia un motivo perché Ennio sia così stimato a livello nazionale e mondiale. La sua incredibile capacità di unire musica “alta” a musica popolare. Sinfonie alla portata di tutti, e canzoni dalla struttura eccellente. Morricone scriveva musica per il cinema, con le qualità del cinema. In poche parole, sapeva far emozionare. Oggi ho letto un post pubblicato dal critico Gianni Canova che riassume tutto questo: “Chi non si è sentito struggere sentendo il Deborah’s Theme di C’era una volta in America o è sordo o ha un cuore di cemento armato. Grazie Ennio”.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.