THE POPE’S EXORCIST – Al mio segnale, sgominate l’inferno

Lambretta d’ordinanza, un sorso di whisky e si va a salvare l’anima di kitammorth.

di Alessandro Sivieri

*ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER*

l'esorcista del papa poster del film con russell crowe

Vostra cugina passeggia sul soffitto e vi insulta in ostrogoto? Può darsi che non si tratti di una visita a domicilio di Satana ma che stia semplicemente passando un periodo stressante. Ha ripetuto “Bloody Mary” per tre volte davanti allo specchio e ha ricevuto una cartella esattoriale, cosa che l’ha fatta andare fuori di testa, fino ad autoconvincersi di essere posseduta. Who you gonna call? Beh, in questo caso un prete può essere l’uomo giusto per il motivo sbagliato: l’effetto placebo. Fuck the psichiatra, facciamo un finto esorcismo e la vittima crederà di essere sfuggita al Demonio. Un ragionamento simile apparteneva a Padre Gabriele Amorth, che invero collaborava con diversi medici e affermava di aver compiuto, tra il 1986 e il 2007, circa 70.000 esorcismi, dei quali appena un centinaio presentavano le caratteristiche di una autentica possessione. Il resto? Disturbi neurologici, il malocchio, magari Stairway to Heaven ascoltata al contrario.

foto dell'esorcista gabriele amorth

Ora, riaffermando con forza la libertà di culto e di pensiero, è indubbio che Padre Amorth fosse un personaggio interessante, controverso. Volente o nolente, è entrato a far parte della cultura popolare, alla stregua dei riti esorcistici, divenuti materiale da film horror con relativi espedienti di spettacolarizzazione. Curiosamente, il regista del cult L’esorcista, William Friedkin, ha dedicato alla figura del celebre religioso un documentario intitolato The Devil and Father Amorth, mettendone in luce il modus operandi e arricchendo il tutto con inserti che non si distaccano propriamente dai meccanismi del genere. La suggestione, insomma, è dura a morire. Ne L’esorcista del papa, lo stesso Amorth/Russell Crowe parla del suo mestiere come di un percorso nel quale raramente si incontra il Diavolo, mentre vengono praticate di frequente cerimonie “simboliche” che necessitano un tocco teatrale. Il riferimento, neanche troppo velato, è alle produzioni hollywoodiane e all’orchestrazione di una scena che prevede fenomeni paranormali, per i quali si impiegano i soliti trucchi: levitazioni, grida laceranti, luci che sfarfallano, scosse sismiche e una generosa dose di fluidi sparati dalle fauci. Certo, a detta di chi sostiene di aver spiato in canonica da piccolo, i veri esorcismi fanno ancora più paura. L’opinione è condivisa da Padre Amorth, di fronte a una delegazione vaticana che gli fa domande su quella piccola percentuale di casi in cui Satana si palesa seriamente. Peccato che il Maligno non abbia fatto i conti con Whisky & Lambretta.

commissione vaticana in the pope's exorcist

“Lei non segue il LIBBRO!”

The Pope’s Exorcist è diretto da Julius Avery, autore relativamente giovane che ha esordito nel mondo dei lungometraggi con Overlord e Samaritan. In soldoni, giusto il tempo di mettere un piede nella porta e ci ha già venduto gli zombie nazisti e Stallone supereroe col fondo pensione. E adesso è il momento buttare giù i muri con Russell Crowstata in tonaca. Negli anni recenti l’ex-gladiatore si è presentato bolso e giocherellone, ampliando la rosa dei personaggi rispetto agli albori della carriera: è stato il villain ne Il giorno sbagliato, un idiota in Thor: Love and Thunder e un misto dei due nei panni di Mr. Hyde contro Tom Cruise. Ora si sposta in Italia, paese al quale è sentimentalmente legato, per fare a botte con Mefisto e regalarci una delle pellicole più esilaranti degli ultimi tempi. Sì, è esilarante. Proprio per questo non verrà capita da chi cerca l’ennesimo canovaccio di jump scare.

