Tutti i mostri della serie antologica d’animazione Netflix.
di Matteo Berta
Amore e morte, ingranaggi e carne. Questa antologia di cortometraggi della famosa piattaforma streaming arriva a colpirti nella parte centrale dello stomaco e si presenta come un Black Mirror d’animazione. Le tematiche affrontate sono piuttosto varie, ma quel senso di disagio interiore e di partecipazione emotiva vengono mantenuti e con grande piacere da parte nostra, in questo caso, il tutto viene condito con mostruosità. Qui potete recuperare la recensione della prima stagione dell’autore Cristiano: LOVE, DEATH & ROBOTS – Ma anche alieni, mostri e Adolf Hitler. Questa invece è la sua analisi della seconda stagione: LOVE, DEATH & “MA QUINDI?”. Ecco infine la recensione della terza stagione: LOVE,DEATH & UN ORSO ROBOT.
Procediamo con il dettagliato elenco delle creature di questa serie, che alterna stili di animazione differenti e che può vantare la supervisione artistica di un certo David Fincher. Un’allucinazione continua in un trip di revelations.
*L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER*
La Predatrice Khanivore
Il primo mostro che vi raccontiamo oggi è di grande qualità. La Predatrice è una bestia di sesso femminile protagonista del primo episodio della prima stagione Il Vantaggio di Sonnie (Sonnie’s Edge), ed è fisicamente simile ai Kaiju di Pacific Rim, in particolare a Knifehead (Il Bestiario di PACIFIC RIM).
Altra analogia con i film ideati da Guillermo del Toro è quella relativa al controllo mentale delle creature in battaglia. Veniamo proiettati in un futuro distopico dove le lotte clandestine non sono tra galli né tra robot e wrestler, ma tra bestie feroci che vengono fatte combattere in stile Pokémon e vengono controllate in via telepatica dai loro proprietari.
Il passaggio di coscienza tra umano e gladiatore mostrifero sarà la chiave di volta del finale della storia, dal momento che ci verrà rivelata la possibilità del processo inverso: il “vantaggio” della protagonista Sonnie è quello di poter switchare a piacere la propria coscienza, mettendosi nelle condizioni di poter comandare la bestia oppure far sì che la bestia comandi il “fantoccio” umano. Torniamo a Khanivore. Essa ha un muso appuntito, denti affilatissimi e una coda che utilizza con destrezza e che le parte direttamente dal cervelletto (in grado di cambiare forma e diventare un mazzo di tentacoli). Creatura veloce, intelligente e piena di sorprese.
Turboraptor
Il Turboraptor è lo sfidante del Khanivore di Sonnie. Esso è tozzo e grossolano, ma estremamente potente. Assomiglia a una aragostona grassa mixata a uno dei troll di Trollhunters. Rimane sconosciuta l’origine velleitaria del suo nome. Il Turboraptor possiede questa capacità rettile di far ricrescere arti mozzati e trasformarli in armi. L’eccesso di sicurezza ha portato il Turboraptor alla sconfitta, proprio quando pensava di avere la vittoria in pugno.
I Gatti Esplosivi
Ci troviamo nel secondo episodio della prima stagione intitolato Tre Robot e la rivelazione finale di questo episodio consiste nella dominazione mondiale da parte dei gatti in seguito all’estinzione degli esseri umani a causa del clima. Gli umani avevano dato, grazie alla tecnologia, il pollice opponibile ai felini e per qualche oscura ragione, i simpatici a quattro zampe sanno anche parlare. Tre Robot, in stile Wall-E, nasconde molta più tristezza di quanto sembra. Piccolo easter egg: a un certo punto i tre robot discutono sulla possibilità che i gatti siano degli esplosivi e finiscono per citare il gioco di carte Exploding Kittens.
Uno dei gatti in questione lo troviamo anche nel primo episodio della terza stagione, intento a conquistare Marte, nonostante i robot turisti si aspettassero che il pianeta rosso fosse abitato da milionari alla Elon Musk.
Gli Insettoidi
Il quarto episodio della prima stagione, intitolato Tute Meccanizzate (Suits) torna alla carica con dei mostri molto interessanti. Ci troviamo di fronte agli insettoidi, schifosi mostriciattoli di medie dimensioni che si cibano di tutto ciò che incontrano. Questo capitolo guerresco è ambientato in una fattoria e quindi vediamo diversi attacchi diretti a uomini e mucche.
