LE 5 DONNE MOSTRUOSE – Parte 8

il

Era davvero il caso di fare un filmino amatoriale con un demone alato?

di Alessandro Sivieri

*ATTENZIONE: CONTENUTI INADATTI AI MINORI*

No, cioè, siete così imbecilli da indossare degli occhiali con una microcamera per riprendere i vostri amici mentre vanno a letto con delle sconosciute, e quando vi si presenta il demone più carino del quartiere fate cilecca? Cos’è, siete soltanto dei pavidi voyeuristi o vi fanno impressione i piedi brutti? E poi la vecchia. Parliamo della vecchia. Non importa quanto siate arrivisti sul posto del lavoro, non conta quanto la vostra giornata sia piena di quella materia fecale comunemente detta merda, cercate di non indispettire l’anziana signora che fa la fila all’ufficio prestiti e che vi prega in ginocchio per una proroga. Perché? Perché potrebbe essere una fottuta zingara con un arsenale di maledizioni a effetto immediato! Ci penserete due volte prima di fare gli Ebenezer Scrooge quando una Lamia verrà a trascinarvi all’inferno.

hannah fierman in vhs demone alato

Se al decimo “Mi piaci” la friendzonate di nuovo meritate una morte violenta.

È passato un bel po’ di tempo dall’ultimo avvistamento di mostresse sul nostro portale. Iniziavamo tutti a soffrirne perché, diciamolo, che mondo sarebbe senza una pazza schizzata che vi mangia con gli occhi e pure con le zanne? Ecco, complice l’arricchimento della nostra cultura cinefila e la necessità di farvi salire la temperatura per affrontare l’inverno, riprendiamo in mano la legacy delle 5 donne mostruose. Trattasi di una personalissima selezione di vampire, licantrope, streghe, sirene e creature varie che declinano in chiave horror le sfaccettature e i punti di forza del genere femminile. Il mondo del cinema ne è ricco e, scavando a fondo nelle produzioni recenti, vengono alla luce modelli mostriferi che giocano con gli effetti speciali e con il potere della seduzione. Eh sì, alcune di queste ragazzacce sono carine e vi faranno girare la testa prima di svitarla e giocarci a volley con le amiche. Ne vale la pena? Andiamo a scoprirlo.


HANNAH FIERMAN – V/H/S (2012)

hannah fierman demone nel letto vhs

Avete presente quando vi dicono che qualcuno è un demonio a letto? Bene, prendeteli alla lettera. La vocazione infernale all’amateur viene dalla fortunata serie antologica V/H/S, partorita nel 2012 da registi indie come Ti West (autore della trilogia di X), Adam Wingard (quello che ha rifatto male Blair Witch) e David Bruckner (sbarcato dignitosamente su Netflix con The Ritual). Si tratta di gente che è del mestiere e che ha fatto gavetta in produzioni dove abbondano sangue & frattaglie. Un giorno hanno la bella pensata di cimentarsi nel genere mockumentary e di occuparsi di una manciata di cortometraggi, diversi tra loro per tema e personaggi, sorretti da una trama base che avrà un tragico epilogo. Ne accadono di tutti i colori nella saga di VHS, un atto d’amore all’analogico e alle fughe concitate che provocheranno una spietata motion sickness nei soggetti più fragili.

hannah fierman nuda in vhs 2012

L’episodio in oggetto è intitolato Amateur Night e narra le eroiche gesta di un gruppo di ubriaconi in cerca di facili conquiste nei locali notturni. Il più remissivo della compagnia, Clint (Drew Sawyer), viene equipaggiato con delle lenti munite di telecamera, in modo che possa registrare i rapporti sessuali degli amici nella stanza di un motel. Tra le ragazze rimorchiate in discoteca spicca la taciturna Lily (Hannah Fierman), che osserva Clint con gli occhi spalancati e sembra in grado di ripetere solamente “Mi piaci”. Beh, con quell’aria un po’ freak da Helena Bonham Carter, non serve dire altro per farci partire l’ormone. Peccato che Clint sia patologicamente timido.