linda blair nel film l'esorcista

Parere del sottoscritto: i film con gli esorcismi sono belli ma non ci vivrei. L’esorcista del succitato Friedkin è senza dubbio una delle opere più terrificanti mai fatte e per raggiungere questo status si serve di diversi elementi. Spiccano infatti il trucco e il talento di Linda Blair, l’effettistica e un montaggio volutamente straniante, che indugia in opprimenti ambientazioni domestiche, mettendo in disparte l’accompagnamento sonoro e introducendo con una immediatezza brutale i fenomeni di possessione. Gli epigoni sono quantificabili tipo le zampette in un nido di millepiedi e gli escamotage per spaventare il pubblico sono rimasti più o meno quelli, vuoi per una grammatica cinematografica che privilegia la fulminea comprensibilità (e quindi il botteghino), vuoi per le soluzioni di scrittura che rimangono affini alla “sintomatologia” universalmente riconosciuta di un’infestazione diabolica. Deve esserci il vomito, il corpo martoriato, il bambino di una famiglia in crisi che incappa accidentalmente nel demone. E poi i crocifissi, declamazioni del Padre Nostro, un prete inesperto e un mentore veterano che ne ha “spossedute” troppe. Non importa se parliamo della saga di The Conjuring o di validi esercizi come Il rito con Anthony Hopkins, i critici diranno che si tratta di roba per impressionare i cattolici, di un repertorio del sovrannaturale che ormai è venuto a noia. Non hanno tutti i torti.

il rito film con anthony hopkins

Julius Avery supera tutto questo, sembra mettere in pratica la lezione ma, prima che ve ne accorgiate, sta già facendo quel cactus che gli pare. Riconosce che il sistema è obsoleto e lo adotta finché gli viene comodo, piazzando Russell Crocchetta nella posizione che gli interessa e trasformandolo in un Indiana Jones profondamente devoto e con problemi di alcolismo. Funziona, perbacco se funziona. L’esorcista del papa è liberamente basato sulla vita di Amorth e sui suoi libri Un esorcista racconta e Nuovi racconti di un esorcista. Dovete prendere questo liberamente ispirato con delle pinze grandi quanto la diga di Assuan, perché questa incarnazione di Gabry ha più in comune con John Constantine che con la figura storica.

prologo l'esorcista del papa

“Sono Amorth, Gabriele Amorth, stronzo!”

Vengono mantenuti gli aspetti del suo background (i trascorsi da partigiano, la laurea in legge, il giornalismo), ci sono le polemiche sul suo approccio poco ortodosso e un rimando alla spinosa vicenda di Emanuela Orlandi, ma la sostanza è composta da un 33% di stereotipi, un 33% di iconoclastia e un altro 33% di avventura fantasy. Il restante uno percento è assegnato a Franco Nero nelle vesti del Papa, che qui assolve il compito dell’uomo sulla sedia: una sorta di partner investigativo del protagonista, che si aggira in un ibrido tra gli archivi di Minas Tirith e la Biblioteca Jedi per cercare informazioni sul demone, facendosi venire un infarto quando scopre la verità. In corso d’opera si aggiunge al gruppo un prete in erba che non è molto lontano dal frate assistente di Van Helsing, ennesimo dettaglio che vi illuminerà sulle reali ispirazioni di questa pellicola, sul perché non verrà apprezzata dagli orrorofili.

franco nero attore l'esorcista del papa

Il prologo, ambientato nella Tropea del 1986, dipinge la classica immagine dell’Italia a uso e consumo dell’estero, roba da far sembrare credibile Aquaman in Sicilia. C’è il porcaro, c’è Padre Gianni che non sa bene cosa dire in merito, la famigliola a tavola, manca solo una proiezione del Nuovo Cinema Paradiso sulla facciata di un casolare. Eppure l’introduzione fa egregiamente il suo compito, mostrando in una manciata di minuti i tratti costitutivi dell’eroe, gli stratagemmi di Amorth per raggirare i demoni, la sua ironia, la personalità debordante. E proprio come un eroe o un agente segreto, il nostro Gladiatorte fa ritorno a Roma per beccarsi una lavata di capo da una commissione di prelati scettici. Per fortuna è un grande amico del Pontefice, che gli salva le chiappe e gli propone una missione ancora più pericolosa: c’è una famiglia americana in difficoltà all’estero, bisogna recarsi lì e aiutarla, poco importa se parli italiano, spagnolo, inglese o in latino (le preghiere sono più potenti in latino, parola di Gabry), tanto fottesega a nessuno in sala. Vai lì e spacca tutto.