Gli Insettoidi ricordano molto i mostri invasori del film The Great Wall, e le scene dove vengono affrontati da robottoni forzuti ricordano la difesa della città in Matrix Revolutions dall’attacco delle sentinelle, più o meno scenario simile dal momento che abbiamo una breccia da cui fuoriescono in massa questi mostri fastidiosi. La loro aggressività e il loro essere “pecoroni” ricordano molto anche le creature della saga di Starship Troopers (Il Bestiario di Starship Troopers). Non sappiamo molto su di loro: c’è chi dice siano una razza arrivata sul pianeta e c’è chi sostiene che sia stato l’uomo a invadere un nuovo pianeta, ma scopriamo al termine dell’episodio che questo esercito di “scarafaggioni” ha costretto gli umani in ghetti tecnologici.
La Madre Insettoide
Parliamo dell’insettoide mastodontico che funge da ape regina. Si tratta semplicemente di un organismo di grandi dimensioni e difficile da sconfiggere. Non sappiamo se effettivamente sia un “genitore” o una versione extralarge delle bestie, ma siamo a conoscenza della sua potenza impressionante e della sua resistenza. Viene definito da uno dei protagonisti dell’episodio come uno scarafaggio troppo cresciuto.
Il Dracula
La versione del famoso impalatore di questo quinto episodio della prima stagione di Love, Death & Robots è veramente sanguinario e da incubo. In questa storia viene descritto con diversi nomi: Divoratore di Bambini, Succhia Anime e Principe Nero, per poi concludere con la frase dell’archeologo protagonista:
Questo non è un Dracula è “Il Dracula”!
La caratteristica principale del divoratore è quella della crescita anatomica proporzionata al numero di vittime consumate. Infatti, se nel primo stadio sembra semplicemente un White Walker di Game of Thrones, nell’ultimo stadio è perfettamente un incrocio tra Doomsday e il Rancor di Star Wars. Unica debolezza: i gatti.
I Gatti Salvifici
I simpatici felini tornano a essere protagonisti anche in questo episodio intitolato Il Succhia Anime (Sucker of Souls), infatti l’unico “repellente” e l’unica via di fuga da Il Dracula sembra essere proprio l’utilizzo di gatti. Non si spiega questa ailurofobia da parte del Principe. Leggende dicono che se un vampiro si ciba di un gatto, la sua carne brucerà. Forse è per quel motivo che scappa impaurito di fronte al micino.
I Vampiri
Oramai abbiamo capito che il leitmotiv di questa serie è la rivelazione, quindi è immancabile anche in questo episodio. Proprio quando sembra che i nostri eroi siano riusciti a fuggire, la combriccola si trova catapultata un incubo ideale di Bruce Wayne, un antro colmo di vampiri. Queste creature della notte ricordano l’ultimo stadio raggiunto da Il Dracula in versione ridotta, ma non ci viene mostrato molto di loro, ed è proprio per questo che fanno così paura.
Lo Yogurt
Uno dei dolci preferiti del nostro autore Matteo è la crema di yogurt, cioè un delizioso composto di cioccolato bianco, yogurt e frutti di bosco. Dopo aver visto il sesto episodio della prima stagione (When The Yogurt Took Over), credo che in pizzeria ordinerà sempre la meringata da oggi in poi. Il protagonista assoluto di questo episodio è un ceppo di DNA computazionalmente avanzato innestato nel lactobacillus delbrueckii. Ebbene sì, lo Yogurt è il mostro di questa storia.
Gli Insettoidi Biomeccanici
Il mostro di questo episodio (Beyond the Aquila Rift) potrebbe essere l’Uncanny Valley, ma questa è una nostra battaglia personale. Ci troviamo nel nido di questi tecnologici ragni schifosetti, non ci è possibile sapere come la nave spaziale dei protagonisti sia finita in quel luogo infernale. Possiamo solo dire che sembra l’inferno di un aracnofobico. Sembra che questi ragni e insetti vari lavorino tutti insieme alla creazione di determinate trappole, seguendo gli ordini dei mostri appartenenti a quel posto, molto più sviluppati di loro.
L’Aracnide Telepatica
Una delle creature più inquietanti di tutta la serie, l’Aracnide telepatica è la principale inquilina di quella zona denominata Spazio maledetto. Essa ha il compito di creare realtà alternative concilianti per i malcapitati, in modo che non si scontrino con la dura realtà. Il protagonista e lo spettatore vengono ingannati per quasi tutta la puntata, dal momento che egli pensa di ritrovarsi su un pianeta sbagliato, dove incontra una sua ex-ragazza che si rivelerà essere solamente una proiezione subconscia, manipolata della voce dell’Aracnide. Vorrei davvero sperare che, durante la simulazione, il nostro eroe non abbia fatto l’amore con un insetto.
