CineSauri – Capitolo 6: La trilogia di Jurassic Park

Torna la rubrica CineSauri, e torna parlando del miglior brand cinematografico di tutti i tempi: Jurassic Park!

di Manuel Bestetti

Il 18 settembre 2020 su Netflix verrà rilasciata la prima stagione di Jurassic World – Camp Cretaceous, la prima serie animata dedicata al brand creato da Steven Spielberg. Questo evento dimostra quanto, ora più che mai, il franchise di Jurassic Park sia vivo e pronto a espandersi, mostrandosi in altri media che non siano quelli cinematografici. Oggi, per la nostra rubrica Cinesauri, andiamo a recuperare la trilogia originale per ripercorrere le grandi evoluzioni tecniche e narrative che hanno portato Steven Spielberg e Michael Crichton!

Eh si, Steven Spielberg ha ucciso un Triceratopo per girare Jurassic Park!

Jurassic Park uscì nei cinema americani l’11 giugno 1993, divenendo in breve tempo un enorme successo. Steven Spielberg decise di acquistare i diritti cinematografici prima che il libro venisse pubblicato, tanto credeva nella riuscita del progetto, e subito altri corsero ai ripari con la loro personale versione di blockbuster a tema dinosauri (come ad esempio Carnosaur, del quale abbiamo parlato QUI). Inutile precisare che i concorrenti non arrivarono allo stesso risultato: mentre quei film a basso budget puntavano a rendere i dinosauri la minaccia principale, Jurassic Park dava spazio alle problematiche legate alla clonazione, al caos e al voler ribaltare le decisioni della natura.

Jurassic Park Tirannosauro

L’enorme passo in avanti negli effetti speciali portato da Jurassic Park ha inoltre dato inizio all’era della computer grafica: nonostante il regista si fosse rivolto agli Stan Winston Studios per creare tute e animatronic a grandezza naturale, gli effetti in computer grafica hanno superato di gran lunga questi ultimi, arrivando a diventare all’epoca il film con più effetti speciali computerizzati di sempre. In un primo momento Spielberg era intenzionato a utilizzare una versione moderna della Stop-Motion, ma quando gli vennero mostrati dei video di prova ne rimase talmente impressionato che cambiò subito idea. Ci vide giusto: in confronto agli altri film con i dinosauri usciti nello stesso periodo, Jurassic Park ancora oggi ha il pregio di non essere minimamente invecchiato: la scena dell’evasione del Tyrannosaurus Rex è ancora oggi una delle più riuscite e ricordate di tutti i tempi.

Steven Spielberg con stegosauro

Se un film fa successo, è giusto iniziare a pensare a un sequel. Questo è ciò che fece Steven Spielberg, seguito a ruota da Michael Crichton. I due, infatti, scrissero le due storie nello stesso momento, portandole in direzioni molto distanti l’una dall’altra. In questo capitolo, che vede come protagonista principale l’Ian Malcolm di Jeff Goldblum, ci vengono mostrati nuovi dinosauri e una storia leggermente diversa. Dai recinti del parco passiamo alla natura, senza confini e senza nulla che possa proteggere i nostri protagonisti. Il prof. Malcolm è il perfetto protagonista di questa storia: il caos è il suo campo ed è ciò che troverà in questa sua missione in “soccorso” della sua fidanzata Sarah Harding. Il film, in più, si ispira in maniera palese al classico de Il Mondo Perduto di Arthur Conan Doyle: tornano infatti la foresta selvaggia e il dinosauro portato nel nostro mondo.

Scena de Il mondo perduto

Nonostante tutto, il film non ebbe il successo del suo predecessore: nella sua distribuzione originale incassò in tutto poco meno di 620 milioni di dollari, un bel salto in basso rispetto ai 910 milioni e più del primo capitolo. Anche la critica non ne fu molto colpita: entusiasta delle migliorie tecnologiche per quanto riguarda gli effetti speciali, ha invece criticato aspramente la storia e i personaggi, troppo banali e deboli per poter interessare lo spettatore. Un pensiero che, come succede spesso, si è evoluto nel tempo: ora i detrattori del rebranding Jurassic World ne elogiano i personaggi e l’ambientazione e molti lo considerano anche il migliore dell’intera saga. I grandi pregi della pellicola ora vengono finalmente messi in mostra, mentre i difetti vengono associati all’ingenuità di fine anni ’90. Il suo successo, nonostante l’incasso inferiore al primo capitolo, non viene quindi messo in dubbio.

Il franchise è poi continuato con Jurassic Park III, primo film della saga non diretto da Steven Spielberg e non tratto da un libro di Michael Crichton. Spielberg comparve come produttore e pensò di affidare la regia del film a Joe Johnston, al quale era stata inizialmente affidata anche la regia del secondo capitolo. Johnston cercò di non cambiare il mood del franchise riportando uno dei protagonisti più amati del primo capitolo, il professor Grant di Sam Neill, e inserendo alcune sequenze ispirate a momenti importanti presenti nel primo libro della saga. Nonostante questo, la pellicola venne pesantemente criticata dai fan di vecchia data per due motivi in particolare: la famigerata scena del “velociraptor parlante” e la decisione di sostituire il Tyrannosaurus Rex con lo Spinosaurus. Due scelte che, prese nel proprio contesto, non sono per nulla un pretesto per affossare un film che presenta una trama sì banale ma che intrattiene, per non parlare dei migliori effetti speciali del franchise fino a quel momento.

Alan Grand Jurassic Park 3
Vedi? Questi sono carinovori. E a breve ne vedrò uno dire il mio nome!

La produzione del film, in più, ebbe parecchi problemi: come non citare il fatto che dopo cinque settimane di riprese la sceneggiatura venne cestinata perché non convincente. Joe Johnston in primis ammise che questo fu un brutto colpo per la riuscita dell’opera, che si salvò in extremis ma non riuscì comunque a convincere appieno il pubblico. Jurassic Park III ha incassato nel suo rilascio originale quasi 370 milioni di dollari, un risultato che non convinse quasi nessuno. Dopo qualche anno di tentativi di portare un Jurassic Park IV in sala (del quale vi abbiamo parlato QUI), nel 2009 venne definitivamente scartata l’ipotesi e nessuno seppe più nulla del brand di dinosauri più famoso fino al 2011, quando Steven Spielberg annunciò al San Diego Comic Con della preparazione di un nuovo film della saga. Nel 2013 venne annunciato il nome ufficiale del nuovo film, Jurassic World, e il rebranding ebbe inizio. Arriviamo quindi ai giorni nostri: il 18 settembre l’appuntamento è su Netflix con Jurassic World: Camp Cretaceous, rinominato nella versione italiana Jurassic World: Nuove Avventure. Noi vi diamo ovviamente appuntamento al prossimo capitolo di CineSauri!

Un commento Aggiungi il tuo

  1. The Butcher ha detto:

    In un certo senso sono molto contento che Jurassic Park sia ancora molto amata come saga anche se preferirei una maggior cura per quanto riguarda il lato narrativo. Tutti i film sono comunque curati dal lato tecnico però tendono a essere poveri per quanto riguarda la narrazione. Solo il primo Jurassic Park riusciva secondo me a trovare quell’equilibrio perfetto tra regia, effetti speciali e narrazione. Un film che amo molto e che ha realmente rivoluzionato il mondo degli effetti speciali. Ci avevi fatto anche un articolo molto approfondito un po’ di tempo fa, non so se l’hai letto. Se ti interessa ti lascio qui il link: https://mymadreams.com/2020/04/25/jurassic-park/

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