lambretta scooter di padre amorth

Amorth non se lo fa ripetere due volte, indossa gli occhiali rosa, inforca il suo scooter e viaggia verso incredibili avventure. Va ovunque con lo scooter, senza casco. Lo usa pure per andare in Spagna. Come si fa a non amare quest’uomo? E ha pure la voce di Luca Ward! Dall’altro lato della barricata, una famiglia piena di sfighe risveglia un’antica entità che manda in vacca ogni proposito di speculazione edilizia. La vedova Julia (Alex Essoe) si è trasferita con i figli nel Vecchio Continente per abitare in una proprietà del defunto marito, un’abbazia in disuso che vuole ristrutturare nella speranza di una vendita. I figli sono equamente divisi tra l’adolescente rompiballe (Laurel Marsden) e il ragazzino con i traumi (Peter DeSouza-Feighoney), entrambi in disaccordo con le decisioni materne. La dinamica conflittuale genitore-figlio e l’esplorazione di un palazzo fatiscente che bisogna chiamare “casa” riportano alla mente Casper e Jumanji (il mutismo del fratellino è un evergreen), anche se nel sottosuolo alberga una forza ben peggiore di un fantasmino coccoloso.

ragazzina del film the pope's exorcist

“All’inferno dovrai stare finché Padre Gabry non compare.”

Gli operai aprono una crepa di troppo nelle pareti e la curiosità dei pargoli fa il resto: una presenza maligna si insidia nel piccolo Henry, dando il via a un piano più grande che non vogliamo svelare. La poca dimestichezza del giovane Padre Felipe (Daniel Zovatto) con gli esorcismi richiede l’intervento del Grigliatore, che arriva giusto per farsi un drink e rinfrescarsi le ascelle. Il suo bauletto nasconde un kit da esorcismo che ribadisce la parentela dell’Amorth filmico con Constantine e gli indagatori dell’occulto. C’è perfino una scena a tema “Groucho, la pistola!” dove una croce viene afferrata da Padre Felipe e lanciata al protagonista come uno shuriken, con tempismo perfetto, per spaccare il culo a una creatura infernale. Non solo, Amorth sfonda porte come un ariete, esplora le segrete del castello in cerca di potenti artefatti e scopre misteri sull’Inquisizione. Abbandonato l’horror puro per seguire le orme del thriller archeologico, il regista ci dimostra quanto gli piacciano le riletture mitologiche di Spielberg, Il mistero dei Templari e La mummia. Specialmente La mummia. Gli indemoniati spalancano le fauci come Imhotep, ci sono le zoomatone sui volti mostruosi, villain circondati da sciami in volo frenetico e tombe maledette che esalano gas pestiferi. In effetti ci è sembrato il miglior film di Stephen Sommers degli ultimi vent’anni.

esorcista del papa sotterranei film

Un rimedio ingegnoso di Amorth per riconoscere gli arcidiavoli è agitare di fronte a loro un’icona sacra, procurandogli uno sdoppiamento delle pupille, e questo ci ha ricordato un’altra Mummia, quella di Alex Kurtzman, dalla quale doveva svilupparsi il Dark Universe. Ed è facile – se non esaltante – pensare a questo corpulento capo esorcista contro le tipologie più disparate di manifestazioni sovrannaturali, facile quanto sghignazzare come dei ragazzini mentre scoperchia i pozzi con la motoretta e gioca con le pezze infiammabili, causando l’eruzione del Monte Fato. È cinema disinteressato, di una spudoratezza tale da rendere accettabile qualunque svolta narrativa. Ciò non significa che manchi un minimo sindacale di gravitas, utile a definire le motivazioni dei personaggi e le loro debolezze. Il Diavolo, infatti, è l’ingannatore per eccellenza e adora fare leva sui rimorsi delle persone per fargli perdere la concentrazione. Padre Felipe, per esempio, ha alle spalle qualche scappatella extratonacale con una parrocchiana, mentre Amorth non si è mai perdonato il suicidio di una sua assistita, un ricordo rimasto indenne alle ripetute confessioni. La tragedia viene messa in evidenza dal simbolismo ricorrente degli uccellini (emblema di innocenza) che vengono fagocitati durante i rituali, sotto lo sguardo costernato di Amorth. Confidarsi con il suo buddy Felipe sulla questione ne aumenterà l’attacco speciale di almeno 20 punti e gli darà un bonus sui danni critici.

padre amorth con la croce film

“Se mi confesso, diventerò più potente di quanto tu possa immaginare.”