hannah fierman trasformata in demone

In realtà, mentre uno degli amici inizia a darci dentro con Lily, Clint si accorge di alcune stranezze fisiche della ragazza, a partire dai piedi e da un bizzarro solco sulla fronte. Poco male, la stramba sembra apprezzare il cimento erotico e prende pure l’iniziativa, se non fosse che un secondo compagno di Clint tenta un approccio diretto, e si tratta proprio del tizio che le stava sulle scatole. Lily si trasforma in una specie di demone alato con un paio supplementare di fauci e fa a pezzi tutti quanti. Clint riesce a scappare per le scale, ma la sua reazione negativa a una fellatio di Lily fa sentire quest’ultima… rifiutata e poco apprezzata, sicché afferra il protagonista e gli fa fare un volo di parecchi metri dopo averlo mutilato orribilmente. L’attrice Hannah Fierman è piaciuta così tanto al pubblico da approdare in un lungometraggio tutto suo, dove esplora ulteriormente la figura della sua “Sirena” e, naturalmente, si spoglia. La pellicola è girata con tecnica classica invece che in found footage, cosa che ha tolto quel minimo di fascino e identità all’operazione. La morale è: carpe diem, prima che diem carpa te!

hannah fierman nuda in siren


KATHARINE ISABELLE – GINGER SNAPS (2000)

ginger snaps protagonista del film licantropia evolution

Vi sentite intraprendenti? Potremmo trattenere il fiato e addentrarci in un film horror poco adatto ai deboli di cuore: la pubertà. Il menarca segna una tappa importante nello sviluppo di una giovane donna, ma di certo non prevede la trasformazione in mostro canino e l’insano desiderio di divorare i vicini di casa. Associare una mutazione mostruosa all’arrivo della prima mestruazione può sembrare scontato, eppure ciò non ha impedito a Ginger Snaps (uscito in Italia con il titolo Licantropia Evolution, e qui ci sta un bel “Porco Fenrir!”) di diventare un piccolo cult nell’ambito dei coming of age movies a base di sangue. Il regista John Fawcett, proveniente dal mondo dei videoclip e dalla regia di Xena – Principessa guerriera, ci racconta di una teen girl che si ritrova con qualche pelo superfluo e perde, insieme all’innocenza, la propria umanità e il legame con la sorella. Le vicende dell’affascinante attrice protagonista – Katharine Isabelle – si estenderanno poi in due sequel, non più diretti da Fawcett, per la gioia dei produttori di antipulci.

katharine isabelle nuda ginger snaps scena letto

All’inizio della storia, il legame tra Ginger e la sorella Brigitte (Emily Perkins) è praticamente simbiotico: vivono isolate dai compagni di scuola, disprezzano le convenzioni sociali e hanno un certo gusto per il macabro, che si articola in vestiti neri e in fotografie di finte scene di morte. Insomma, ‘ste ragazze sono un po’ goth. Peccato che Ginger venga aggredita da un lupo mannaro durante una notte di plenilunio, momento che coincide con il succitato arrivo del ciclo. La ragazza inizia a cambiare nel carattere e il rapporto con Brigitte si incrina.

ginger trasformata in licantropo licantropia evolution

La lenta mutazione dà anche segnali fisici mentre Ginger passa da timida a promiscua, in cerca di maschi con cui accoppiarsi e di randagi dei quali sfamarsi durante le ore notturne. Brigitte intuisce che, sfaldamento dell’endometrio a parte, c’è qualcosa che non va, e parte una corsa contro il tempo per salvare la sorella prima della prossima luna piena, che sancirà la completa trasformazione in licantropo. Con l’aiuto di Sam (Kris Lemche), spacciatore per vocazione, distilla un’essenza per contrastare la maledizione, ma è troppo tardi: Ginger diventa un abominevole essere lupesco e si prepara al confronto finale con Brigitte.

