Recensione del nuovo film horror dai registi di Goodnight Mommy.
di Manuel Bestetti
Dopo il successo della precedente pellicola, Veronika Franz e Severin Fiala tornano al cinema con il loro primo film in lingua inglese. Scritto dagli stessi registi con la collaborazione di Sergio Casci, The Lodge mantiene le stesse caratteristiche di Goodnight Mommy, ovvero un’atmosfera claustrofobica e una lentezza nella narrazione che però non inficia la qualità del film.
Al centro dell’azione abbiamo una convivenza forzata: Richard, a causa di impegni lavorativi, deve lasciare i suoi figli Aiden e Mia nella casa in montagna con la sua nuova compagna, Grace. I due figli, che hanno da poco perso la madre, non vedono di buon occhio Grace, soprattutto perché è l’unica sopravvissuta di un suicidio di massa a tema religioso.
Seguendo una semplice, ma mai banale narrazione, il duo registico mantiene alta l’asticella della suspense, dando l’impressione che qualcosa debba succedere da un momento all’altro. Niente risate, quasi nessun sorriso e momenti assurdi portano all’angosciante finale, magari scontato ma non per questo meno d’impatto. L’uso della musica e dei suoni è un mix perfetto per confezionare un’atmosfera tale da ricordare, per certi versi, addirittura lo Shining di Kubrick con i dovuti accorgimenti.
Riley Keough, già vista nel ruolo di Capable in Mad Max: Fury Road, si dimostra un’attrice molto talentuosa e capace. La sua Grace è un personaggio complicato, e lei riesce ad interpretarlo in maniera superba. Sarà facile empatizzare con lei, grazie anche alla piega che prende la sua relazione con i figli del compagno. Richard Armitage non brilla, ma solo perché si ritrova a dover sparire per più di mezzo film per esigenze di trama. La sua presenza, nonostante questo, riesce comunque a rendere più prestigioso il cast. Completano “l’allegra famiglia” i due figli, Jaeden Martell e Lia McHugh, entrambi molto in parte, anche se promuoverei più la seconda per la sua incredibile interpretazione. Martell, famoso per essere il Bill di IT, non riesce a spiccare come aveva fatto nel film di Muschietti, offrendo una buona prova ma nulla di più. McHugh, invece, è la vera sorpresa: bravissima nel ruolo, vedremo se riuscirà ad essere altrettanto brava in un enorme blockbuster quale sarà The Eternals.
The Lodge può essere messo nella stessa categoria di film quali sono Maniac con Elijah Wood (2012) oppure Bed Time (in originale Mientras duermes, 2011): non spaventa il sovrannaturale, ciò che non possiamo capire. Ciò che più terrorizza è il sapere che, nonostante ciò che vediamo sullo schermo sia portato all’estremo, è perfettamente attuabile nella vita reale. Franz, Fiala e Casci sono riusciti nell’intento di raccontare per immagini e sensazioni una storia pesante e drammatica. Il finale vi lascerà attoniti, e ci penserete per la maggior parte del viaggio di ritorno.