Lettera di reclamo di uno squalo indignato di Hollywood.
di Nosferaptor
Se siete degli esseri pinnati e con almeno cinque file di denti aguzzi, dovreste essere affamati di bagnanti innocenti. O meglio, era così fino a quando non abbiamo parlato con Bruce. Ebbene sì, la redazione di Piaceri Lardosi si è lanciata in un’inchiesta nei meandri dei monster movie abissali, andando a pescare la voce solitaria di un addetto ai lavori. Ecco a voi ghiottoni, in esclusiva mondiale, il racconto di uno squalo bianco che vuole rimanere anonimo, e che per comodità chiameremo Bruce. Dopo un periodo da astro nascente, Bruce si è scontrato con il crudele mondo dell’industria del cinema e dello star system. Si è dovuto accontentare di parti via via più umilianti ed è qui a narrarvi le sue disavventure, insieme ai pregiudizi che circondano la sua specie. Protendiamo cautamente il microfono tra le sbarre della gabbia e lasciamo la parola a Bruce, del quale ci fidiamo (vogliamo specificarlo) al 100%. La gabbia è per fare scena. Davvero.
Memorie di una star pinnadotata
Mi chiamo Bruce, sono uno squalo e sono fiero di esserlo. Posate la fiocina e ficcatevi in testa che la mia dieta non è a base di surfisti idioti, bagnini e tizie maggiorate urlanti. Pensate davvero che il nostro passatempo principale sia mordervi le chiappe? Sappiate che esistono più di 500 specie di squali al mondo, e che solo una decina sono pericolose per la vostra gente. Non volete ancora entrare in acqua? Beh, vi informo che, in base alle statistiche, è più facile rimanere uccisi da una mucca, da un fulmine, da una puntura di insetto, da un tostapane o magari da un distributore automatico. Eppure non vedo molti film sui tostapane assassini. E a proposito di acqua, è ben più probabile che qualcuno di noi inciampi in qualche schifezza che avete buttato nell’oceano.
Rara immagine di uno squalo che ha appena pestato dei Lego.
I media e l’intrattenimento fanno di tutto per venderci come predatori spietati, oltre ad attribuirci poteri da fumetto. Innanzitutto non siamo i cani da tartufo delle frattaglie, quindi non percepiamo una goccia di sangue a chilometri di distanza. Alcuni di noi, come gli squali bianchi, mordono per capire cosa hanno davanti e si allontanano in fretta e furia. Se anche avessimo fame, il nostro stomaco non ha un’alta tolleranza per le numerose e minute ossa umane. Per darvi un’idea, è come se vi venisse in mente di inghiottire un hamburger pieno di stuzzicadenti. Senz’altro meglio che mangiarci le pinne, perché sì, in certi paesi asiatici è tradizione preparare la zuppa di pinne di squalo, spesso mutilandoci e poi rigettandoci in mare. Ma tranquilli, siamo noi quelli violenti…
Uno squalo volenteroso cerca di liberare un sub dalla sua prigione mentale.
Vero, ci capita di attaccare un bagnante, ma si tratta di un equivoco: pensiamo che si tratti di una foca. Sapete, c’è un tizio sdraiato su una lunga tavola bianca, con le braccia che fendono l’acqua, e a noi ricorda tanto quelle grasse e succulente foche. Ovvio, non è facile scusarsi dopo un tale fattaccio, specie se l’uomo-foca sta agonizzando a riva. Questa serie di circostanze ha contribuito a rafforzare la nostra immagine di serial killer. Se cerchi lavoro, la cosa può tornare utile, ma a quale prezzo? Ricordo bene il mio primo ingaggio per un film: era per un regista emergente, che da adesso chiameremo Señor Spielbergo. La pellicola si intitolava Lo squalo e sembrava che parlasse proprio di me. Rispecchiavo tutti i requisiti fisici. Il problema era entrare nel personaggio.
Il povero Bruce costretto a fare da divanetto.
Credevo di essere l’eroe e invece ero il cattivo. Volevano che mangiassi delle persone, mentre il catering mi sembrava più che sufficiente. Non vi dico i battibecchi quotidiani con Spielbergo…
Bruce, mangia quella signorina.
Ehm, non me la sento. Non si potrebbe avere una foca?
Lo vuoi questo lavoro? Allora mangia la tizia!!
Avrei voluto sprofondare, e se lo dice un pesce il disagio è alle stelle. Si è trattato di mobbing in piena regola. E la gloria? Di autografi neanche a parlarne, perché la gente non si fidava del mio sorriso a 300 denti. Il ruolo dell’assassino mi si era cucito addosso in modo permanente, come Harry Potter per Daniel Radcliffe, ma almeno lui può ubriacarsi nei locali. In acqua il Cuba Libre si diluisce subito, come le lacrime.
Non sembra anche a voi una foca? No? Una supposta umana… ?
Per la depressione mi diedi ai film di serie B, ma la situazione non migliorò affatto. Ho fatto cose che voi mammiferi non potreste immaginare. In Shark Attack 3 mi hanno fatto ruggire. Non scherzo. Sapeste il mal di gola. In Blu profondo ho dovuto imparare a muovermi in retromarcia (ma senza il dannato parcheggio a S). Ho accettato perché mi avevano promesso di girare Jurassic Park nell’acqua. In Sharknado io e la mia famiglia siamo finiti in una tromba d’aria per addentare la gente al volo. In effetti è di questo che dovrei vergognarmi. A tutti gli squaletti in ascolto: don’t try this at home.
Esiste pure un videogame a me dedicato, dal titolo Maneater, dove devo mangiare le tartarughe e rovesciare le moto d’acqua. A mio cugino è andata meglio: era in vacanza a Tijuana e ha inseguito per un’ora e mezza Blake Lively in bikini. Gli è riuscito così bene che dei produttori lo hanno filmato per un’altra ora e mezza, girando The Shallows. Lui era contentissimo, la Lively un po’ meno. Mio zio invece è un po’ panciuto e ha scritto “Megalodonte” sul curriculum, anche se quella specie è estinta da milioni di anni. È riuscito a farsi scritturare per The Meg, dove ha fatto a pugni con Jason Statham. Ha vinto il pelato, ma l’incontro era truccato, ve lo garantisco.
Mio zio alla première per il secondo round.
Ci sono giorni in cui vorrei davvero fare strage di stabilimenti balneari e mozzicare il Señor Spielbergo, che alla fine è diventato il mio babbo putativo, ma poi mi rendo conto di una verità innegabile: abbiamo milioni di anni sul groppone, siamo più vecchi dei dinosauri, e rimaniamo tra gli animali più fighi del pianeta. Ci sarà un motivo se ve la fate sotto davanti a una pinna a pelo d’acqua, se da piccoli volevate essere come gli Street Sharks, se ancora facciamo il pieno nei cinema. Anche quando ci atteggiamo da cattivi, noi squali siamo brave persone. Senz’altro più di voi.
Per comprendere meglio la genealogia di Bruce, vi rimandiamo alla nostra puntata speciale Jawsome!, in collaborazione con Zoosparkle.