Fisicamente appare come un insetto mostrifero mutato, personalmente mi ha ricordato molto uno Scrab dell’universo videoludico di Oddworld (IL BESTIARIO DI ODDWORLD), mentre dal punto di vista caratteriale e della costruzione del personaggio, è lapalissiano il riferimento a Shelob de Il Signore degli Anelli.
Hulijing Madre
Una Hulijing è uno spirito dall’anima volpesca. Trattasi della versione cinese della Kitsune giapponese (Il Bestiario di TEEN WOLF). La madre Hulijing di questo episodio è uno spirito ambiguo: dai villeggianti viene considerata maligna, mentre sua figlia spiega a Liang (l’inventore protagonista dell’episodio Good Hunting) che le Hulijing sono come gli esseri umani e gli umani stessi possono invaghirsene senza pensare di essere stati ammaliati. Pensiamo che la ragione stia nel mezzo. La Hulijing madre è veloce e abile nel corpo a corpo, ma la sua debolezza deriva da sua figlia. Infatti la madre viene decapitata in un attimo di apprensione e distrazione per la sua piccola Hulijing.
Le Hulijing sono mutaforma e possono trasformarsi a piacere o forzatamente in volpi candide. In una scena, il padre di Liang butta del “piscio” addosso alla madre Hulijing, che rimane in uno stato ibrido tra la sua forma da femminina umana e la volpe che vive dentro di lei.
Yan Hulijing
Yan è la figlia della madre Hulijing, divenuta amica di Liang, a cui viene dedicata la seconda parte dell’episodio, dove sarà costretta, in un contesto steampunk, a diventare una prostituta con il desiderio di vendetta. Sembrava aver perso con il tempo i suoi poteri di trasformazione, ma grazie all’aiuto di Liang, riuscirà ad aggirare le sue limitazioni fisiche trasformandosi in una vendicatrice cyborg.
Otto “The Monster Trash”
Dave vive in una discarica e spesso la solitudine può giocare brutti scherzi, ma il suo animale da compagnia non è per nulla frutto della sua immaginazione; parliamo di Otto, un mostro spazzatura. Dal punto di vista fisico, questa creatura possiede un corpo enorme e interamente composto da spazzatura, perché in stile mostro alieno del film The Thing, assorbe e fa diventare parte di sé tutto ciò che incontra, ma dal punto di vista caratteriale ricorda un poco mostruoso cagnolino, che si diverte nel correre allegramente qua e là, inseguendo oggetti (o “mani”) che il suo padrone gli tira in giro. Otto è una chiara metafora della situazione critica ambientale: in soldoni, se continuiamo a generare rifiuti, poi non lamentiamoci se la stessa sporcizia ci si rivolta contro.
Il Licantropo Sobieski
Ci troviamo in un nuovo episodio con protagonisti mutaforma, in questo caso parliamo di luponi mannari ghettizzati. I licantropi dell’episodio Mutaforma sono quattro e tra i due protagonisti c’è il licantropo Sobieski, amico fedele e compagno di sventure del personaggio principale. Durante un attacco notturno da parte dei due mutaforma nemici, Sobieski va incontro al suo destino, morendo decisamente male.
Il Licantropo Decker
Decker è il protagonista assoluto di questo episodio, assomiglia molto al mastino di fuoco di Teen Wolf dal punto di vista fisico ma anche caratteriale. Come Sobieski è un licantropo, anche se non è chiaro del tutto se si tratti di un lupo mannaro o un lica, dal momento che le caratteristiche dei mostri non sono esplicate al meglio. Sappiamo solamente che vengono discriminati e chiamati “dog-soldiers“. Decker è abile, forte e vendicatore, un vero eroe americano!
Il Licantropo Anziano
Il villain principale di questo episodio è un anziano “dog soldier” afgano, che si è reso responsabile dell’attacco improvviso notturno alla base dei marines e che tenta di completare l’opera uccidendo pure Decker. Parliamo di un mutaforma esperto e potente, anche se un po’ arrogante nello sfoggiare le piastrine in metallo dei militari uccisi. Fisicamente appare molto come il professor Lupin mannaro di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (Il Bestiario di Harry Potter) con qualche “pelo” bianco” in più. Molto inquietante il suo aspetto, soprattutto durante la trasformazione.
Il Licantropo Giovane
Combatte in coppia con quello anziano, ma è decisamente più avventato, un po’ come l’Anakin Skywalker de L’Attacco dei Cloni, che finisce per perdere subito un braccio contro il conte Dooku, mentre qui il Licantropo Giovane arriva a perdere un occhio nei primi secondi di battaglia. Il giovane mutaforma ha il pelo più scuro di tutti, infatti quello dell’anziano è grigio, mentre quello di Decker è marrone.