lupo mannaro completo ginger snaps

Abbiamo menzionato l’avvenenza di Katharine Isabelle e in effetti è un bel vedere, che si tratti di una scena in biancheria intima o con la bocca sporca del sangue del suo ultimo… pasto. Il suo progressivo cambiamento è accompagnato da un make-up che le altera i lineamenti e la fa assomigliare a una bizzarra comparsa in un festino di Halloween. Il discorso cambia quando entrano in scena i luponi prostetici e la personalità di Ginger lascia definitivamente spazio al suo lato werewolf. La maledizione, tanto per restare in tema, è trattata alla stregua di una malattia sessualmente trasmissibile. Un appello agli adolescenti: se notate dei sintomi, non aspettate inutilmente e recatevi al consultorio più vicino per ricevere dell’essenza di aconito.

Katharine Isabelle in Freddy vs Jason

La comparsata in Freddy vs. Jason vs. Boobs.


LORNA RAVER – DRAG ME TO HELL (2009)

mrs ganush drag me to hell strega

Ci sono giornate demmerda, ma proprio di quelle che iniziano con la faccia nel letame e finiscono ai livelli più indegni della rete fognaria. Sono momenti ben conosciuti da chi lavora a contatto col pubblico, dai commessi, dagli addetti agli sportelli. Può capitare di non poterne più di fronte all’ennesima richiesta del pensionato mezzo sordo, come è possibile che si renda necessaria una certa inflessibilità per fare una bella figura di fronte al capo e ottenere l’agognata promozione. Bene, è arrivato quel geniaccio di Sam Raimi (sì, quello de La Casa e di Hercules e Iolao che menano come i Power Rangers) con un avvertimento per voi tutti: non importa la posta in gioco, siate sempre comprensivi con la vecchia!

protagonista banca drag me to hell

“16 chili e 700 di cambiali!”

La vecchia? Come “la vecchia”?! Eh sì, mica credevate che parlassimo all’infinito di sirene smandrappate e lupastre ninfomani, giusto, luridissimi porci schifosi figli di un direttore di banca? Le vecchie fanno paura. Avete mai fatto incazzare la vecchia sbagliata? Ecco, nel caso della protagonista Christine (Alison Lohman), si tratta di una zingara con il gusto della vendetta a fuoco lento. La ragazza lavora in un istituto di credito ed è determinata a mostrarsi immune alle suppliche per fare bella figura col suo superiore. La misteriosa Sylvia Ganush (Lorna Raver) ha bisogno di una terza proroga per il suo prestito e le tenta davvero tutte, incluso implorare in ginocchio e giurare sulla tomba della madre. Quando Christine rifiuta di patteggiare, la donna (in realtà una potente zingara) maledice la sua anima e la condanna a finire all’inferno entro tre giorni. In soldoni Mrs. Ganush è la tipica Karen magica che può maledire le anime ma non è in grado di pagarsi il mutuo.

sylvia ganush drag me to hell scena

La simpatica vecchina utilizza un bottone sottratto a Christine per scatenare un maleficio e da quel momento la ragazza è perseguitata da terribili visioni, oltre che da una Lamia, un potentissimo demone. Christine decide che forse è il caso di chiedere scusa alla signora ma nel frattempo questa tira le cuoia… più o meno, perché inizierà a perseguitarla in forma di spirito! La seconda parte di Drag Me to Hell è una spassosa corsa da cardiopalma per spezzare la maledizione prima di finire all’inferno, tra sacrifici animali, interventi di medium e fidanzati imbecilli. Ogni frame trabocca dello stile scanzonato di Raimi e tra le scene imperdibili annoveriamo Mrs. Ganush che tira un cazzotto in bocca a Christine, la quale non si lascia intimidire e schiaccia la testa alla zingara con una trappola degna di Mamma, ho perso l’aereo!

drag me to hell mrs ganush a letto

Quando riflettete sulla vostra futura carriera e vi avvisano che certi lavori portano via l’anima, beh, è meglio prendere la cosa alla lettera. Attendiamo tuttora un seguito apocalittico dove la vecchia scatena un esercito di demoni su una filiale delle Poste. O su quel farmacista simpatico come una cozza nell’ano.


