ANTEPRIMA MOSTRUOSA – Morbius

Il Sony’s Spider-Man Universe propone un altro tassello introducendo un personaggio a metà tra l’eroe e il villain… o no?

di Manuel Bestetti

Prima dell’inizio della proiezione stampa è stato mostrato un video di Jared Leto che ha introdotto la visione. Leto ha parlando del protagonista che rimane sulla sottile linea che demarca l’eroe e il villain. Una frase che è stata usata molto spesso negli ultimi anni, basti pensare al primo capitolo della Suicide Squad di Warner Bros. Non sempre (se non praticamente mai) la frase ha veramente rispecchiato ciò che prometteva e, dopo la visione, è possibile affermare che anche in questo caso la linea non solo non viene praticamente mai varcata, ma si rimane anche parecchio distanti da essa.

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Jared Leto è Michael Morbius: scienziato pronto a tutto pur di trovare una cura alla sua malattia.

Morbius risulta comunque un film discreto, un buon tassello che alza sicuramente la qualità proposta fino ad ora dalla Sony con i personaggi dei fumetti quando non è in collaborazione con i Marvel Studios. A differenza dei due Venom, infatti, l’atmosfera si mantiene su buoni livelli per tutta la durata della pellicola senza cadere in battutine fuori contesto. Il personaggio principale ha delle chiare motivazioni che lo sostengono e non ci sono passaggi troppo caotici in una sceneggiatura che pare scritta abbastanza coerentemente. Qualche piccolo problema di montaggio crea problemi di continuità logica, ma il tutto rimane su un livello decente. Se si entra in sala con la volontà di divertirsi un paio d’ore senza pretendere di essere davanti al nuovo Quarto Potere (o banalmente al nuovo No Way Home) allora si uscirà discretamente soddisfatti. Da notare anche un paio di rimandi ai classici vampiri della letteratura e del cinema: piccoli dettagli ben accetti.

jared leto daniel espinosa regista
Jared Leto e Daniel Espinosa: protagonista e regista.

Jared Leto, nonostante non faccia la prova d’attore della vita, riesce comunque a dare quel qualcosa in più sia al personaggio sia alla pellicola nella sua interezza. Morbius se esplorato può dare spunti parecchio interessanti ma il suo essere bloccato in un film sulle origini tarpa momentaneamente le sue ali. Leto, nonostante questo, ha dimostrato di poter tenere in piedi un film grazie al suo carisma. In opposizione a Leto abbiamo Matt Smith, un villain puro che gli darà parecchio filo da torcere. Smith, conosciuto principalmente al grande pubblico per aver interpretato l’undicesimo dottore in Doctor Who, dimostra ancora una volta di essere un grande attore, prendendo il classico villain di passaggio e provando a renderlo quanto più interessante possibile. Non siamo di fronte a Darth Vader o a Thanos, ovviamente, ma il suo lo fa bene e la storia che intreccia i due personaggi è abbastanza interessante da catturate l’attenzione dello spettatore.

michael morbius ultrasuoni
Uno dei poteri di Morbius: l’utilizzo degli ultrasuoni.

Veloce menzione per gli attori comprimari: abbiamo Adria Arjona nei panni di Martine Bancroft, l’interesse amoroso di Morbius, un ruolo poco interessante che serve solo da motivazione per aiutare il vampiro a decidere come gestire il suo nuovo potere. Jared Harris è Nicholas Morbius, il mentore del protagonista e scienziato che studia la sua malattia per cercare di salvargli la vita. Un ruolo senza infamia e senza lode, esattamente come quello del duo Tyrese Gibson/Al Madrigal, che interpretano due agenti dell’FBI che cercano indizi sugli strani omicidi che vengono compiuti durante la pellicola. Nessuno di questi attori brilla o risulta memorabile. Esattamente come successo con i film di Venom, infatti, sembra che la Sony voglia mantenere l’attenzione solo sugli eroi cercando in tutti i modi di dare loro il più spazio possibile, con il palese tentativo di creare un attaccamento con il pubblico. Un tentativo, però, ben lontano dal successo che i Marvel Studios hanno avuto (e continuano ad avere) con i propri personaggi.

michael morbius vampiro trasformato
La forma definitiva di Morbius

Alla regia troviamo Daniel Espinosa, regista del buon Life – Non oltrepassare il limite del 2017 (film che, tra l’altro, era stato associato a Venom per la somiglianza tra le due creature protagoniste). Anche in questo caso si rimane sul medesimo livello dell’intera produzione: qualche buona idea qua e là ma nulla di incredibile. Espinosa è un buon mestierante che porta a casa il lavoro senza sbavature evidenti. Il reparto degli effetti speciali, invece, non ha per nulla sfigurato: qualche scena non è allo stato dell’arte ma abbiamo visto di peggio. Le trasformazioni sono ben fatte così come l’effetto sul viso di Morbius risulta verosimile. Rispetto ai due Venom (e anche a molte scene di Spider-Man No Way Home, bisogna dire) è sicuramente un passo in avanti.

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La troupe sul set del film.

Sony porta a casa quindi un discreto film a tema vampiri supereroi con il quale spera di portare avanti il proprio universo cinematografico di personaggi di Spider-Man. La nostra speranza è che la qualità, da qui in avanti, si alzi e non si assesti su questi livelli perché, a lungo andare, potrebbe risultare poco interessante guardare sempre lo stesso film riproposto in diverse forme. È ciò che viene spesso contestato ai Marvel Studios da chi non ha mai visto i suoi cinecomic o da chi li ha guardati solo superficialmente: creare dei copia/incolla cambiando solo ambientazioni e attori. Questo è ciò che fino ad ora ha fatto Sony con i tre film del suo universo: c’è bisogno invece di cambiare rotta e cercare di dare qualcosa di diverso a dei personaggi che meritano molto di più. In questo senso le due scene dopo i titoli di coda possono essere un buono spunto: se c’è un’effettiva idea dietro a ciò che abbiamo visto, c’è la possibilità di vederne delle belle.

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Poster del film con il protagonista.

Vi invitiamo quindi ad andare al cinema a guardare Morbius senza pretese: godetevi quel poco che il film ha da offrire e ne uscirete soddisfatti. Siamo ancora agli inizi di un universo condiviso che sembra non sapere dove vuole andare, diamo però fiducia e vediamo in che direzione si muoverà da qui in avanti. Ripetiamo: è un passo avanti, riconosciamo questo sforzo e andiamo avanti in questa direzione.

Ecco la videorecensione del nostro Matteo:

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