I Pesci Fantasma
Quando due colleghi di lavoro si trovano bloccati in mezzo al deserto, cominciano ad apparire strane cose. La peculiarità di questo episodio, intitolato La Notte dei Pesci, è la connotazione quasi onirica della vicenda, dove lo spettatore non comprende appieno se quello che sta succedendo sia frutto di un racconto, di un sogno o della effettiva realtà. I pesci della notte dei pesci sono luminosi e con una determinata consistenza, sono anime e spiriti di un mondo passato, infatti essi abitavano quelle zone quando quel deserto non era altro che un fondale marino, centinaia di migliaia di anni prima. Abbiamo un mix di specie, da semplici tonni a murene incazzose.
Il Megalodonte Fantasma
Imponente e straordinario l’ingresso in scena dello squalone, il quale si unisce alla parata di fantasmi (Il Bestiario di Ghostbusters) e diventa predatore di uno dei due colleghi, che ormai è entrato nel mood spirituale dello “sguazziamo con i pesci”. Il megalodonte sembra avere una texture da Dunkleosteus oppure sembra semplicemente riportare le ferite di molte battaglie.
Il Cubetto Mammut
Nell’episodio intitolato Ice Age, dove una coppietta scopre un mondo nascosto nel proprio frigorifero, facciamo il primo incontro con una creatura preistorica finita in un cubetto di ghiaccio. Si tratta di un Mammut Lanoso con due lance conficcate nella schiena.
Le Creature Preistoriche
Il sedicesimo episodio di Love Death + Robots (Volume 1) possiede uno dei finali più WTF dell’intera serie. Infatti i due protagonisti, dopo aver scoperto un microcosmo nel proprio frigorifero, assistono allo sviluppo e alla conseguente estinzione della civiltà umana. In seguito a un olocausto nucleare, il finale si concentra su un nuovo inizio per l’essere umano, ma con qualche carta rimescolata nel mazzo. Vediamo degli australopitechi intenti a cibarsi di un apatosauro, prima di venire assaliti da un tirannosauro… c’è qualquadra che non cosa.
Gluugsnergluug Primo Calamaro sulla Luna
Nello spassosissimo capitolo intitolato Alternative Storiche ci vengono mostrate delle variazioni di importanti eventi storici partendo dal condizionamento della vita di Hitler: premesse stramboidi per un episodio divertente. Una delle realtà alternative proposte vede il nostro pianeta Terra abitato solamente da una popolazione superiore di Calamari che nell’anno 2.973.412 è riuscita addirittura a portare un Calamaro sulla luna.
I Ghoul d’Inverno
Nell’ultimo episodio della prima serie di Love Death + Robots ci troviamo in Siberia nel 1920, dove una squadra militare russa è chiamata a una dolente missione. Gli uomini infreddoliti si trovano in quelle terre per sbarazzarsi dei Ghoul, esseri demoniaci evocati erroneamente da degli esponenti dell’Armata Rossa come aiuto in guerra. Spesso a utilizzare l’esoterismo per scopi bellici sono le orde naziste delle varie saghe cinematografiche, ma questa volta è diverso. Questi Ghoul, che sembrano un miscuglio tra i feroci Skullcrawlers di Kong: Skull Island (Il Bestiario del MONSTERVERSE) e i vari “schifoidi” di The Great Wall con i denti da Demogorgone, sono un errore rosso.
Il Vacuubot
Benvenuti nel primo episodio della seconda stagione! Chi non desidererebbe un automa domestico ultra-sofisticato? Una specie di cubo robotico dai mille gadget che ha la funzione di pulire casa e tenerla in ordine, a qualunque costo. A quanto pare, questo include sterminare i proprietari umani ed eventuali animaletti domestici. Lo scoprirà a sue spese Jeanette, una anziana praticante di yoga, che si ritrova a dover scappare da un Vacuubot in avaria. La macchina tenta di aspirarla, tagliuzzarla, piegarla e così via, aggredendo inoltre il suo barboncino. I toni satirici sono un chiaro omaggio a Douglas Adams, specie quando entra in gioco la burocrazia.
Il servizio clienti dell’azienda produttrice si dimostra piuttosto vago e ostile, fornendole soltanto delle risposte pre-registrate che la invitano a rischiare la sua vita e quella del suo animale pur di fermare l’elettrodomestico impazzito. Bloccargli la visuale per riuscire a resettarlo si rivela un’impresa ardua. Per fortuna Jeanette riuscirà a sbarazzarsi del Vacuubot con una bella fucilata, per poi darsi l’obiettivo di sterminare tutti gli altri modelli in circolazione, mentre viene inseguita dagli automi arrabbiati di tutto il quartiere (inclusi i robot aspira-cacca di cane). Insomma, è come se HAL 9000 e Skynet avessero un figlio che viene a piegarvi le lenzuola!
