DRACULA: La Bussola Oscura

Recensione del terzo episodio della serie della BBC in collaborazione con Netflix dedicata al vampiro più famoso della storia.

di Matteo Berta

Giunge al termine la storia di una delle migliori versioni del Re della Notte. Il Dracula realizzato da BBC Studios con Netflix è una ventata d’aria fresca, o meglio dire “lugubre” nei confronti delle precedenti rappresentazioni stantie. Il secondo episodio (Qui la recensione) ci aveva lasciati con un cliffhanger non indifferente e in quest’ultima parte della storia i nodi vengono al pettine. Per raccontare al meglio il mio pensiero, ho deciso di dividere in due parti questo articolo, ove la prima metà garantisce un pensiero generale su questa conclusione e sull’intera serie, mentre la seconda parte scende nel dettaglio dell’episodio The Dark Compass, ed è spoiler.

Dracula_spoiler.jpg

Se nei primi due capitoli si rifletteva maggiormente sulle potenzialità del protagonista, questo terzo episodio si concentra sulle sue debolezze, mostrando come il vampiro più temuto (e più longevo) della storia possa umanizzarsi quando si entra a fondo in determinati discorsi. Il confronto tra Dracula e la sua acerrima nemica prosegue e si evolve in qualcosa di inaspettato, sia per i due contendenti che per lo spettatore stesso. Ogni personaggio di questa storia, alla fine dei conti, dovrà far conto con i propri obbiettivi e con delle scelte importanti, soprattutto per quanto riguarda i nuovi ruoli introdotti in quest’ultimo episodio. Inizialmente appaiono come dei semplici figuranti che impreziosiscono le portate di Dracula, ma successivamente si dimostrano centrali, sia per le narrazioni dei protagonisti, sia per l’intera vicenda.

mads mikkelsen dracula.jpg

Per quanto abbia desiderato una versione di Dracula televisiva gestita interamente da Bryan Fuller con Mads Mikkelsen nel celebre ruolo di Principe della Valacchia, devo ammettere che Mark Gatiss e Steven Moffat hanno realizzato un ottimo prodotto. L’unico aspetto negativo è da ricondurre alla colonna sonora, dove il “comunemente” ottimo David Arnold, imbastisce una partitura insipida e dimostra di aver sprecato una grande occasione. L’aspetto più positivo della serie e soprattutto di quest’ultimo episodio, sono senza ombra di dubbio quelle che potrebbero essere definite come le rianjohnsonate: brusche sterzate nei confronti della tradizione in favore di un cambio di paradigma che garantisca originalità e rinnovamento.

dracula_bussola oscura

ALLERTA SPOILER

Nella recensione del primo capitolo abbiamo parlato delle iniziali differenze di Dracula nei confronti degli standard del personaggio cinematografico e letterario, il primo capitolo si intitolava “Le Regole del Mostro” e venivano inizialmente messe in discussione da Agatha e da Johnny, ora invece, giunti alla conclusione, è lo stesso Dracula a fare i conti con le proprie regole. Il fatto che i principali dogmi del vampiro siano solamente frutto di superstizione e che lui stesso ne sia illogicamente sottomesso, è la trovata più interessante della serie. Dracula, il re dei vampiri, il non-morto per eccellenza: teme la morte. Lo scopo principale della sua nemesi invece, non risulta più quello di sconfiggere il cattivo, ma in qualche modo di liberarlo. Proprio come nel finale della terza stagione di Hannibal, il cacciatore e la preda si uniscono e diventano una cosa sola, Agatha e Dracula, nel finale della serie sono un tutt’uno, fatto di mortalità e soprattutto, sono una vita conclusa.

fiunale_dracula_serie_netflix.jpeg

Il cambio di paradigma risiede anche nelle piccole cose, in scelte che potrebbero essere definite dissacranti, ma che rispecchiano perfettamente l’animo di questa nuova versione di Dracula, in riferimento al suo umorismo e a sequenze ironiche ma estremamente funzionali, come quanto il vampiro, giunto nella modernità, si trova intento a utilizzare un applicazione di incontri considerandola come uno strumento di consegna di cibo a domicilio e una volta che si trova in contatto con una donna, le manda un messaggio corredandolo con l’emoji del vampiro.

22968170-7850059-image-a-251_1578093297819.jpg

Questa serie ci insegna che i mostri non hanno per forza le zanne e vivono nella notte per essere considerati tali. Essi possono confondersi tra di noi, e possiamo essere noi stessi delle mostruosità. Ciò che ci corrode sono le nostre paure, i nostri timori sono i motori delle nostre azioni. Le nostre sicurezze, per quanto stabili e confortevoli sono i nostri limiti e le nostre difese.

Di seguito la recensione dei precedenti due capitoli.

DRACULA: Le Regole del Mostro

DRACULA: Veliero Di Sangue

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.