Parliamo della vicenda di Emanuela Orlandi, il cui alter ego nel film è la giovane Rosaria, afflitta da una malattia mentale. Non trovando tracce di possessione, l’Amorth di Russell Crowe la fa rinchiudere in un istituto psichiatrico, salvo ritrovarsi qualche tempo dopo ad assistere impotente al suicidio della ragazza. In seguito emergeranno dettagli sugli abusi sessuali ai danni di Rosaria dietro le mura Vaticane. Un caso privo di soluzione, che ancora oggi fa discutere, diventa un pilastro fondante della sceneggiatura di The Pope’s Exorcist, ma l’intento di scatenare polemiche è secondario rispetto al bisogno di dotare l’Amorth filmico di uno spessore psicologico, di una battaglia emotivamente dolorosa che lo rendesse più concreto agli occhi dello spettatore. Le rivelazioni sui crimini dell’Inquisizione sono un altro elemento che da una parte evidenzia le contraddizioni della Chiesa e dall’altra costituisce lo scheletro atto a sorreggere una trama a dir poco surreale. La produzione ringrazia sentitamente Dan Brown per l’arte di rendere stuzzicanti le speculazioni storiografiche e confezionare un’opera che farà indignare chi ha sbagliato strada andando al museo.

the pope's exorcist apparizione della madonna

Ciò non toglie che chi vive la fede cristiana con particolare sensibilità può storcere il naso di fronte a un paio di scene che alzano l’asticella della blasfemia, se consideriamo la media dell’attuale mainstream horror: il Papa di Franco Nero che vomita sangue su un prelato, la Madonna che appare letteralmente ad Amorth prima di trasformarsi in una signorina ardente che grida oscenità. I cinefili intransigenti invece sbufferanno quando il Glassatore siederà sul Trono di Spade brandendo la Lancia del Destino. No, cioè, non è andata proprio in quel modo ma le vibes erano identiche, e non ci sembra affatto un difetto. Lo script non è brutto in senso stretto, sa esattamente dove sta andando e la scelta di stare al gioco appartiene allo spettatore. Guardando oltre le peripezie improbabili di un esorcista italiano, si notano delle qualità, sia nella fotografia (che vive di tutte le ispirazioni anni ’90 di cui abbiamo discusso) che nella performance attoriale. Se Crowe porta avanti la giostra da solo, non è da gettare alla ortiche la prova dell’imberbe Peter DeSouza-Feighoney (premio dell’anno per il cognome che non riusciamo a pronunciare), coadiuvato da un ottimo make-up.

ragazzino posseduto henry in the pope's exorcist

Ringalluzziti da una sessione esplorativa a metà tra il professor Jones e Robert Langdon, e da uno scontro finale di derivazione supereroistica, usciamo di testa con una chiusura che allude a una possibile serialità per il protagonista: Amorth e Felipe fanno visita a laboratori vaticani che paiono un distaccamento dell’MI6 e vengono a conoscenza di ulteriori satanassi che dovranno cacciare in coppia. Non c’è tempo per dire due preghierine di conforto, l’agente speciale ha ricevuto il suo briefing ed è pronto a tornare al lavoro insieme al nuovo partner per sfoltire l’anagrafe della demonologia. E noi non vediamo l’ora. Andremmo in pellegrinaggio in tutte le sale da qui alle periferie di Volgograd pur di assicurarci che L’esorcista del papa incassi a sufficienza e ottenga il via libera per un sequel. Altro che Tom Cruise, altro che Don Matteo e le pedalate a Gubbio, il Dark Universe riparta da Padre Amorth.

segrete dell'inquisizione padre amorth l'esorcista del papa

Se avete ancora il Diavolo in corpo, dite dieci Ave Maria e gustatevi la nostra videorecensione del film:

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. The Butcher ha detto:

    Penso che questa sia una delle recensioni più complete che abbia letto finora. Di solito tendono a essere molto sbrigativi su questo film che, da come ho letto, ha tantissimi difetti e in certe parti riesce a far ridere senza volerlo. Onestamente sarei anche curioso di vederlo, ma aspetterò quando uscirà in home video dato che voglio assolutamente vedere il nuovo Evil Dead questa settimana.

    1. Monster Movie ha detto:

      Grazie per l’apprezzamento. Personalmente era il film di avventura di cui avevamo bisogno. E ci sono pure dentro degli esorcismi!

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