Il Barboncino
Il barboncino di Jeanette è un tipico animaletto domestico, carino da vedere ma poco utile a difendersi. Nonostante la taglia ridotta, ha un bel carattere e cerca di far valere la propria territorialità contro il Vacuubot, uscendone tosato a tradimento. Secondo il customer service al telefono, il barboncino non esiterebbe a sacrificare la vita della padrona, se la sua incolumità fosse in pericolo. Sarà vero? Vogliamo cedere al cinismo oppure innamorarci del suo sguardo tenero?
Le Balene di Ghiaccio
Nel secondo episodio del Volume 2, intitolato Ice, appaiono degli animali tanto cari a noi di Monster Movie: delle gigantesche balene bioluminescenti che vivono sotto le lande ghiacciate di un pianeta. I fratelli Sedgewick e Fletcher, giunti lì da poco, decidono di unirsi a una banda locale di ragazzi geneticamente potenziati. Il gruppo gli propone una gita da brivido: osservare da vicino i cetacei alieni mentre aprono dei crepacci e balzano fuori dall’acqua. Sedgewick non è entusiasta della cosa, poiché è l’unico a non essere potenziato, ma pur di essere accettato nella compagnia partecipa all’avventura. La banda si salva per un soffio quando le balene, dopo aver colpito più volte lo strato di ghiaccio, escono allo scoperto in tutta la loro maestosità. Uno spettacolo per gli occhi, oltre che un racconto di formazione.
I Cacciatori di Taglie
L’eremita Snow è forse l’abitante più ricercato di un lontano pianeta desertico, poiché nel suo corpo risiede il segreto dell’immortalità. L’uomo ha vissuto per secoli e ha perso delle persone amate lungo la strada, in primis la moglie. Abita in un’oasi celata che ha costruito anno dopo anno e si avventura nei centri abitati, a suo rischio e pericolo, per procurarsi della merce rara proveniente dalla Terra (come le fragole, delle quali è molto ghiotto). Durante questo terzo episodio appaiono diversi bounty hunter che vogliono fargli la pelle.
I primi si fanno vivi in una squallida taverna e hanno l’aspetto di esseri umani scarnificati, con il capo ornato da protuberanze che fanno le veci dei nostri capelli. Il gruppo è guidato da una ragazza piuttosto decisa. Durante lo scontro finale, ci imbattiamo invece in un grosso cacciatore di taglie dalle fattezze rettiliane. La sua pelle è coriacea e si dimostra un avversario tosto per Snow, che vince lo scontro ma rimane in fin di vita. Verrà salvato in extremis dalla sua peculiare ospite, Hiralda, una donna che si innamora di lui e che, a modo suo, ha un dono speciale.
Le Bestie Alate
Il pianeta su cui vive Snow ha un clima torrido e delle temperature insopportabili quando il sole sorge… figurarsi quando si trova allo zenit! L’atmosfera rovente costringe gli umani nomadi a rifugiarsi all’interno di tende refrigeranti, almeno fino al tramonto. La fauna locale ha altri modi per proteggersi: le terre selvagge sono popolate da stormi di creature alate che si riparano sotto le loro spesse ali per combattere il calore. Non sappiamo molto di queste bestie, ma ci ricordano lontanamente gli avvoltoi e possiamo supporre che siano saprofaghe. I resti ossei di giganteschi animali suggeriscono che questo mondo fosse più abitabile in passato.
Il Mercante
Nelle storie fantascientifiche non è raro che i trafficanti, i commercianti e i ricettatori abbiano un aspetto sgradevole (Star Wars ne sa qualcosa). Nel caso di Snow, abbiamo un mercante alieno che gli procura carichi preziosi e che è presumibilmente coinvolto in attività criminali. L’essere è ricoperto di pelle cadente e risulta privo del naso. In compenso il suo volto è ornato da tessuti penduli, incluse due vistose borse sotto gli occhi! Il mercante sembra non amare i rischi eccessivi, infatti si lamenta della scarsa reperibilità della merce di Snow. Minimo sforzo per il massimo profitto, forse per pagarsi un bel lifting.