RAE DAWN CHONG – I DELITTI DEL GATTO NERO (1990)

rae dawn chong in tales from the darkside

Torniamo a parlare di horror antologici con I delitti del gatto nero (Tales from the Darkside), che raccoglie l’eredità dell’omonima serie degli anni ’80 ideata dal leggendario George A. Romero con la partecipazione, in sede di scrittura, di autori come Stephen King e Clive Barker! Il lungometraggio ha evidenti attinenze con Creepshow, al quale il regista John Harrison lavorò come assistente, ed è articolato in una trama principale che fa da sfondo a tre capitoli indipendenti, dove cambiano protagonisti, tematiche e tipologie di creature mostruose. L’incipit ci mostra un ragazzino che, per non essere cucinato da una strega in stile Hansel & Gretel, le racconta delle storie orrorifiche. L’ultima di queste, La promessa degli amanti, è quanto di più malinconico possiate trovare in una scopata con i gargoyle.

rae dawn chong scena in tales from the darkside the movie

Andiamo con disordine mentale: Preston (James Remar) è un pittore che naviga in cattive acque e che si ritrova ad assistere a un omicidio perpetrato da una terrificante bestia alata, simile a un gargoyle. Il demone gli risparmia la vita, in cambio di non raccontare nulla di ciò che ha visto. Il pittore, in preda al panico, accetta il patto del silenzio e in quella stessa notte incontra una ragazza misteriosa, Carola (Rae Dawn Chong), con cui ha un appassionato rapporto sessuale. La donna è praticamente senza passato e Preston se ne innamora, convolandoci a nozze e mettendo su famiglia. Anche la sua fortuna come artista trae beneficio dall’unione.

tales from darkside gatto nero gargoyle

Allo sfigatissimo Preston bastava tenere la bocca chiusa per non scoprire di aver convissuto per dieci anni con il medesimo gargoyle che lo ha minacciato, facendoci sesso e dando vita a due bambini-gargoyle. Ma il pittore, tormentato dai ricordi, decide di raccontare della fatidica notte alla moglie Carola. La donna rivela la sua vera natura e riprende le sembianze mostruose, accusando il marito di aver violato il giuramento, dopodiché lo uccide e si invola nella notte insieme alla progenie trasformata.

delitti del gatto nero faccia del gargoyle

La storia prende ispirazione da un mito giapponese, quello delle Yuki-onna, spettrali donne delle nevi che talvolta risparmiano le proprie vittime in cambio della promessa di non rivelare a nessuno della loro esistenza, e le sposano sotto mentite spoglie. Possiamo trovare affinità anche nelle leggende marinaresche dove le sirene assumono sembianze umane per convivere con il proprio amato sulla terraferma, anche se la relazione, spesso a causa di incomprensioni, non è destinata a perdurare. La promessa degli amanti (Lover’s Vow), in base a giudizi prettamente personali, si pone come il miglior episodio del trittico, coniugando un’atmosfera gotica e malinconica in un contesto metropolitano (che ritroveremo in opere successive come Il corvo) alla tuta prostetica della creatura, frutto di un comparto effettistico old school. La presenza fisica del mostro sulla scena è imponente e crea un efficace contrasto con il mistero e la delicatezza della versione “umana” di Rae Dawn Chong, che era già comparsa in vesti adamitiche ne La guerra del fuoco. Che donna, signori! Preston scoprirà che i figli assomigliano più a lei… nel bene e nel male.

rae dawn chong ne la guerra del fuoco

Un ottimo motivo per uscire dalle caverne.


