SPIDER-MAN di SAM RAIMI – Una storia d’amore lunga 20 anni

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Una nostalgica analisi su uno dei due più grandi film basati su un personaggio Marvel mai realizzati… perché l’altro è Spider-Man 2.

di Nicola Fasanini

Ebbene sì, è giunto quel momento dell’anno in cui vieni risucchiato in un vortice iper-dimensionale che, per un attimo, ti riporta indietro di 20 anni. Quando sei un giovinotto di primo pelo che si prepara a quella che probabilmente sarà una delle estati più belle della sua vita. Perché dopo un anno torna il tuo amichetto cittadino a passare l’estate lì? Perché finalmente stai per finire la scuola e quindi potrai respirare almeno per 2 o 3 mesi? Perché finalmente il martedì torna Notte Horror? SUCA! Sta per uscire Spider-Man.

tobey maguire costume uomo ragno

Cioè non un film di animazione. Spider-Man, di Sam Raimi, nel 2002.  Quello che è rispuntato con poca sorpresa in No Way Home a fare da fratello maggiore ragnesco al protagonista, ma che risale a un’altra epoca. A quando la tecnologia degli effetti speciali aveva già affrontato la sua rivoluzione con Matrix, e quindi o sarebbe stato un bel film, o sarebbe stato un film della madonna. Che poi avevi 12 anni, quindi effetti speciali = capolavoro. Ah, la gioventù. Il fatto, però, è che già conoscevi Sam Raimi. Avevi già visto la trilogia di Evil Dead e Darkman. Sapevi chi era. Sapevi il suo stile e soprattutto: conoscevi a livello biblico la mitologia dell’Uomo Ragno. E quando venisti a sapere che ci ficcarono dentro pure Goblin, la prima cosa che pensasti fu “Oh… merda”. Chissà cosa ci avrebbero messo dentro. Chissà cosa avrebbero fatto fare ai personaggi, quali situazioni avrebbero affrontato. Viste le premesse, eri perfino preparato a un nuovo Batman Returns.

kirsten dunst mary jane

Invece, una cosa ti hanno promesso e una cosa ti hanno dato: Spider-Man. Puro, semplice, meraviglioso. Ma andiamo con ordine. Il cast. Ti ricordavi Tobey Maguire da Pleasantville, Kirsten Dunst da Intervista col vampiro e riconoscesti il ghigno di Willem Dafoe da Speed 2 (che volete farci, ero un ragazzino) ma l’impatto era perfetto. Non ti importava dell’assenza di Gwen Stacy. Non ti importava della diversità di molte cose rispetto ai fumetti (tipo la ragnatela biologica che alla fine è un’idea della madonna) perché quello era il film di Spider-Man. Importava solo quello. Vederlo al cinema, live action, con le botte e le sparate di ragnatela e le ghignate del Green Goblin. Ti importava di vedere zia May, J. Jonah Jameson più perfetto che mai. Hai ottenuto di più. Molto di più.

j jonah jameson spiderman

Non solo hai ottenuto un film sul tuo personaggio Marvel preferito che era un capolavoro. Ma hai ottenuto qualcosa di molto più profondo. Era come se la storia in sé stesse cercando di parlarti. Costantemente. Ogni singolo minuto di ogni singola scena, c’era quel qualcosa che ti veniva sussurrato e che indirettamente ti riguardava. Almeno, è così che tu personalmente ti sei sentito. “Sei un giovane, vittima di bullismo. Alzati e combatti”, “La vita è dura e verrà sempre contro di te, reagisci”, “Chiunque vorrà venire contro di te. Ma non sei solo”, “Quando tutti si aspettano che tu faccia una scelta, fanne una migliore. Sii migliore”. Il tutto condito da una colonna sonora di un Danny Elfman in una forma pazzesca e… beh, mi sembra inutile parlare delle interpretazioni FOLLI da parte di chiunque. Dell’evoluzione che tutti i personaggi affrontano. A cominciare dallo stesso Maguire fino a James Franco.

spiderman protagonisti del film 2002

Poi, beh, abbiamo anche la mitologia delle origini perfettamente rispettata in ogni singolo aspetto. Il male dell’avidità e del karma che colpisce crudelmente anche coloro che hanno sofferto e mette i giusti di fronte a una scelta. Quella scelta che li porterà o a continuare a essere giusti o l’esatto opposto. Filosofia da cui deriva la famosissima frase, simbolo di questo personaggio. “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”. Filosofia a parte, la firma di Raimi è visibilissima. A partire dai movimenti di macchina, simbolo del suo genere, ai cammei del fratello Ted e dell’amico carissimo Bruce Campbell. Ecco sarebbe stato bello farne una recensione molto più accurata, ma qui e adesso, preferisco molto di più parlare con il cuore.

willem dafoe green goblin

Omaggiare ed osannare un film che non solo ha contribuito mostruosamente a quella che fu la tua crescita. ma contribuì TERRIFICANTEMENTE alla crescita di una generazione. Eravamo tutti lì. Pronti ed esaltati. Seduti dentro a un cinema mono sala a Verolanuova. Aspettando di vedere Spider-Man picchiarsi con Green Goblin. Abbiamo ottenuto qualcosa di molto meglio. Abbiamo ottenuto Peter Parker. Un ragazzo che era contro tutti quanti, come lo eravamo noi all’epoca. E forse queste sono le cose che ci danno veramente film del genere, fatti IN QUESTA maniera. Il fatto che noi siamo esattamente come le persone sullo schermo, con l’unica differenza che loro ci raccontano la loro storia, con lo scopo di farci imparare cosa significhi fare la scelta giusta. Cosa significhi non cedere e non arrendersi, cosa voglia dire accettare le conseguenze delle nostre azioni. Solo così, in un certo senso, tutti quanti, potremmo essere un po’ simili a Spider-Man.

spiderman 2002 finale film maguire

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