Hiralda
Snow viene salvato un paio di volte da una misteriosa e affascinante donna di nome Hiralda, la quale sostiene di appartenere a un servizio di intelligence terrestre. L’organizzazione è interessata ai geni di Snow, poiché custodiscono la chiave della vita eterna, ma non è intenzionata ad adottare gli stessi metodi barbari dei cacciatori di taglie (ovvero ucciderlo e strappargli i testicoli, non necessariamente in questo ordine). Più avanti si scopre che Hiralda è diventata una cyborg in seguito a un incidente. La donna preserva diversi organi umani, tra cui parte del cervello, e finisce per innamorarsi di Snow e avere un rapporto sessuale con lui. Non sappiamo se questo sia uno stratagemma della compagnia e se Hiralda sia ancora intenzionata a compiere la sua missione, ma la relazione tra questi due personaggi consiste in un punto di incontro tra due emarginati, la connessione tra due anime immortali e perciò profondamente sole.
Predatori dell’Erba Alta
Quinto episodio. In un’epoca imprecisata, un distinto signore di nome Lairo sta viaggiando a bordo di un treno, che si ferma in piena notte per far fronte a un calo di pressione. Intorno ai binari vi sono soltanto pianure di erba alta. Il capotreno invita il protagonista a non allontanarsi dal mezzo, ma Lairo vede alcune luci nell’erba e cede alla curiosità, perdendosi nella vegetazione. Scoprirà che le luci sono in realtà creature repellenti e aggressive, che lo inseguono per farlo a brandelli. Lairo viene infine salvato dal capotreno, che agita una torcia contro gli esseri, i quali dimostrano di non amare il fuoco.
Il protagonista apprende dal suo salvatore che quelle creature provengono da un altro mondo e che alcune di loro, probabilmente, erano passeggeri smarriti come lui. Gli esseri hanno la pelle pallida e zanne affilate. Si dimostrano piuttosto rapidi ma poco collaborativi: invece di cacciare in branco, si contendono la preda a morte. I loro volti non presentano occhi o cavità olfattive visibili. In sintesi sembrano usciti da un terribile incubo di foggia lovecraftiana!
Babbo Natale Mostruoso
Tutti danno per scontato che Babbo Natale sia un vecchio cicciottello e simpatico che ci riempie il salotto di doni in cambio di qualche biscotto e un bicchiere di latte, per poi tornarsene al Polo Nord insieme alle sue fidate renne. E se fosse un essere mostruoso? Non parliamo di un orco o di un demone (cosa che sarebbe in linea con le leggende lapponi), ma di una delle peggiori schifezze che abbiate mai visto in vita vostra! Il sesto capitolo vede proprio due fratelli avventurarsi al piano terra nella notte di Natale, con l’obiettivo di dare un’occhiata a Santa Claus. Con orrore, scoprono che si tratta di una specie di insetto gigante bavoso, roba che lo Xenomorfo potrebbe sfidarlo a un concorso di bellezza e vincere con facilità.
Babbo Mostruoso, evidentemente il cugino della Cosa di John Carpenter, si accorge dei ragazzini spioni e sembra intenzionato a mangiarseli in un sol boccone. Riconosce invece che si sono comportati bene durante l’ultimo anno e provvede a vomitargli letteralmente in grembo regali a lungo agognati! Il faccia a faccia con la bestia è un chiaro omaggio ad Alien 3 e si dimostra uno dei momenti più tesi di questa seconda stagione. Ancora paralizzati dal terrore, i due protagonisti si chiedono che cosa sarebbe successo se fossero stati giudicati cattivi, e francamente ce lo domandiamo anche noi (ma solo a stomaco vuoto).
Il Robot di Manutenzione
Nel penultimo episodio troviamo Michael B. Jordan nei panni di un pilota da combattimento che naufraga su un mondo sconosciuto. Il clima è inospitale e la navetta è inservibile, quindi l’uomo si dirige in una cabina di salvataggio precipitata nelle vicinanze. Il droide di manutenzione al suo interno subisce una misteriosa avaria e ha un obiettivo nuovo di zecca: fare a pezzettini l’ospite indesiderato. Il pilota subisce diverse ferite, tra cui una mano spappolata, ed è costretto a fingersi morto fin quando non ha un’idea geniale, ovvero distrarre il robot con la luce della torcia!
Come farebbe un gatto, il droide quadrupede inizia a dare la caccia alla luce, finendo per colpirsi da solo (chi ha giocato ai Pokémon coglierà l’ironia). A quel punto Michael B. Jordan può scassarlo di mazzate. Anche in questo caso sono presenti diversi rimandi alla saga di Alien. L’ingresso nella cabina deserta, illuminata dal fascio di luce, è una chiara citazione dell’incipit di Aliens – Scontro finale. Per quanto riguarda il robot mariuolo, sarà il cugino del Vacuubot! La sua percezione delle minacce sembra basata sul movimento, il che ci fa pensare al Tirannosauro di Jurassic Park!
