Recensione e intervista per DENTI DA LATTE!

Recensione del libro Denti da Latte di Luca Ruocco e intervista con l’autore.

di Matteo Berta

Qualche giorno fa vi abbiamo presentato Denti da Latte, il libro dell’amico Luca Ruocco! Il testo è finalmente arrivato in libreria e su tutti gli store online!

denti da latte luca ruocco per monster movie
Questa vignetta è stata dedicata dall’autore alla nostra redazione!

L’autore ci propone una lettura che tendenzialmente andrebbe indirizzata ai genitori, ma che può garantire a qualsiasi tipo di lettore un bel grado di intrattenimento e interesse mostrifero. Il testo ci conquista fin dalla prefazione, dal momento che si va a toccare un argomento sensibile per la nostra community di Monster Movie: lo stereotipo della pericolosità di certe storie horror e di mostri per la società. In realtà chi ci legge da un po’ sa di cosa stiamo parlando. La mostruosità o il prodigium, o comunemente il capro espiatorio, fa parte di un immaginario narrativo di storie di formazione in grado di educare l’individuo alla conoscenza e al rispetto dell’altro, utilizzando il mostro come specchio su se stesso e sulle proprie fobie.

Denti da latte parla di un’antica leggenda, secondo la quale ogni tot anni un vampiro di una nobile casata venga scelto per… diventare papà. Il protagonista Bela (beh, il nome dice tutto) è un principe delle tenebre, un emofago abituato alle tradizioni e orgoglioso del suo retaggio, non certo la prima scelta dell’eventuale ufficio adozioni. Eppure la scelta cade proprio su di lui! Il vampiro si ritrova così in compagnia di Vali, un infante sdentato da accudire. Qui degli stereotipi non ci si cura! Il romanzo è in grado di trattare con intelligenza e ironia la sfida della genitorialità, utilizzando con saggezza analogie e parallelismi con il mondo “molto tra virgolette” tenebroso delle mostruosità.

Le paure e le insicurezze, quando abbracciano un essere che comunemente dovrebbe essere l’incarnazione del terrore nei confronti degli altri, normalizzano degli stati d’animo che comunemente possono essere affrontati da chiunque, e grazie al contrasto di connotazioni si raggiunge una sintesi in favore della bellezza della diversità. Il messaggio più bello che si può incontrare in questo testo, dal nostro punto di vista, è quello della percezione di se stessi: ci si diverte a capire come un mostro “sempre tra molte virgolette” funzioni, e nello stesso tempo si incontrano degli inconvenienti quotidiani vissuti da colui che è il maestro del sovrannaturale.

Sicuramente è un libro indirizzato ai piccoli, ma tutti voi amanti di mostri lo saprete apprezzare.

Ora concediamoci una chiacchierata con l’autore!

denti da latte firma copie

Cosa pensi della figura del vampiro nel corso della sua evoluzione all’interno della storia dei contenuti pop e non solo, e perché hai creduto possa essere una figura in linea con il tuo progetto editoriale “di formazione”?

Ancor prima della figura del Vampiro è proprio la figura del mostro che mi ha affascinato sin dalla prima infanzia. Credo sia successo qualcosa di simile anche a voi di MonsterMovie, ma già da bambino ho subito la seduzione di quelle creature che in un modo o nell’altro riuscivano a superare i limiti – e il senso stesso – delle forme di vita ritenute più consone in natura. Lupi mannari, enormi rettili, draghi con più teste, morti viventi… si è trattato proprio di un innamoramento e sinceramente credo che capiti a un bel po’ di bambine e bambini. Per quanto riguarda i vampiri, ho sempre trovato più di un punto di estremo interesse nella figura dei non-morti. Il loro essere profondamente simili (almeno esternamente) a un vivo, ma allo stesso tempo arrivare a rappresentarne l’esatta antitesi, con l’esaltazione di alcune capacità e caratteristiche e la totale negazione di altre. Ad accrescere l’interesse verso questa figura, oltre al Dracula di Stoker è arrivato molto presto – ovviamente – il cinema. Con le varie personificazioni del Conte, prima, e con una serie di vampiri diversi più o meno riusciti subito dopo. Ma questa possibilità di poter proporre una serie di variazioni per raccontare la stessa creatura è uno dei particolari che mi ha colpito subito al cuore. Quando poi, da più grande, sono entrato in contatto con le varie tradizioni popolari collegate al vampirismo e ho scoperto che davvero la figura del succhiasangue era stata storicamente raccontata di Paese in Paese in modo anche profondamente diverso, il coinvolgimento è diventato passione. Ho voluto inserire anche in Denti da Latte questo discorso sulle varie specie di vampiro. Il piccolo protagonista Vali, infatti, avrà modo di scoprire proprio “dal vivo” che i vampiri sono tutti profondamente differenti l’uno dall’altro ma che “non esistono vampiri sbagliati, solo vampiri unici”. Ho pensato, inoltre, che affidare a un vampiro e alla sua famiglia il compito di accompagnare i giovani amici dell’horror nel loro avvicinamento a questo fantastico genere sarebbe stata una buona mossa per una serie di motivi. A partire dal fatto che approcciarsi a una creatura straordinaria – almeno apparentemente vicina agli uomini – sarebbe stato più semplice e accettabile, per continuare con le infinite possibilità di meraviglia (oltre che di paura) che un principe delle tenebre può regalare (dal sapersi mutare in altre creature, alle abilità fuori dall’ordinario).

Una dinamica simile “genitoriale mostrifera” è presente anche nella saga filmica di Hotel Transylvania, è stata in qualche modo d’ispirazione?

Ovviamente ho pensato anche io a questo apparentamento. Devo dire che l’idea non è venuta da lì. Se devo cercare una fonte di ispirazione, la trovo di più nei fumetti e nei telefilm con protagonista la Famiglia Addams. Anche lì, come nel mio libro, si mescolavano orrore, morte, mostri, comicità grottesca, humour nero e nonsense, ma anche discorsi più seri (e più o meno sottotraccia) che andavano dall’accettazione di sé stessi e dell’altro da sé, al senso di famiglia, al rapporto genitore/figlio e via dicendo. Molti di questi discorsi e messaggi sono presenti anche in Hotel Transylvania, in più lì c’è anche un vampiro come protagonista, quindi gradisco e apprezzo il paragone. Quello che mi piace sottolineare rispetto a Denti da Latte è che il piccolo protagonista Vali condividerà con la giovane e il giovane lettore il percorso di avvicinamento al mondo della notte. Il primo decide di entrare a far parte della sua nuova e strampalata famiglia di non-morti, gli altri si addentreranno grazie alla lettura al lato più oscuro del genere fantastico.

Credi che questo format possa avere un seguito, magari utilizzando altre figure dell’immaginario classico narrativo e filmico di mostri?

Che dire? La storia e i personaggi si prestano sicuramente a un progetto di serialità e devo confessare che ho già qualche idea sulla seconda avventura di Vali e Bela… ma stiamo a vedere come gli amici dell’horror più piccoli – e anche i più stagionati – accoglieranno questo primo passo!

Denti da Latte è disponibile nelle librerie e sugli store online!

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