OLWEN KELLY – AUTOPSY (2016)

autopsy jane doe cadavere

Niente battute sulla necrofilia. Seriamente. Anche se parliamo di una morta che fa il venire il sangue alla testa ai vivi, e che comunque non è del tutto morta. Questa autopsia priva di freni inibitori proviene dal regista norvegese André Øvredal, già conosciuto per il mockumentary Troll Hunter ed entrato di recente nelle grazie di Guillermo Del Toro. Autopsy parla di una florida e allegra attività di famiglia, ovvero: il giovane Austin (Emile Hirsch) e il suo papà (Brian Cox, detto Agamennone) sono medici legali che sezionano i cadaveri in cerca di prove di morte violenta, traumi e affini, per poi mandare i rapporti compilati alla polizia. Indimenticabili i momenti padre-figlio trascorsi a soppesare la cistifellea di un povero Cristo e a trapanare crani. Un giorno, però, arrivano le spoglie di una sconosciuta, trovata mezza sepolta in una casa dove è avvenuta una strage. La salma, che ha il volto della bella Olwen Kelly, viene ribattezzata Jane Doe, dopodiché i protagonisti iniziano a tagliuzzarla.

autopsia di jane doe film

Credevate che fare il morto fosse facile? Nient’affatto. L’attrice e modella si è allenata nel controllo del respiro e ha praticato lo yoga per guadagnare il pieno controllo del proprio corpo e per assumere un’espressione vacua che sembra puntata sullo spettatore in ogni momento. È come se l’anima maledetta della donna ci osservasse dall’aldilà, e in effetti i due medici scoprono tracce di un macabro rituale all’interno delle viscere e sulla pelle di Jane Doe, cosa che viene mostrata grazie a un manichino di pregevole fattura. Non trascorre molto tempo prima che prendano il via i fenomeni paranormali di rito, con padre e figlio intrappolati nei loro stessi sotterranei in compagnia di visioni spaventose.

autopsy of jane doe inizio sepoltura

È evidente come il regista non voglia limitarsi a girare una efficace ghost story ma ami giocare con le suggestioni e i complessi psicologici che circondano il corpo umano. Il fascino di Olwen Kelly, con le sue forme perfette, acquisisce una sfumatura apollinea grazie al candore della pelle e alla completa immobilità dell’attrice. Sembra di contemplare una scultura, un’opera d’arte, almeno fin quando la salma viene progressivamente disumanizzata dalle incisioni dell’autopsia e dalle tracce di rituali esoterici che si annidano nelle interiora. La pace dell’eterno riposo viene spazzata via da una sorta di resurrezione demoniaca, uno stato di non-vita che mette i protagonisti di fronte alle loro paure. Eccovi servita Jane Doe, alive, naked and kicking.

jane doe sveglia autopsy


Se riuscite a leggere questo, siete usciti ancora vivi dal primo appuntamento, che per molti è stato anche l’ultimo. Questo freschissimo capitolo delle Donne mostruose è riuscito a dimostrare che perfino una salma può uccidervi e che ci sono strette regole sul consenso e sulla privacy quando invitate una sconosciuta in una stanza putrida. Solo i tafani e le cimici dei letti rimarranno a testimoniare la vostra figuraccia con il demone del night club. O preferite essere beccati con una licantropa che va ancora a scuola?! In ogni caso, abbiamo un messaggio per Hannah Fierman: ci piaci. Per chi non la pensa uguale ma rimane schiavo della pathong, c’è l’alternativa qui sotto.

gargoyle delitti gatto nero primo piano creatura

Scegliete, vigliacchi: il gargoyle o la vecchia?

Qui potete recuperare gli altri episodi:

LE 5 DONNE MOSTRUOSE – Tutti i capitoli

Link alla rubrica spin-off sulle scene erotiche con mostri:

SESSO MOSTRUOSO

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.