Il Gigante Affogato
Il capitolo di chiusura si dimostra il più filosofico, intimista e affascinante di questa seconda stagione: su una spiaggia viene ritrovato un gigante annegato, in una situazione simile a quella dei cetacei quando si arenano sul lungomare. Attraverso il voice over di uno studioso, analizziamo l’intera vicenda da un punto di vista esistenziale, riflettendo sulla caducità della vita e sulle visioni maestose che vengono in breve profanate e strumentalizzate. Incuriosita, la gente inizia ad avvicinarsi alla salma colossale, salvo poi scattarsi delle foto, imbrattarla con i graffiti e portarsene un pezzo a casa.
Si tratta di un ragazzone meraviglioso, dalla bellezza classica, che sembra uscito dai poemi omerici. L’essere umano ne risulta una copia imperfetta e minuscola. Infine il silenzioso protagonista si interroga sulle lande remote dalle quali proviene il gigante e sull’importanza di questo ricordo, destinato a sbiadire nella memoria collettiva. Ne rimarrà qualche osso esposto nei pub e un organo sessuale esibito in un circo itinerante. Il corto vede il coinvolgimento diretto di Tim Miller, autore originario della serie, ed è basato su Il gigante affogato, un racconto di James G. Ballard.
Lo Squalo Giartora
Ci troviamo nel secondo episodio della terza stagione, uno dei più monster dell’intera serie. Lo squalo giartora non è il protagonista mostrifero dell’episodio ma è uno dei punti di partenza. Ci troviamo su una nave in mezzo all’oceano, non viene specificata né data né ubicazione, ma le scritte iniziali indicano “Secoli fa, in oceani alieni”; sempre il cartello iniziale indica che “si cacciava solo lo squalo giartora”. Vediamo un po’ di carcasse di questa tipologia sconosciuta di squali nella stiva e qualche esemplare vivo che gira attorno alla nave. Assomiglia a uno Squalo Tigre un po’ più “maligno”.
Il Thanapode (Crabula)
Dracula torna nel secondo episodio della terza stagione e lo fa sotto forma di crostaceone. Ovviamente non parliamo di un vampiro ma lo spirito dell’episodio “Bad Travelling” diretto da Fincher è proprio di stampo stokeriano. Il Thanapode è un enorme crostaceo parassita di navi, egli costringe i membri dell’equipaggio a farsi trasportare dove vuole minacciando con crudeltà e spargimento di sangue. Comunica con gli esseri umani facendo “parlare” le carcasse mezze divorate, un po’ come faceva l’alieno prigioniero di Independence Day con il corpo del dottor Okun. Questa bestia è insaziabile, richiede continuamente cibo per se stessa e per i suoi piccoletti mostriferi.
I mini Zombie
Il quarto episodio della terza stagione ci presenta uno scenario assurdo di apocalisse zombie, partita da un’azione dissacrante in un cimitero. “Night of the mini dead” è un cortometraggio che indiscutibilmente va a citare capolavori del cinema monster anche nostrani, ma lo fa con un occhio scientifico, come se il pianeta terra fosse osservato al microscopio da uno scienziato evidentemente molto più grande di noi. Ogni personaggio sembra una formica e il tutto è ridotto al minimo. Ecco perché gli zombie sono “mini zombie”.
Barghest l’Orso Bionico
I militari protagonisti del quinto episodio della terza stagione di Love, Death + Robots lo appellano “Tasso del Miele” quando in realtà si tratta di un grizzly geneticamente modificato. L’orso bionico fa parte del progetto Barghest, la militarizzazione di una bestia rendendola un’arma infallibile e quasi indistruttibile. È un orso solo nelle sembianze ma quasi tutto il corpo è composto da materiali ferrosi, in particolare possiede una sorta di esoscheletro tecnologico che gli conferisce una forza brutale. Sappiate che un lanciarazzi e qualche parolaccia non vi basteranno.
Cammelloni Alieni
Il sesto episodio della terza stagione è tra i più popolosi di creature dell’intera serie. Si parte con dei compari alieni intenti a esplorare la galassia insieme agli esseri umani. Sono dei cammelloni bavosi senzienti che ricordano molto la convergenza di specie animale dei quadrupedi “cavalli” di Pandora dell’universo di Avatar, o anche le civiltà avanzate dall’aspetto buffo con le quali si può interagire nella saga di Mass Effect.
