BATMAN: IL RITORNO – 30 anni dopo

il

Retrospettiva sul secondo film di Tim Burton dedicato al Cavaliere Oscuro.

di Nicola Fasanini

Ebbene sì.
A ‘sto giro si ritorna a parlare del crociato mascherato più amato di sempre. Considerando che in questo giorni si fa un gran parlare di tale personaggio, grazie alla nuova pellicola di Matt Reeves, vuoi non fare un articolone sul 30esimo anniversario del secondo, controverso, spettacolare adattamento di Tim Burton?

Ma certo che sì! E allora daje!

batman returns personaggi

Sono quindi passati trent’anni dall’uscita di Batman Returns. Per la precisione saranno 30 anni ad agosto… ma avete capito, insomma. Già se ne parlò tempo fa su questo sito grazie a un pezzo del buon Matteo che vi lascio qui (Batman 3 mai nato).  Ma oggi ne parliamo ancora. Perché non è che sono 30 anni di un filmetto di supereroi a caso. Sono 30 anni dal film di supereroi che conosci a memoria e di cui tuttora uno si porta i monologhi del Pinguino ai provini, quindi fate i vostri conti. Nel ’92 abbiamo inconsciamente assistito a quello che è stato uno degli eventi cinematografici più controversi nella Storia del cinema.

Un Tim Burton insoddisfatto di un capitolo precedente, che aveva però incassato un bel po’ di fantastilioni di dollari, e che entrò per sempre nella cultura pop. Una Warner Bros. che voleva a qualunque costo un seguito. Una storia di compromessi, casini, contratti strappati e ogni altro genere di seccature di produzione esistenti, che ci hanno però regalato il più grande film di natale mai girato. Perché ricordiamolo, di questo si tratta. Il vero succo di Batman Returns è uno soltanto: il rancore dei dimenticati. Persone che sono state schiacciate da una società che impone un dittatoriale modello di esistenza, quello stesso modello che spinge i genitori di un neonato Pinguino a buttarlo in un fiume, o a una mite e maldestra Selina Kyle ad andare completamente fuori di testa.

pinguino danny devito

Ambientate tutto questo nel periodo natalizio, dove le crisi depressive schizzano alle stelle. Et voilà, ottenete la più grande critica sociale mascherata da film di supereroi che abbiate mai visto. Questo vi fa capire questa pellicola sia cupa. Davvero molto più cupa rispetto al precedente capitolo. Come già saprete, questo grado di cupezza venne subito bocciato dalla solita gang di Karens “perché nessuno pensa mai ai bambini”, che naturalmente non ne comprese l’intensissimo valore contenutistico. Certo sarebbe da imbecilli non ammettere che ci sono diverse scene piuttosto forti, ma da lì a ritenerlo diseducativo, ultraviolento peggio di Terminator 2 (sì, è una dichiarazione fatta realmente) ce ne vuole. E se la psicologia della pellicola non vi convince, allora passiamo ai piccoli tecnicismi.

tim burton e michael keaton batman returns

A dispetto del primo, fotografia e movimenti di macchina cambiano drasticamente. La prima è nettamente migliorata, molto meno “sgranata”, per usare un termine rude, e con un filtro grigio/nero che è uno spettacolo per gli occhi. I movimenti di macchina invece sono molto più rudi: sono fatti in particolare per mettere continuamente a disagio lo spettatore, che ha la REALE sensazione che Gotham City sia davvero un postaccio da evitare a tutti i costi. Per quanto riguarda le interpretazioni c’è qualcosa di davvero sublime, questa volta. Il glorificato da alcuni e criticato da tutti gli altri Pinguino per primo. Che c’è sempre stata questa lotta tra bande fra chi ritiene che sia stata un’interpretazione divina e chi, invece lo ritiene una costante overacting. Personalmente? Abbiamo visto cosa succede se lasci Danny DeVito pascolare libero. Scatenare completamente un caratterista eccezionale.

catwoman e pinguino batman returns

La sua non è stata una prova eccelsa, ma una prova ottima. Ha ricreato da zero un personaggio già esistente, uscendo dai suoi canoni “comici” pur mantenendone una fetta. Poi beh, Michelle Pfeiffer, ragà, di cosa stiamo parlando? Di un’attrice che in unico film interpreta tre, dico tre personaggi differenti. Selina Kyle imbranata, Selina Kyle rinata e sicura di sé e la Catwoman più sexy e squilibrata di sempre. Ma la vera bomba, secondo me, l’ha fatta lui. Michael Keaton. Lui è riuscito non solo a interpretare Batman, ma a interpretare Bruce Wayne che interpreta Batman. E vuole fartelo capire subito all’inizio. Quando il bat-segnale lo sveglia dal suo sonno e lui lo osserva. Con uno sguardo devastante e devastato dal senso di dovere che ha nei confronti della sua città. Ma tranquilli che non mi sono dimenticato di Cristopher Walken, qui nei panni del multimiliardario Max Schreck (e qui le battute si sprecano).

Ma poi anche la musica di Danny Elfman, che qui è una follia assoluta e che è la prova devastante di quanto, ahimè, al giorno d’oggi sia decaduto. Ma così come lo stesso Burton. C’è questo fatto, che da dopo i casini che ci furono con McDonald’s e la stessa Warner Bros., Burton aggiustò il tiro. Fateci caso. Non abbiamo mai più avuto un film suo con uno stile alla Batman Returns o alla Beetlejuice. Il mistero di Sleepy Hollow ci provò ma molto timidamente, e poi era indirizzato pure a un altro pubblico, quindi già si parò il culo.

batman returns rampino

Concludo poi con un fatto: Batman Returns è un film alla L’Impero colpisce ancora, quel secondo capitolo dove gli eroi le prendono, e qui il Batmanone ne prende un casino. Soprattutto schiaffi morali. Quegli schiaffi morali che, in contemporanea, prende anche lo spettatore. Specie se sei uno di quelli che considerano il film una sorta di rito da attuare ogni natale. Un rito che consiste nel guardare la pellicola nei giorni esatti in cui è ambientata. Il film inizia il 19 dicembre e tu guardi tutte le scene ambientate durante il 19 dicembre, per dire. Ecco, un piccolo fatto inquietante. Sei alla mattina del 25 dicembre 2021. Sono le 4 del mattino e sei appena tornato dalla sbronza della vigilia. Sai che devi concludere il rito come da una quindicina di anni a questa parte. Ti manca proprio l’ultima scena, quella in macchina. Le immagini passano e tu rifletti. Isterie di massa, criminali che si danno alla politica, gente che impazzisce a livelli orribili, giornalisti ovunque. Ti rendi conto che, 30 anni fa, il tuo film preferito ha predetto il futuro di questa società che non lo vuole ammettere, ma è sempre più simile a QUELLA Gotham City.

E non appena realizzi tutto, sullo schermo, la voce di Alfred dice:

“Beh, a parte tutto… buon natale, signor Wayne.”

Un commento Aggiungi il tuo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.