Creature dello Sciame
Il sesto episodio della terza stagione presenta una creatura cosmica abbastanza lovercaftiana denominata Sciame. Questa entità aliena governa un nido in stile struttura sociale e gerarchica delle api, con la differenza che si tratta di una bestia senziente in grado di assoggettare diverse specie aliene al proprio volere. Inizialmente lo Sciame si presenta come un mondo magico, pacifico e democratico, ma quando degli scienziati umani cercano di intaccare il sistema, lo Sciame si difende, dichiarando guerra all’umanità.
All’interno dello Sciame troviamo diverse creature, la maggior parte di matrice crostacea: abbiamo i gamberoni “schiavetti” chiamati Collumboli, un grande mezzo di lavoro e di trasporto che viene denominato Scavatore, fino ad arrivare alla cima della gerarchia con la Regina. Una volta che riconosce di essere stato attaccato, lo Sciame crea una sorta di meccanismo di difesa che assomiglia molto al grumo possessivo che vediamo nel finale di Resident Evil: The Village, che funge da protettore dell’ecosistema alieno. Questo “grumo” minaccia lo scienziato umano e si serve delle spoglie della collega scienziata per comunicare. Non siamo molto lontani dagli Zerg della saga videoludica di StarCraft, con tanto di operai, guerrieri e un’Unica Mente che si sviluppa per controllare il nido.
I Ratti da Battaglia
Non vi servirà una semplice impresa di derattizzazione per sbarazzarvi dei toponi del settimo episodio della terza stagione. Quello che avviene di fronte ai nostri occhi è una vera resistenza bellica, infatti le bestiole dell’episodio non intendono mollare con tanta facilità i loro insediamenti all’interno del magazzino di un contadino. Frecce e lance serviranno contro la macchina infernale scagliata dallo scorbutico proprietario? La civiltà dei roditori progredisce per adeguarsi ai mezzi di sterminio automatizzati e non mancheranno le sorprese.
TT-15
La contromisura ai ratti scelta dall’anziano contadino nel settimo episodio della terza serie è il TT-15: uno scorpione metallico che spara proiettili da tutti gli orifizi, per poi ammonticchiare le teste dei roditori uccisi fuori dal granaio. Oltre a essere dotato di corazza e armi all’ultimo grido, ha dei sensori di rilevamento micidiali e vive per fare strage di pantegane. Sembra inarrestabile, un po’ come un Terminator insettoide, ma a un certo punto dovrà arrendersi alla resistenza costante dei ratti.
Ragni con la Faccia
Nel penultimo episodio della terza stagione ci troviamo in una caverna contenente un mostro alieno desideroso di conquistare il pianeta Terra. Ma prima di arrivare al gigante lovecraftiano imprigionato, i militari devono attraversare dei tunnel rocciosi dove albergano trovano tanti piccoli ragnetti posizionati in difesa del loro mega-ragno-boss. La caratteristica di questi ragnetti, che si dimostrano letali quando attaccano in massa, è quella di avere una peculiare conformazione fisica: semplicemente… hanno una faccia piena di denti aguzzi con i quali consumano le prede più in fretta dei piranha.
Mega Ragno Boss
Il boss degli alieni-ragno della caverna dell’ottavo episodio della terza stagione si presenta come un mix tra il Kraken e Cthulhu (in special modo la versione di Underwater). Esso ha la capacità di indurre al proprio volere attraverso mezzi psichici e il suo desiderio più grande è quello di distruggere e dominare il mondo. Ripensandoci ha anche una componente del Balrog, vista la sua natura maligna e infernale. Insomma, ci troviamo di fronte a una bestia catastrofica, tra le più potenti dell’intera serie.
La Sirena Gioiello
L’ultimo episodio della terza stagione è letteralmente un trip psichedelico. Sarà la fotografia o la resa grafica, ma il tutto è rappresentato in modo folle e sotto l’apparente influsso di qualche sostanza che altera la nostra percezione. Il cavaliere protagonista incontra una sirena lacustre, che incorpora elementi folkloristici delle ninfe e delle Banshee; essa è composta da tanti gioielli e, attraverso la sua voce e uno stile di danza forsennato, si rende desiderabile ma estremamente mortale. Il classico canto angelico delle sirene viene sostituito da urla disturbanti che attirano fisicamente i malcapitati all’interno delle acque, fino a farli affogare. La performance della sirena lacustre è ipnotica e magnetica. Impossibile resistere al suo fascino malato, a meno che non siate privi dell’udito. Certo, a quel punto subentra l’avidità, il desiderio di spogliarla dei suoi gioielli. Questo episodio è una relazione tossica, un corteggiamento fatale tra predatori.

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